Mottarone: sostituzione gip non corretta

 di Angela Stella Il Riformista 1 luglio 2021

La decisione del presidente del Tribunale di Verbania Luigi Montefusco di sostituire il giudice Donatella Banci Buonamici con il giudice Elena Ceriotti, nell'inchiesta sull'incidente del Mottarone, non è stata corretta. Ma allo stesso tempo non è stata corretta neanche l'auto-assegnazione iniziale del fascicolo, in quanto Banci Buonamici non poteva esercitare funzioni da gip. Questo il primo verdetto dell'affaire Verbania: si tratta della decisione emersa dal Consiglio giudiziario presso il Distretto di Corte di Appello di Torino, che invierà ora il suo parere al Csm, dove dovrebbe essere già stata aperta una pratica sulla questione, per valutare se e quali provvedimenti disciplinari prendere, come richiesto dai consiglieri Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo e dal gruppo dei togati di Magistratura indipendente. L'organismo territoriale di autogoverno dei magistrati piemontesi, a cui hanno diritto di tribuna anche tre avvocati, si è riunito sulla vicenda per la seconda volta, dopo che una settimana fa erano stati ascoltati i protagonisti di questa vicenda, il presidente Montefusco e il gip Banci Buonamici. Secondo quanto emerso, entrambi non avrebbero dunque rispettato le regole di attribuzione dei fascicoli. Né Banci Buonamici, che si era auto-assegnata il fascicolo, né Montefusco, che ha sostituito il gip dopo che quest'ultima aveva disposto la scarcerazione dei tre indagati. A quel punto il fascicolo era stato riassegnato al gip Elena Ceriotti. Altro errore, secondo il Consiglio giudiziario, perché sarebbe dovuto essere assegnato ad Annalisa Palomba, che sin dall'inizio avrebbe dovuto occuparsi del fascicolo sul crollo della cabina della funivia per cui il 23 maggio sono morte quattordici persone. Durante il Consiglio giudiziario ha parlato anche il procuratore generale Francesco Enrico Saluzzo; ha chiarito, leggendo una comunicazione che ha trasmesso al CSM, che nella mail da lui inviata al presidente del Tribunale di Verbania tre giorni prima che il fascicolo venisse sottratto alla giudice non ha solo chiesto informazioni sull’esistenza e la portata di presunte minacce al gip di Verbania, ma ha anche espresso sconcerto per quanto appreso relativamente allo scontro tra Procura e la gip e ha condiviso l’auspicio che il contrasto potesse rientrare nell’alveo della fisiologia dei rapporti tra gip e pm. «Il fascicolo non mi poteva essere tolto, credo che questo sia pacifico», ha affermato all'ANSA Banci Buonamici, che ha rotto così il silenzio delle ultime settimane per rilasciare quella che ha definito una «dichiarazione in autotutela». Ha poi aggiunto: «è falso e infamante che mi si dica che non potevo fare il gip. Io potevo e dovevo farlo», ha detto, spiegando che quella di Verbania «è una sezione promiscua, non c'è distinzione tra gip e dibattimento, tant'é che al sabato facciamo turno unico». Il magistrato ha poi spiegato  la dinamica dei fatti: «Avevo tre persone in custodia cautelare da quasi 48 ore, il fascicolo è arrivato alle 6 di sera, ho deciso di assegnare a me il fascicolo per fare un adempimento assolutamente urgente, il tempo a disposizione era pochissimo» aggiungendo che, quasi a difendere la sua professionalità, «a Milano ho fatto il gip 13 anni, occupandomi di tutto. Ero assolutamente molto qualificata per fare quel fermo. Tutto il resto, su cui ho deposto la scorsa settimana, si vedrà; quello che mi preme è affermare che io potevo e dovevo fare il gip: ero l'unica in ufficio». Ha concluso dicendosi «fiduciosa» che il Csm le renderà giustizia.


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