Magi presenta pdl su affettività in carcere

 Valentina Stella Dubbio 5 dicembre 2023

Un appello firmato, al momento, da 200 giuristi e una proposta di legge di cui è primo firmatario il segretario di +Europa, Riccardo Magi, per «garantire il diritto alle relazioni affettive intime» dei detenuti. «L’esercizio del diritto all’affettività e alla sessualità  - si legge nella pdl presentata ieri alla Camera in  una conferenza stampa - potrà essere effettuato da tutte le persone autorizzate ai colloqui senza distinzione tra familiari, conviventi e “terze persone”». A tale fine, «i detenuti e gli internati hanno diritto ad una visita al mese della durata minima di sei ore e massima di ventiquattro ore con le persone autorizzate ai colloqui. Le visite si svolgono in apposite unità abitative appositamente attrezzate all’interno degli istituti penitenziari senza controlli visivi e auditivi». «Sono 31 i Paesi europei – ha detto il costituzionalista Andrea Pugiotto, estensore e primo firmatario dell'appello - che permettono ai detenuti di usufruire di spazi per le relazioni affettive al riparo dagli sguardi della polizia penitenziaria». «Oggi in Italia – ha sottolineato Magi - viene sistematicamente violato il diritto all'affettività e alla sessualità per le persone detenute. Nella cultura italiana sembra normale, ma non lo è per la maggior parte dei Paesi europei dove c’è un’attenzione a questo tipo di garanzia. La Corte Costituzionale si dovrà esprimere a breve su questo punto sollevato da un magistrato di sorveglianza e noi speriamo arrivi una pronuncia chiara e netta e che sia anche una indicazione per il Parlamento». Le due iniziative presentate ieri infatti cadono alla vigilia della udienza da parte della Consulta che dovrà pronunciarsi, probabilmente nei prossimi giorni, sull’articolo 18 della legge numero 354 del 1975 (Norme sull’ordinamento penitenziario), nella parte in cui non prevede che alla persona detenuta sia consentito, quando non ostino ragioni di sicurezza, svolgere colloqui intimi, anche a carattere sessuale, a tutela dell’affettività, senza il controllo a vista del personale di custodia. La questione è stata sollevata da un magistrato di sorveglianza di Spoleto. Il caso riguarda un detenuto, recluso dall'11 luglio 2019, attualmente con posizione giuridica di definitivo, con fine pena al 10 aprile 2026, nella cui prospettiva non c’è la concessione dei permessi premio. Inoltre i locali del carcere di Terni destinati ai colloqui con i familiari appare comunque inidonea ad assicurare l'esercizio della affettività, ivi compresa la sessualità, in condizioni di privacy. 

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