Crosetto fa marcia indietro?

 Valentina Stella dubbio 19 dicembre 2023

Stamattina il Ministro della Difesa Guido Crosetto sarà in aula alla Camera per una informativa urgente in merito alle sue dichiarazioni a proposito dell'esistenza di correnti della magistratura che spingerebbero per assumere un ruolo di opposizione giudiziaria al governo e alla maggioranza. «Io il 19 sarò in Aula a parlare di nuovo di giustizia, per quanto lo trovi un po' anomalo lo faccio ben volentieri», aveva detto l’11 dicembre al Forum Adnkronos anche perché «io non ho paura del Parlamento». Oltretutto «le mie dichiarazioni non mi sembravano nulla di nuovo e nulla di rivoluzionario. Ho spiegato alla Camera quanto alcune frasi pubbliche dette ai convegni» di magistrati «mi preoccupano non per questo governo, ma perché le democrazie si reggono su un equilibrio tra poteri e l'equilibrio tra poteri ha bisogno di regole e paletti, che valgono per l'esecutivo, per il legislativo e per il sistema giudiziario, perché ritengo che l'autonomia del sistema giudiziario sia un fattore fondamentale della Costituzione quando è associata a una consapevolezza del ruolo». Oggi in Parlamento «avrò più tempo» rispetto all'interpellanza del primo dicembre scorso, «presenterò più elementi, sempre pubblici, che però magari non sono conosciuti in Parlamento, la stessa cosa che ho fatto in Procura», aveva concluso Crosetto. Insomma le intenzioni espresse fanno presagire che stamattina a Montecitorio rincarerà la dose contro le presunte toghe ‘cospiratrici’. Tuttavia ricordiamo che pochissimi giorni dopo quelle dichiarazioni, ossia lo scorso venerdì, lo stesso responsabile di via XX Settembre ha invitato al Ministero il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia. Il colloquio è stato definito “chiarificatore”, durato una ventina di minuti, durante i quali si è discusso dei problemi della giustizia. L’impressione è che Crosetto si sia lasciato alle spalle la polemica che aveva fortemente inasprito i rapporti tra politica e magistratura. E allora oggi che posizione assumerà? Qualunque sia, scontenterà qualcuno. Se dovesse usare ancora toni bellicosi, l’Anm sarebbe legittimata a dirsi profondamente stupita, se invece facesse una sorte di retromarcia lascerebbe scontenti tutti quelli che hanno gettato benzina sul fuoco dello scontro e utilizzato la sua polemica per portare avanti la guerra dei trent’anni iniziata con Tangentopoli. Difficile prevedere cosa farà il ministro anche perché da quel 26 novembre – giorno in cui rilasciò l’intervista al Corriere della Sera in cui sosteneva « A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni’» - il suo atteggiamento se non vogliamo definirlo schizofrenico, almeno è da ritenere ondivago e ha lasciato, consapevolmente o no, molta libertà interpretativa. Lo stesso giorno dell’intervista il suo ufficio stampa invia alla chat dei giornalisti il messaggio: «Andrei a scartabellare tra convegni dichiarazioni documenti dossier relazioni di Md e Area, ma la mia è solo una sensazione. Nulla più». Dopo qualche ora arriva una dichiarazione dello stesso Crosetto: « mi sono premurato anche di comunicare anche ad altri le notizie che mi erano state riferite (da persone credibili) e che ritenevo gravi, ove e se confermate. Ho visto che alcuni parlamentari, come Della Vedova, mi invitano anche a riferire in Parlamento. Lo farò con estremo piacere, se sarà possibile farlo in commissione Antimafia o Copasir, per la necessità di riservatezza e di verifica delle notizie che ho ricevuto». In una stessa giornata passammo da ‘riunioni’ carbonare (?) di magistrati, a ‘sensazioni’ relative a congressi pubblici riascoltabili tranquillamente su Radio Radicale, a informazioni talmente sensibili da investire persino l’Antimafia e il Copasir. E così si è andati avanti per giorni fino alla risposta che Crosetto diede ad una interpellanza di +Europa in cui, per sostenere la sua tesi, citò le dichiarazioni rese dal Segretario di Magistratura democratica, Stefano Musolino, ma al Congresso di AreaDg. Al termine venne da dire ‘tanto rumore per nulla’ perché come sottolineò anche il deputato Della Vedova «Il ministro della Difesa non può fare accuse così generiche e non circostanziali. Altrimenti l’impressione è che sia intimidazione». L’impressione è che il gioco sia sfuggito dalle mani del Ministro, che non sia riuscito più a controllare la polemica, o che, non abituato a quello che si dice nei congressi dei magistrati, si sia lasciato condizionare eccessivamente. Speriamo che non sia così suggestionabile anche nella sua qualità di Ministro della difesa. Rischiamo di trovarci in guerra per una sua apprensione. 


Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue