Riforme: trattative in corso

 di Valentina Stella Il Dubbio 27 luglio 2021

Prosegue serrata la trattativa tra il Governo e il Movimento 5 Stelle per trovare un accordo sulla riforma della giustizia penale in vista del prossimo 30 luglio quando si voterà la fiducia. Sembrerebbe che dal premier Draghi e dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia, che ieri hanno avuto un lungo incontro, ci sia stata una apertura ad una garanzia rafforzata per i reati di mafia, lasciandoli fuori dalla gabbia dell’improcedibilità, come richiesto da Giuseppe Conte. A quanto si apprende, i vertici del Movimento sarebbero in queste ore in attesa del testo, «perché la richiesta è stata accolta ma prima di dire che l'accordo è stato raggiunto è necessario vedere la modifica», spiegano fonti autorevoli all'Adnkronos. Il raggiungimento di questo obiettivo, che alcuni accademici hanno criticato in quanto potrebbero ravvisarsi profili di discriminazione tra gli imputati, basterebbe a placare le insofferenze pentastellate, anche se altri fonti ci dicono che in realtà sul tavolo ci sono altre richieste: tempi allungati prima che scatti improcedibilità, inizio del suo conteggio da quando iniziano appello e terzo grado. E c'è di più: la concessione fatta ai Cinque Stelle, su cui nutre molta fiducia il Ministro Di Maio, porterebbe le altre forze politiche, soprattutto Italia Viva e Forza Italia, ad avanzare le loro istanze nell'ottica "se tu Governo fai concessioni al M5S, allora devi farle anche a noi". Situazione ingarbugliata anche Commissione Giustizia: è slittato alle 20 di ieri il termine entro il quale i gruppi parlamentari avrebbero indicato i subemendamenti agli emendamenti del governo che vogliono mettere ai voti. Intanto però FI ha presentato un ricorso al presidente della Camera Fico sui propri sub emendamenti dichiarati inammissibili e riguardanti l'abuso d'ufficio, che fa slittare a stamattina l'ufficio di presidenza che deve definire il calendario delle prossime sedute. «L'allargamento del perimetro del ddl - ha spiegato ai cronisti il presidente pentastellato della Commissione, Mario Perantoni - comporterebbe un allungamento dell'esame del provvedimento. Lavoriamo per portare il testo in aula venerdì 30, ma la varietà di opinioni è tale da non farmi fare previsioni». «Deve essere chiara una cosa - ha aggiunto il capogruppo del Pd Alfredo Bazoli - l'unico partito che non mette paletti e ostacoli alla riforma Cartabia è il Pd, gli altri si mettono di traverso». In tutto ciò si attende anche il parere del Csm: il vicepresidente Ermini starebbe lavorando affinché il parere arrivi prima del voto della Camera. Tra le ipotesi in considerazione la convocazione di un plenum straordinario del Csm nella stessa data del 30.  


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