Intervista ad Ambrogio Crespi

 di Angela Stella il Riformista 4 settembre 2021

Il giorno dopo aver ricevuto la grazia, seppur parziale, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il parere positivo del Ministero della Giustizia,  Ambrogio Crespi pensa a riscrivere nuovamente il suo futuro. Se non fosse arrivato l'atto di clemenza, il 9 settembre, dopo quattro mesi di differimento pena, sarebbe dovuto ritornare nel carcere milanese di Opera e lì sarebbe restato per circa 6 anni, essendo stato condannato per concorso esterno dell'associazione mafiosa 'ndrangheta. Adesso, invece, davanti a lui ci saranno i servizi sociali (da definire ancora con gli avvocati e il tribunale di sorveglianza), ma soprattutto la sua battaglia per la revisione del processo. Da sempre si è detto, infatti, innocente.  Ai figli, che non sanno nulla della sua vicenda, ha raccontato che andrà a Milano a trasformare le persone in agenti segreti, visto che i mesi già trascorsi in carcere li aveva giustificati come una missione segreta. Regista e autore dentro e fuori le mura di casa, insomma. Accanto a lui in questa battaglia gli avvocati Marcello Elia, Andrea Nicolosi, Simona Giannetti e l'associazione radicale Nessuno Tocchi Caino.

Cosa ha provato alla notizia della grazia, anche se parziale?

È stata una grande emozione, non sapevo quali fossero le conseguenze di questo provvedimento. Poi quando con gli avvocati e con il comitato di Nessuno Tocchi Caino abbiamo analizzato la questione ho capito che non sarei più entrato in carcere e questo è stato per me un momento di liberazione assoluta da un grande senso di angoscia. E soprattutto ho guardato con gioia i miei bambini che in questi ultimi giorni hanno vissuto un grande stress.

Si aspettava questo risultato, tenendo conto anche del reato per cui lei è stato condannato e il fatto che il Presidente Mattarella ha perso un fratello per colpa della mafia e che non ha concesso molte grazie durante il suo mandato?

Ringrazio profondamente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché so quanto sia stato difficile concedere questa grazia soprattutto perché è una vittima di mafia. Ringrazio anche il Ministro della Giustizia Marta Cartabia e il Tribunale di sorveglianza di Milano che mi ha concesso a giugno il differimento pena scrivendo di me cose straordinarie. Dispiace essere dovuto ricorrere alla grazia, non sarei mai dovuto essere condannato per un reato mai commesso. Come dico sempre e come ho dimostrato, rispetto la sentenza ma non la condivido.

Che significato dare a questo gesto?

Ha un significato molto forte. Il Presidente della Repubblica ha dato una linea da seguire ed è stata una scelta coraggiosa, soprattutto in un periodo di profonda crisi della giustizia e della magistratura. Un gesto che racchiude una grande forza, un messaggio importante per me, la mia storia e per il senso della pena.

Cosa la aspetta ora?

Ora inizierò un nuovo progetto con la società per la quale lavoro: a Milano inizierò le riprese del docufilm “Spes Contra Spem 2” in collaborazione con Nessuno Tocchi Caino. Nel futuro ci sarà sempre la necessità di diffondere il verbo della legalità e della speranza, anche nei luoghi bui come il carcere. Io sono la prova vivente che si deve avere speranza ma soprattutto essere speranza, come diceva Marco Pannella. Inoltre dobbiamo, attraverso la cultura, far comprendere alle giovani generazioni quanto sia pericoloso avvicinarsi alla criminalità organizzata, alle mafie e a tutto ciò che è illegale. La cultura può salvare la vita ed è su quella che dobbiamo investire. Intanto l’8 settembre sarò alla Mostra del Cinema di Venezia con il Docufilm “Le 7 giornate di Bergamo” prodotto da Psc Proger di Marco Lombardi, che mi ha dato la possibilità di lavorare come autore nei mesi in cui ero in carcere per contribuire allo sviluppo della sceneggiatura del film che vede la regia di Simona Ventura. È stato molto importante per me perché mi ha dato uno spiraglio di luce in un viaggio così buio, permettendomi di continuare a sviluppare la mia arte, anche in questa occasione.

Qual è, se c'è, la prossima battaglia giudiziaria?

Ci sarà assolutamente una prossima importantissima battaglia giudiziaria. Ora ci prepariamo per la revisione del processo e per la Corte Europea dei Diritti dell’uomo. Ci sarà un giudice a Berlino che finalmente sentenzierà la mia innocenza.

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