Ucpi: via i magistrati fuori ruolo dal Ministero della Giustizia

 di Angela Stella Il Riformista 24 settembre 2021

Secondo i dati aggiornati dal Consiglio Superiore della Magistratura al 30 aprile 2021, sono 103 su 161 i 'magistrati fuori ruolo presso altri uffici o enti' distaccati presso il Ministero della Giustizia. Si direbbe una vera e propria occupazione. Ricoprono diverse funzioni, tra cui: Direttore Generala Affari Interni, Direttore Generale degli Affari Giuridici e legali, Capo e vice capo di Gabinetto, capo segreteria di un sottosegretario, capo e vice capo dell'Ufficio Legislativo, capo e vice Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria. A queste posizioni apicali si aggiungono sei magistrati nell'ufficio legislativo e altri sei nel gabinetto del Ministro.  L'ufficio più ambito è il legislativo dove si redigono gli schemi di disegni di legge, di schemi di decreti legislativi, di decreti presidenziali e di decreti ministeriali, gli emendamenti, i testi di recepimento delle direttive europee. Insomma un enorme potere di indirizzare la normativa. Non a caso questa questione rappresenta il primo tema all'ordine del giorno della "proposta riformatrice dell’Unione delle Camere Penali Italiane" il cui XVIII Congresso prende il via oggi a Roma per concludersi domenica. Come si legge nel programma politico con cui l'attuale presidente Gian Domenico Caiazza cerca la riconferma « Il condizionamento che l’ordine giudiziario esercita fattivamente sul potere legislativo ed esecutivo è strategicamente organizzato, con il contributo decisivo dell’Associazione Nazionale Magistrati, mediante il distacco di centinaia di magistrati presso i dicasteri governativi. Di particolare gravità è soprattutto la presenza di circa un centinaio di essi presso il Ministero della Giustizia, quasi a rappresentare plasticamente una concezione proprietaria della giustizia stessa. Si tratta di un fenomeno del tutto abnorme e sconosciuto presso i governi delle democrazie liberali, che assicura alla magistratura un livello di ingerenza assolutamente decisivo nella politica giudiziaria del paese, così vanificando il fondamentale principio della separazione tra i poteri dello Stato. Occorre dunque che venga pubblicamente percepita la grave anomalia di un controllo preventivo della amministrazione e della legislazione da parte della magistratura». Come?  «Mediante una proposta di legge che assicuri il supporto di competenze esterne ai ministeri, ricorrendo a soggetti che non esercitino altri poteri statuali, quali, ad esempio, il personale amministrativo, i dirigenti pubblici, i docenti universitari, gli avvocati». Le altre direttrici della riforma riguardano le valutazioni professionali dei magistrati, collegate alla richiesta di non escludere gli avvocati quando le si fanno all'interno dei  Consigli giudiziari. Sul tema del carcere «il mutato quadro politico e la particolare sensibilità dimostrata dall’attuale Ministra della Giustizia verso le problematiche della sanzione e del carcere impongono ora il proposito di recuperare integralmente i contenuti degli Stati Generali dell’Esecuzione Penale». A proposito di carcere, sono partiti ufficialmente ieri i lavori della commissione istituita presso il Ministero della Giustizia per  'L'innovazione del sistema penitenziario': la Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha tenuto a dire che il lavoro della commissione, concepita di concerto con i vertici del Dap, dovrà avere «una impostazione pratica, concreta al servizio dell'Amministrazione penitenziaria e dei bisogni del carcere». 

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