Lo psicodramma sul ddl penale ora va in scena alla Camera

 di Valentina Stella Il Dubbio 10 luglio 2021

E adesso che succede? È vero, la riforma Cartabia sul processo penale ha avuto il placet del CdM ma già dal giorno dopo i profondi malumori all'interno del Movimento Cinque Stelle hanno riaperto la partita che ora si sposta in Commissione Giustizia della Camera di cui, non dimentichiamolo,  è membro proprio Alfonso Bonafede che promette fuoco e fiamme: «La norma votata  - ha scritto su Facebook -  a mio modesto parere, rischia di trasformarsi in una falcidia processuale che produce isole di impunità e che, comunque, allungherà i tempi dei processi; è troppo lontano da quello che abbiamo promesso e realizzato». Insomma l'assenso responsabile chiesto da Draghi e concesso in Cdm è durato meno di 24 ore. Anche se l'ex ministro non rappresenta in questo momento tutto il Movimento, ma solo quella parte dei reazionari vicini a Giuseppe Conte, il quale non è «sorridente sull'aspetto della prescrizione, siamo ritornati a una anomalia italiana», tuttavia pure gli esponenti grillini più vicini al dialogante Beppe Grillo promettono di alzare le barricate, a cominciare da Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera: «Ci aspettavamo ben altre soluzioni, è inutile girarci intorno, e quelle sul tavolo non sembrano accettabili. Il confronto si sposterà in Parlamento, mi auguro che alle petizioni di principio sulla sua centralità e sovranità seguano condotte concrete». Il suo pensiero viene rafforzato da un comunicato proprio del Movimento 5 Stelle che, rivendicando di essere riusciti a «salvare la riforma della prescrizione che gli altri partiti avrebbero voluto cancellare del tutto, con un colpo di penna», giurano battaglia: «questo testo dovrà andare in Parlamento. E ci proveranno, state sicuri, tutti, a smantellare le conquiste che abbiamo ottenuto. Dobbiamo farci trovare pronti, ancora una volta a difendere col coltello fra i denti quanto conquistato». E in questo contesto come si comporterà l'alleato Pd? Per l'onorevole Alfredo Bazoli «a me pare che i 5Stelle abbiamo ottenuto a sufficienza: quello sulla prescrizione mi sembra un compromesso ragionevole. Non vedo ulteriori margini di modifica. Ricordo a tutti, compresi i 5s, che focalizzarsi ideologicamente sulla prescrizione è come guardare il dito e non la luna, rispetto ad una riforma coraggiosa che può davvero cambiare il processo penale». Alla domanda se le istanze garantiste del Pd in commissione possano comportare una frattura con l'alleato grillino, Bazoli replica: «non penso che per una singola questione si possa mettere in discussione un rapporto politico. Il punto è che una forza politica matura come il M5s deve rendersi conto che una valutazione su una riforma si dà in maniera complessiva». La pensa diversamente il responsabile giustizia di Azione, l'onorevole Enrico Costa: «leggo Gualtieri che spera che Conte diventi il capo dei 5 Stelle, Conte che esprime tutta la sua contrarietà alla riforma, Letta che si dimentica di dire che nel governo giallorosso loro hanno difeso la Bonafede, rigettando decine di miei emendamenti e atti di indirizzo per affossare lo stop alla prescrizione. Questo mi convince a pensare che il Pd farà di tutto, sotterraneamente, per apportare delle modifiche che possano compiacere il M5s». Matteo Renzi ha sentenziato che «si chiude l'era Bonafede». Forse ha ragione ma ci tocca aspettare forse più di qualche settimana per averne la conferma, sperando che abbia ragione il sottosegretario forzista alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto: «Le due riforme del processo civile e penale sono fondamentali per le risorse del Recovery quindi s’hanno da fare, non è che possiamo compromettere le risorse dell'Europa per le bizze di qualcuno». 

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue