Avvocati digitali

 di Valentina Stella Il Dubbio 2 luglio 2021

Il mondo delle professioni giuridiche ed economiche sta vivendo importanti momenti di cambiamento, indotti, tra i vari fattori, anche dall’emergenza sanitaria, non ancora terminata, che ha accelerato il mutamento di alcuni paradigmi operativi e strategici. La pandemia da Sars-Cov2 ha infatti accelerato il processo di rinnovamento delle professioni giuridico-economiche, che hanno reagito alla situazione aumentando gli investimenti in tecnologie digitali, ripensando le modalità di gestione e relazione col cliente e riprogettando spazi e modelli organizzativi dello studio per adattarli alle mutate condizioni di lavoro.  Lo ha rilevato la ricerca dell’Osservatorio professionisti e innovazione digitale della School of Management del Politecnico di Milano, presentata ieri nel corso di un convegno.  Secondo il report nel 2020 avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro hanno investito 1,694 miliardi di euro in strumenti digitali, con un aumento del 7,9% rispetto all’anno precedente; le stime per il 2021 indicano un’ulteriore crescita del 5,6%, fino a sfiorare quota 1,8 miliardi. Gli studi multidisciplinari hanno stanziato i budget più consistenti, 25.300 euro in media, ma sono gli avvocati a mostrare l’incremento maggiore, con un +29,9% di investimenti Ict (Information and Communication Technologies). L’emergenza sanitaria ha portato anche nuove consapevolezze sui cambiamenti necessari per mantenere competitivo lo studio. In primo luogo, una maggiore comprensione dei propri punti di forza e di debolezza, particolarmente presente negli avvocati (che l’hanno maturata nel 25% dei casi), e una più attenta valutazione delle attitudini dei collaboratori, oltre che dei soli aspetti organizzativi del lavoro in remoto, soprattutto fra i consulenti del lavoro (34%) e negli studi multidisciplinari (43%). Uno studio legale, commercialista e multidisciplinare su quattro, poi, è pronto a ripensare i modelli organizzativi della propria struttura, mentre per il 70% la crisi ha cambiato le modalità di gestione della clientela, per la quale sempre più servono adeguate tecnologie collaborative e un investimento nella formazione dei professionisti e dei dipendenti dello studio. L’emergenza sanitaria non ha scoraggiato gli studi professionali, anzi ne ha accelerato la trasformazione digitale e organizzativa e ha dato una scossa di consapevolezza anche a quei professionisti che ancora non avevano imboccato la strada della digitalizzazione» ha detto Claudio Rorato, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale. Scendendo ancor più nel dettaglio a trainare la spesa negli studi di piccole, medie e grandi dimensioni sono stati soprattutto gli investimenti in tecnologie per la gestione elettronica documentale (+34%), strumenti di workflow/flusso di lavoro (+57%), CRM - gestione dei rapporti con i clienti (+120%), business intelligence (+86%) e machine learning (+125%). Le micro strutture, invece, oltre che sulla gestione elettronica documentale (+37%), hanno puntato su tecnologie meno articolate e più incentrate sulle esigenze immediate che su quelle di lungo periodo, come i canali social (+26%) e le VPN - Virtual Private Network -  (+44%). 


--

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue