Primo suicidio assistito con SSN

 Angela Stella Unità 13 dicembre 2023

 

“Anna è il nome che avevo scelto e, per il rispetto della privacy della mia famiglia, resterò 'Anna'. Ho amato con tutta me stessa la vita, i miei cari e con la stessa intensità ho resistito in un corpo non più mio. Ho però deciso di porre fine alle sofferenze che provo perché oramai sono davvero intollerabili. Voglio ringraziare chi mi ha aiutata a far rispettare la mia volontà, la mia famiglia che mi è stata vicina fino all'ultimo. Io oggi sono libera, sarebbe stata una vera tortura non avere la libertà di poter scegliere”. Sono queste le ultime parole - diffuse dall'Associazione Luca Coscioni - di “Anna”, nome di fantasia della donna triestina di 55 anni affetta da sclerosi multipla progressiva morta con l'assistenza del SSN dopo aver ottenuto il via libera al suicidio assistito. Dopo aver atteso un anno dalla sua richiesta, “Anna” è la prima italiana ad aver completato la procedura prevista dalla Consulta grazie alla sentenza “Cappato\Dj Fabo”, con l’assistenza diretta del SSN, a seguito dell’ordine del Tribunale di Trieste: infatti il farmaco letale e la strumentazione sono stati forniti dal SSN e un medico individuato dall’azienda sanitaria, su base volontaria, ha provveduto a supportare l’azione richiesta nell’ambito e con i limiti previsti dalla Ordinanza Cautelare pronunciata dal Tribunale di Trieste, il 4 luglio 2023, e quindi senza intervenire direttamente nella somministrazione del farmaco, azione che è rimasta di esclusiva spettanza della donna. Per Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione, “il diritto di scelta alla fine della vita si sta faticosamente affermando, nonostante ostruzionismi e resistenze ideologiche che sono sempre più lontane dal sentire popolare, come dimostra anche il recente sondaggio ‘Osservatorio sul Nord Est’ pubblicato dal Gazzettino, secondo cui oltre otto persone su dieci (82%) si dichiarano d’accordo con l’idea che ‘quando una persona ha una malattia incurabile, e vive con gravi sofferenze fisiche, è giusto che i medici possano aiutarla a morire se il paziente lo richiede’. Il dato è confermato su tutto il territorio nazionale anche da una seconda rilevazione, questa volta curata dal Censis. Anche in questo caso i favorevoli sono la maggioranza: il 74% degli intervistati (80% degli elettori di FDI, 79% della Lega, 86% di Forza Italia, 83% del M5S, 88% del PD). Ora occorre lavorare sui tempi. Non deve più essere consentito di far attendere quasi un anno fra sofferenze intollerabili e condizioni che peggiorano con il rischio - come stava accadendo ad ‘Anna’ - di perdere le ultime forze necessarie per l’autosomministrazione del farmaco letale”. Infatti, come ha ricordato il Segretario Filomena Gallo, “Anna’ per ottenere il rispetto della sua volontà e l’applicazione della sentenza ‘Cappato’ della Consulta ha dovuto rivolgersi alla giustizia civile e penale”.

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