Riforma Csm prorogata oltre 31 dicembre

 Valentina Stella Dubbio 15 dicembre 2023

Se non vogliamo drammatizzare troppo usando il termine ‘paralizzata’, bisogna comunque ammettere che la giustizia è in freezer al momento: questa la sintesi guardando a cosa sta accadendo alle riforme in cantiere tra Montecitorio e Palazzo Madama. La notizia forse più importante è che slittano per la seconda volta i decreti attuativi sulla riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario. E che Forza Italia potrebbe mettere in difficoltà il Governo appoggiando un emendamento di Azione sulla presunzione di innocenza. Ma andiamo con ordine. Appurato ormai che di separazione delle carriere si tornerà forse a parlare in primavera, anche tutto il resto è in stand by e prima di Natale molto probabilmente nessun provvedimento vedrà la luce di una approvazione almeno in un ramo del Parlamento. Ieri sarebbe dovuta arrivare nell’Aula della Camera la riforma della prescrizione. Ma è tutto rimandato: l'aula di Montecitorio infatti ha concluso l'esame del dl Fisco  ieri mattina e ha avviato l'esame del ddl Delega Ue, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo. I lavori dell'assemblea si sono interrotti alle 14, per consentire ai deputati di Fratelli d'Italia di partecipare all'edizione 2023 di Atreju. Nulla da fare quindi per il tema caldo della giustizia, che era al quinto posto nell’ordine del giorno. Il ritorno alla prescrizione sostanziale, con l’abolizione della improcedibilità, aveva trovato a fine ottobre l’accordo di tutte le forze di maggioranza. Tuttavia a bloccare l’ultimo passaggio, ossia le dichiarazioni di voto e la votazione finale, è arrivata una missiva, sottoscritta da tutti i ventisei Presidenti delle Corti Appello, indirizzata al ministro della Giustizia e ai presidenti delle Commissioni Giustizia della Camera dei Deputati e del Senato, con la quale si richiede la necessaria formulazione di una norma transitoria. Fonti parlamentari di Forza Italia ci dicono che al momento di norma transitoria «non se ne è proprio parlato e penso che non sarà argomento da trattare». Il che significa che « la riforma va avanti senza intoppi. Speriamo che ci sia lo spazio prima di Natale per l'approvazione». Dunque gli azzurri non arretrano di un millimetro dinanzi invece all’eventuale tentennamento del Guardasigilli, pronto forse a raccogliere l’ennesimo ‘grido di dolore’ della magistratura. In realtà l’auspicio potrebbe essere annullato dal timing per l’approvazione della legge di bilancio che congela tutto il resto: ieri il Governo ha proposto di portarla in aula al Senato il 21 dicembre con la fiducia, per poi procedere alla votazione finale il 22. La decisione, comunicata durante una riunione in commissione Bilancio con i capigruppo, farebbe sì che per la Camera si vada a dopo Natale. Tuttavia non c’è ancora un accordo con le opposizioni. In stallo al momento anche i due schemi di decreto legislativo concernenti il riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili e la riforma ordinamentale della magistratura. I due provvedimenti, approvati in Cdm lo scorso 27 novembre, sono in attesa della bollinatura e  non sono stati ancora trasmessi alle commissioni giustizia di Camera e Senato che avranno trenta giorni per esaminarli. La delega, inizialmente, sarebbe dovuta essere esercitata entro il 21 giugno 2023 ma poi con un emendamento al decreto legge sul Pnrr, il ministero della Giustizia si è preso altri sei mesi di tempo per la redazione dei decreti delegati. Stando però così le cose, in attesa che Camera e Senato diano i loro pareri entro trenta giorni da quando ricevono i decreti, slitterà ancora il termine. Come ci spiegano fonti ministeriali «è vero che la scadenza sarebbe il 31 dicembre ma esiste un meccanismo per cui si può slittare di altri novanta giorni se si tarda a mandare alle Camere. Praticamente, siccome i testi arrivano sicuramente tardi in Parlamento, il termine slitta».  Scaduti in Senato anche i termini per la presentazione degli emendamenti al ddl “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare”, in pratica la riforma Nordio su abuso d’ufficio, traffico di influenze, intercettazioni a tutela della riservatezza del terzo estraneo al procedimento, contraddittorio, collegialità e misure cautelari, inappellabilità delle sentenze di assoluzione. La discussione per il momento resta congelata. Se ne riparlerà – sperano nella Commissione giustizia - appena dopo le feste quando bisognerà confrontarsi con il corposo fascicolo degli emendamenti: centocinque pagine. Da registrare infine che un emendamento di Azione alla legge di delegazione europea che si voterà mercoledì prossimo rischia di creare problemi alla maggioranza. Forza Italia in Aula ha già dichiarato che, nonostante il parere contrario del governo, voterà a favore. Il parlamentare Enrico Costa ha chiesto che venga recepita tutta la direttiva riguardo la presunzione d'innocenza e che venga vietata, in particolar modo, la divulgazione letterale dell'ordinanza di custodia cautelare «finché non siano concluse le indagini preliminari». Per il partito azzurro è intervenuto nell'emiciclo il capogruppo di FI in commissione Giustizia, Calderone, ad annunciare il semaforo verde dei forzisti. «È un principio di civiltà giuridica», ha detto anche Pittalis. Azione potrebbe chiedere che l'emendamento venga votato a scrutinio segreto, e anche tra i leghisti e gli esponenti di Fratelli d'Italia si registrano aperture sul tema. «Io – ha dichiarato Costa - ho fatto delle sollecitazioni continue al ministro Nordio. Non è un fulmine a ciel sereno». 

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