Referendum: partenza col botto

 di Angela Stella Il Riformista 6 luglio 2021

C'è grandissimo entusiasmo nella Lega e nel Partito Radicale dopo il primo fine settimana di raccolta firme sui sei quesiti referendari sulla giustizia: «c'è stata una risposta popolare incredibile - ha detto Matteo Salvini ieri - In un solo weekend di luglio, con 40 gradi, sono state raccolte più di 100mila firme». L'onorevole della Lega Jacopo Morrone aggiunge al Riformista: « Siamo molto soddisfatti dei risultati che sono davvero gratificanti. Chi viene a firmare è motivato e conosce la materia dei quesiti referendari». Sui motivi per cui Fratelli d'Italia appoggi solo 4 quesiti su 6, conclude: « Non è chiarissima la spiegazione. Non si può negare infatti che in merito alla custodia cautelare siano avvenuti abusi con troppi innocenti privati della libertà senza aver commesso reati o prima di una sentenza anche non definitiva. È poi altrettanto evidente che la custodia cautelare rimane invariata per chi è accusato di reati gravi. Per quanto riguarda la legge ‘Severino’, nella prassi l’applicazione dell’incandidabilità presenta diverse criticità, oltre a essere del tutto sproporzionata rispetto allo spirito della norma. A mio avviso, quindi, le preoccupazioni rappresentate da FdI non hanno motivazioni». Maurizio Turco, Segretario del Partito Radicale, ci dice: «rispetto all'andamento storico delle campagne referendarie non è mai accaduto che nei primi due giorni ci fosse un così alto numero di firme medie a tavolo. In alcuni posti sono anche finiti i moduli perché non ci si aspettava tanta gente. Siamo partiti davvero a razzo non solo nella raccolta delle firme ma anche con i contributi economici: si tratta di un segnale molto importante. Ora il problema non è trovare persone che firmino ma gente disposta ad organizzare i tavoli». E chiude: «Nel salutare la decisione di Giorgia Meloni di firmare e far firmare quattro dei sei referendum sulla giustizia, ci auguriamo possa riflettere meglio sui quesiti relativi a "carcerazione preventiva" e "legge Severino" che non sostiene perché sono di "cultura radicale" e non della "destra nazionale". Per essere precisi si tratta di due quesiti innanzitutto di cultura costituzionale che poi questa sia anche la nostra cultura è profondamente vero. Ma lo è anche per ciò che resta del pensiero della destra storica e liberale, un percorso interrotto da un regime illiberale». Tra le firme eccellenti, soprattutto perché magistrato, quella di Simonetta Matone, candidato Prosindaco al Campidoglio per la coalizione di centrodestra che al Riformista dice: «La grande affluenza ai banchi di raccolta delle firme dimostra come i temi dei quesiti referendari sulla giustizia siano fortemente sentiti dai cittadini. Ma insisto a dire che non devono essere considerati  un atto ostile verso la magistratura». Ed aggiunge: «Sono sempre stata perché noi magistrati venissimo chiamati a rispondere per le nostre effettive condotte contrarie, oltre al codice penale anche ai principi deontologici soprattutto quando questo comportamento provoca danni gravi alle persone e alle comunità; sono per una effettiva separazione delle carriere; per un uso accorto ed equilibrato dei provvedimenti restrittivi della libertà personale; per una revisione delle fattispecie incriminatrice dei pubblici amministratori che, senza arrivare a sentenze definitive, bloccano le attività amministrative pubbliche; per una riforma del CSM che ridimensioni il sistema delle correnti ed infine per considerare l’amministrazione della giustizia non come riservata esclusivamente ai magistrati, ma come un qualcosa che coinvolga  personale delle cancellerie e ausiliario».  Entusiasmo sul primo fine settimana di raccolta arriva anche da Forza Italia, con la presidente dei senatori Anna Maria Bernini: «Più di centomila firme sono un risultato straordinario. Far esprimere il popolo su una questione democratica di così  vitale importanza è la migliore risposta dopo anni di populismo giudiziario e di controriforme giacobine. Più adesioni arriveranno, più diventerà forte la spinta ad approvare in Parlamento la riforma Cartabia. FI farà coerentemente la sua parte su entrambi i fronti per raggiungere un risultato teso a ripristinare in pieno la civiltà giuridica nel nostro Paese». 


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