Toghe onorarie: procedura infrazione dalla Ue

 di Valentina Stella Il Dubbio 16 luglio 2021

La Commissione Europea ha avviato, inviando una lettera di costituzione in mora, una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia riguardante la legislazione nazionale che regola l'attività dei magistrati onorari che non è pienamente in linea con il diritto Ue in materia di lavoro. «Diverse categorie di magistrati onorari, quali i giudici onorari di pace, i vice procuratori onorari (Vpo) e i giudici onorari di tribunale (Got),  - spiega la Commissione - non godono dello status di "lavoratore" in base al diritto nazionale italiano, ma sono considerati volontari che prestano servizi a titolo "onorario". Non avendo lo status di lavoratore, essi non godono della protezione offerta dal diritto del lavoro dell'Ue e risultano penalizzati dal mancato accesso all'indennità in caso di malattia, infortunio e gravidanza, dall'obbligo di iscriversi presso il fondo nazionale di previdenza sociale per i lavoratori autonomi, nonchè da divari retributivi e relativi alle modalità di retribuzione, dalla discriminazione fiscale e dal mancato accesso al rimborso delle spese legali sostenute durante procedimenti disciplinari e al congedo di maternità retribuito». Inoltre «tali categorie non sono sufficientemente protette contro gli abusi derivanti da una successione di contratti a tempo determinato e non hanno la possibilità di ottenere un adeguato risarcimento per tali abusi. Infine l'Italia non ha istituito un sistema di calcolo dell'orario di lavoro giornaliero di ciascun magistrato onorario. La nuova normativa adottata dall'Italia nel 2017 non ha ancora fornito soluzioni al riguardo», scrive ancora la Commissione. L'Italia dispone di due mesi per adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato. L'iniziativa della Commissione Ue arriva in un momento delicato per il futuro della magistratura onoraria che da anni chiede appunto le tutele giuslavoriste garantite sia da sentenze europee che da tribunali italiani. Eppure il Governo non è mai riuscito a sanare questa incresciosa situazione e  ha abbandonato la categoria  nel precariato. Questo servirà di impulso alla riforma ministeriale Castelli per partorire finalmente una riforma in linea con l'Europa? 

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