Nordio al csm

 Valentina Stella dubbio 1 dicembre 2023

 “Tutti sanno che a questo mondo non vi è nulla di eterno tranne le parole del Signore, il resto è mutevole, anche la Costituzione. Ma posso assicurare che se un domani dovesse essere cambiata la Costituzione mai ci sarebbe una soggezione del pm al poter esecutivo”: così ieri il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, nella sua prima visita al Consiglio Superiore della Magistratura, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella che ha presieduto il plenum straordinario. Il Guardasigilli sembra essere andato in pace a Palazzo dei Marescialli dopo le feroci polemiche di questi ultimi giorni, dalle dichiarazioni del ministro Crosetto fino al rinvio a giudizio del sottosegretario Delmastro.  “Troppo importante per chi vi parla – ha detto il Guardasigilli -  è contribuire a rinsaldare il rapporto di fiducia della collettività nei confronti della magistratura, uno dei pilastri dello stato di diritto”, passando per una “ ‘imparzialità spassionata e distaccata’ ” con cui il giudice, secondo Piero Calamandrei, deve presentarsi all’opinione pubblica”. E qui probabilmente il riferimento è alla Apostolico.  Poi un augurio ai Consiglieri: “uno dei principi costituzionali che auspico possa connotare ogni segmento del mio servizio: la leale collaborazione”. Parole rasserenanti che si rintracciano anche nel passaggio successivo: “La collaborazione tra Csm e ministro è la chiave per restituire al Paese una giustizia sempre più vicina ai bisogni della collettività”. È poi passato ad illustrare i due decreti attuativi della riforma Cartabia: quello sui fuori-ruolo e quello sull’ordinamento giudiziario. Rispetto al primo ha detto: “si arriva ad una proposta, a mio parere equilibrata”, quando invece dall’avvocatura, in primis dal Cnf, non sono mancate critiche per la diminuzione risibile dei fuori-ruolo da 200 ad appena 180. Riguardo al secondo pacchetto, si è soffermato sulla questione delle pagelle del magistrato, altamente stigmatizzato dalle toghe: “Sul piano della professionalità si è valorizzata prioritariamente la qualità della produzione giudiziaria del magistrato, con una attenzione specifica alla trasparenza e alla tempestività delle procedure”. Intanto, il coordinamento nazionale di AreaDg esce con una nota polemica: “Sono giorni che esponenti della attuale maggioranza parlamentare insinuano di trame politiche e riunioni clandestine organizzate da non meglio precisate parti della magistratura”. Eppure “c’è stata una riunione, pochi anni fa, fra politici e magistrati, di tarda sera, in un hotel dal nome effervescente”. Allo Champagne “si discuteva di nomine in importanti uffici giudiziari, protagonisti di inchieste giudiziarie con indagati eccellenti. La notizia della riunione ha per mesi scandalizzato l’opinione pubblica italiana”. Ma “il protagonista di quella vicenda (Luca Palamara, ndr), radiato dalla magistratura, è diventato il fustigatore della magistratura italiana in trasmissioni televisive e giornali, editi da ambienti vicini all’attuale maggioranza parlamentare. Un altro dei protagonisti (Cosimo Ferri, ndr), da sempre a metà del guado fra magistratura e politica, è stato chiamato fuori ruolo dal ministro della giustizia espressione dell’attuale maggioranza parlamentare”.  “Un altro (Angelantonio Racanelli, ndr) che era informato ed interessato agli sviluppi della vicenda è stato proposto per un ufficio direttivo con il voto dei componenti laici eletti in quota all’attuale maggioranza parlamentare”. Conclude la nota: “È tempo di pagella per i magistrati. Ci faccia capire la politica!  Sono da bocciare i magistrati che in riunioni pubbliche discutono di diritti e garanzie, mentre si devono promuovere solo quelli che, in luoghi riservati, si riuniscono per pilotare le nomine dei dirigenti dei più importanti uffici giudiziari?”. Il clima è sempre più sereno. 

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