Rinviati a giudizio i 4 007 egiziani

 Valentina Stella Dubbio 5 dicembre 2023

Ieri il gup di Roma Roberto Ranazzi ha rinviato a giudizio i quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell'omicidio di Giulio Regeni, avvenuto in Egitto al Cairo tra il gennaio e il febbraio del 2016. Il processo è stato fissato al prossimo 20 febbraio davanti alla Corte d'Assise di Roma. Nei confronti degli imputati, il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif le accuse vanno dal concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato dalla tortura e sequestro di persona aggravato. La presidenza del Consiglio dei ministri sarà parte civile nel procedimento. Il giudice ha rigettato tutte le eccezioni compresa quella sulla giurisdizione presentate dalle difese degli imputati. Il processo si potrà celebrare perché a settembre la Corte Costituzionale «ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 420-bis, comma 3, cpp» disponendo che per le imputazioni di tortura statale la disciplina dell’assenza non può tradursi in una immunità “de facto”. «L'assenza degli imputati - ha affermato in aula il procuratore aggiunto, Sergio Colaiocco -    non ridurrà il processo ad un simulacro. Poter ricostruire pubblicamente in un dibattimento penale i fatti e le singole responsabilità corrisponde ad un obbligo costituzionale e sovranazionale. Un obbligo che la Procura di Roma con orgoglio ha sin dall'inizio delle indagini cercato di adempiere con piena convinzione». «Oggi (ieri, ndr) è una bella giornata, ringraziamo tutti»: è stata invece la prima dichiarazione di Paola Deffendi, la madre di Giulio Regeni, a margine del rinvio a giudizio. Positivo, tra l’altro, per l'avvocata della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, l’ «ulteriore notorietà, anche in Egitto, del procedimento a carico dei 4, anche in virtù del recente incontro tra il ministro Antonio Tajani e Al-Sisi, durante il quale il ministro degli Esteri ha informato il presidente egiziano che si procederà in Italia contro i quattro imputati». Prima dell’udienza si era tenuto un sit dinanzi il tribunale a cui ha partecipato anche la segretaria del Pd Elly Schlein: « Siamo qui per confermare la piena vicinanza alla famiglia di Giulio Regeni e non solo alla scorta mediatica che questa mattina è qui per seguire quello che speriamo essere finalmente la partenza di un processo che è stato molto atteso e a lungo ostacolato ma anche a quel popolo giallo che ha tenuto accesa l'attenzione in questi anni di mobilitazione fin dal febbraio del 2016». « La giustizia sta facendo il suo corso -  ha dichiarato dopo la decisione del gup la deputata dem Debora Serracchiani- .  È un dato che conforta quanti hanno profuso impegno per anni, anche quando ombre cupe hanno sembrato avvolgere la tragica morte di Giulio. Siamo a un passaggio importante, che apre un capitolo nuovo e da cui ci aspettiamo la verità processuale e la giustizia dovuta alla famiglia. Un risultato ottenuto da una grande mobilitazione dell'opinione pubblica e dalle istituzioni, tra cui annovero la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni», di cui è stata vice presidente. «Abbiamo aspettato ma alla fine la giustizia farà il suo corso grazie alla grande forza del papà e la mamma di Giulio e alla enorme mobilitazione che non si è mai sopita. Anche per tutti noi è una bella giornata»: così sui social il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. 

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