Approvato testo base sulla cannabis

 di Angela Stella Il Riformista 9 settembre 2021

Ieri pomeriggio la Commissione Giustizia della Camera ha votato sull'adozione di un testo base sulla cannabis, per cui la maggioranza si è spaccata. Infatti i sì hanno prevalso grazie ai voti del M5S, del Pd e di Leu, mentre  hanno detto no Fratelli d'Italia, Coraggio Italia, Lega e Forza Italia, con il voto in dissenso di Elio Vito, astenuta invece Italia Viva. Il testo unificato mette insieme proposte diverse che riguardano lo stesso tema: in questo caso unisce quella dell'onorevole di +Europa Riccardo Magi e quella dell'onorevole grillina Caterina Licatini. Disabbinato invece su richiesta della Lega la proposta dell'onorevole Riccardo Molinari. La proposta di Testo Base approvata in Commissione Giustizia in materia di Cannabis «recepisce in buona parte la proposta a mia prima firma depositata nel 2019 - ha dichiarato in una nota l'onorevole Magi -  e consente finalmente di affrontare alcuni punti della normativa sugli stupefacenti su cui è urgente intervenire in chiave antiproibizionista». Il presidente di +Europa ha aggiunto:  «Questo testo include una importante riduzione delle pene per i fatti di lieve entità, che attualmente in 7 casi su 10 conducono al carcere, inserendo anche una distinzione tra le sostanze, la totale depenalizzazione della coltivazione domestica per uso personale fino a 4 piante di Cannabis e l’eliminazione delle sanzioni amministrative per tutte le condotte illecite finalizzate all’uso personale di Cannabis, tra cui la sospensione della patente di guida, del passaporto e del permesso di soggiorno». Infine per il deputato radicale «il testo necessita di ulteriori modifiche affinché si possa fare un sostanziale passo in avanti, ma è urgente in questo momento che la maggioranza che oggi (ieri, ndr) si è manifestata in Commissione si impegni a portare al più presto la proposta in Aula. Va evitato che nell’affollamento dei provvedimenti di iniziativa governativa questo Testo Base non proceda».  Soddisfatto il pentastellato Mario Perantoni, presidente della Commissione e relatore del testo base: «è un risultato importante, ottenuto sulla scia della giurisprudenza della Corte di Cassazione ma anche grazie alla capacità dei gruppi parlamentari di confrontarsi e trovare una sintesi ragionevole su una materia che la società ha già elaborato e codificato nei comportamenti individuali. La coltivazione in casa di canapa è fondamentale per i malati che ne devono fare uso terapeutico e che spesso non la trovano disponibile oltre che per combattere lo spaccio ed il conseguente sottobosco criminale. Il provvedimento se diminuisce le sanzioni per i fatti di lieve entità aumenta da 6 a dieci anni le pene per i reati connessi a traffico, spaccio e detenzione ai fini di spaccio della cannabis».  Elio Vito su Twitter: « Ringrazio il mio gruppo Forza Italia Camera ed il capogruppo Roberto Occhiuto di avermi dato l’opportunità di manifestare il mio voto favorevole, in coerenza con la mia storia e le mie convinzioni radicali ed antiproibizioniste». Sempre dai social è arrivato il plauso di Marco Furfaro, della Direzione nazionale del Partito democratico: « Una norma di civiltà per i malati che ne devono fare uso terapeutico e fondamentale per combattere la criminalità organizzata. Ora avanti in Aula». Critiche sono arrivate da FdI con le deputate Varchi e Bellucci: « le sinistre approvano un testo base che finirà inevitabilmente per favorire il consumo di droga oltre a promuovere comportamenti pericolosi che minacciano il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione». Anche i componenti della Commissione Giustizia della Lega alla Camera hanno stigmatizzato quanto accaduto: « è stato adottato un testo base che riduce le pene per lo spaccio di lieve entità e consente la coltivazione domestica della Cannabis. La Lega boccia quello che rappresenta evidentemente il preludio alla legalizzazione: le nostre proposte, contenute nel provvedimento Droga zero, sono rimaste infatti inascoltate ma da parte nostra resta la ferrea convinzione che chi vende droga vende morte, e continueremo a battagliare per difendere questo principio. Abbiamo chiesto il disabbinamento della nostra proposta, perché in nessun modo vogliamo possa essere accostata al testo oggi approvato e per evitare che decada. Potremmo così incardinarla nuovamente e, quando il centrodestra sarà maggioranza di governo, approvarla». Sempre ieri la Commissione Giustizia della Camera ha iniziato l’esame delle norme sulla presunzione di innocenza con la relazione dell'On. Enrico Costa di Azione, autore dell'emendamento che aveva portato il nostro Parlamento a recepire la direttiva europea che, tra l'altro, introduce il divieto, per le autorità pubbliche, di presentare all'opinione pubblica l'indagato o l'imputato in un procedimento penale come “colpevole”, prima che sia intervenuto un provvedimento definitivo di condanna. Entro la data del 30 settembre la Commissione dovrà procedere a inviare al Governo un parere. In ultimo, l’iter della proposta di legge costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati, promossa dall'Unione delle Camere Penali, riprenderà alla Camera a partire dalla prossima settimana grazie alla sollecitazione sempre dei deputati Magi e Costa che con una lettera nelle scorse settimane e ieri all’Ufficio di Presidenza della Commissione Affari Costituzionali hanno formulato apposita richiesta. «Il Presidente della Commissione Brescia ha comunicato che la prossima settimana il provvedimento verrà calendarizzato. Riteniamo molto importante che – dopo un anno di inerzia – questo tema venga nuovamente affrontato dal Parlamento perché rappresenta la necessaria attuazione del principio di giusto processo in cui l’accusa e la difesa siano sullo stesso piano e a decidere sia un giudice terzo e imparziale. Un ringraziamento va all’Unione delle Camere Penali e al Presidente per la continua attività e stimolo sulle forze politiche affinché non trascurino questo tema fondamentale», hanno dichiarato i due parlamentari.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue