Crosetto torna in aula e abbassa i toni

 Valentina Stella Dubbio 20 dicembre 2023

 

Ieri il Ministro della Difesa Guido Crosetto è tornato in Aula alla Camera per una informativa urgente in merito alle sue dichiarazioni a proposito dell'esistenza di correnti della magistratura che spingerebbero per assumere un ruolo di opposizione giudiziaria al governo e alla maggioranza. «Il mio non è stato un attacco alla magistratura, perché ho profondo rispetto per l'ordine della magistratura» ha ribadito il responsabile di via XX Settembre: «le mie sono state riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere nelle discussioni dei magistrati, emergere non in modo carbonaro, ma in modo molto evidente. Oggi (ieri, ndr), leggerò frasi, che non sono mie, su cui invito questa Camera a riflettere non oggi, ma nel futuro, perché le ritengo fondamentali per costruire quelle regole e quella cornice democratica che consenta alle libere istituzioni di sopravvivere e di essere credibili». Il riferimento è ad alcune dichiarazioni pubbliche congressuali di Eugenio Albamonte, ex Segretario di AreaDg, e di Stefano Musolino, Segretario di Magistratura democratica. Insomma nessuna rivelazione choc: semplicemente Crosetto, come già fatto qualche settimana fa rispondendo ad una interpellanza di +Europa, ha risentito Radio Radicale e ha ampliato i suoi appunti. Il Ministro ha voluto poi ribadire quale sia secondo lui il ruolo che deve avere la magistratura, ossia quello di bouche de la loi, come prefigurava Montesquieu: «La volontà popolare risiede qui, la volontà popolare e le Camere fanno le leggi. I cittadini, i Governi, ognuno di noi rispetta le leggi. La magistratura vigila perché le leggi siano rispettate e, quando non vengono rispettate, commina le sanzioni necessarie. Questo è lo schema molto semplice che la nostra Costituzione definisce». Un riferimento altresì ai giudici che non hanno applicato il decreto Cutro e che ritengono in generale che, come sottolineato anche da Vladimiro Zagrebelsky su La Stampa, sia loro dovere disapplicare una norma se in contrasto con quelle europee: «Quando la legge diventa un accessorio, perché qualcuno pensa che la giurisdizione possa superarla, mi faccio una domanda, che non mi faccio io, si facevano i latini: quis custodiet custodes? Chi decide, in quel momento, qual è la linea da seguire? Questo Parlamento». Allo stesso tempo ha voluto far intendere che una maggioranza relativa del Governo non vuole uno scontro con la magistratura: «Sarebbe l'ora di costruire un tavolo di pace nel quale si definiscono le regole per la convivenza nei prossimi anni. Non è possibile che ci sia uno scontro dal '94 a oggi senza riportare la discussione e la composizione all'interno di quest'aula, che per la Costituzione è il luogo dove le regole vengono fatte». Il dibattito sulla giustizia in Aula nelle repliche Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd: «Immaginate rischi per il vostro governo per un'azione della magistratura, probabilmente per coprire i fallimenti emersi clamorosamente con la manovra finanziaria». Sulla stessa scia Valentina D’Orso del M5S: «Ministro, anche oggi (ieri, ndr) non ha chiarito quali fatti l'hanno spinta a formulare quelle gravi accuse. Perché lei ha accusato una parte della magistratura di intenzioni eversive. Era un'ennesima operazione di distrazione di massa per nascondere i fallimenti del governo? O era un'intimidazione? D'altronde è un'abitudine del governo Meloni aggredire chi si frappone alla sua marcia verso il baratro».  Benedetto Della Vedova, +Europa: «Un governo con un magistrato come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e cioè Mantovano, che secondo articoli di stampa mai smentiti avrebbe bloccato la nomina di un giudice di Bologna ‘reo’ di aver archiviato un caso relativo al suicidio assistito. Un governo che, a fronte di 30mila innocenti in carcere, si inventa nuovi reati che aumenteranno gli innocenti in carcere. Dov'è il garantismo del Governo?». Devis Dori (Avs): « Crosetto ha fatto Zelig: prima ha lanciato un allarme all’esterno, poi è venuto qui a fare l’istituzionale. Ha fatto la sua rassegna stampa, peraltro striminzita. Cosa c’è di eversivo in quelle frasi? Inoltre non ha fornito nessun elemento oggettivo per cui la magistratura vorrebbe condizionare le elezioni europee».  Simonetta Matone (Lega): «Valga per tutti  il famoso dialogo tra Palamara e un importante magistrato in cui si commentano le vicende giudiziarie del segretario del partito che mi ha eletto. Cito testualmente: “Non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando. Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il Ministro dell'Interno interviene perché questo non avvenga”. Risposta di Palamara: “Salvini ha ragione ma va attaccato” e l'altro magistrato, persona perbene: “Siamo indifendibili, indifendibili”». Giorgio Mulé (Fi): «Dorma sonni tranquilli, ministro Crosetto. E la metafora riferita a lei oggi non è casuale. I fantasmi della notte della democrazia vengono agitati e vivono solo negli incubi di chi ha paura di svegliarsi. Signor ministro Nordio, insieme abbiamo pensato e scritto le riforme della giustizia: approviamole, prima che sia troppo tardi». Roberto Giachetti (Iv): «Nelle rivelazioni del ministro Crosetto non vedo alcuno scandalo bensì la descrizione di una realtà che va avanti ormai da trent'anni: una parte della magistratura condiziona la vita dei governi e in parte anche della politica». Enrico Costa (Azione): «mi stupisco che sia stato chiamato oggi (ieri, ndr) il Ministro Crosetto a chiarire il senso delle sue affermazioni. A nostro giudizio, non c’era niente da chiarire perché ha detto delle cose che sono sotto gli occhi di tutti non da ieri ma da anni. La magistratura da anni cerca di condizionare il Parlamento e l'iter delle leggi, con dichiarazioni, proteste, interviste, scioperi. Cosa accadrebbe a parti inverse, se fossero i deputati che, durante le camere di consiglio, cercassero di condizionare i giudici?». Le reazioni nella magistratura Stefano Musolino, Segretario di Md, invita il Ministro ad un incontro pubblico: «Non ci riconosciamo in un confronto tra avversari, ma solo in un dialogo tra esponenti istituzionali, mosso dalla ricerca di soluzioni comuni ai molti problemi che attanagliano la giustizia. A questo scopo, però, è necessario che sia chiaro quale sia il piano di confronto disegnato dalla Costituzione ed il ruolo in questo della magistratura. Per questo sarei onorato di incontrare, anche pubblicamente, il Ministro Crosetto per chiarire questi profili preliminari e da qui avviare una discussione sulle proposte volte a migliorare l’efficienza del servizio giustizia». Giovanni Zaccaro, Segretario di AreaDg: «Sono contento che il ministro Crosetto abbia ribadito la centralità del Parlamento, in questi giorni in cui si pensa a una riforma che lo mette ai margini».

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