Sviene in aula la giudice onoraria in sciopero della fame da 16 giorni

 di Valentina Stella Il Dubbio 23 gennaio 2021

Vincenza Gagliardotto, giudice onorario al Tribunale di Palermo, ieri mattina è svenuta mentre si stava tenendo un’udienza: giunta al sedicesimo giorno di sciopero della fame per rivendicare i diritti delle toghe onorarie, le si è prima appannata la vista, poi l’ha raggiunta un torpore, è scivolata sulla sedia e si è accasciata a terra. Subito è intervenuto il medico del Tribunale, che ha rilevato la massima della pressione a 60: si è reso necessario l'arrivo dell'ambulanza e il trasporto in ospedale per effettuare altre flebo. Nel pomeriggio è rientrata a casa e ci dice: «Sia io che la collega Argiolas dobbiamo interrompere

lo sciopero perché i medici ci hanno assolutamente vietato di proseguire. Io sono svenuta, ma anche la collega stava iniziando a manifestare segni di affaticamento. Purtroppo il governo, indifferente alle nostre richieste, ci porta a questa lotta estrema. Siamo stanchi di continue promesse non mantenute e di lavori parlamentari che non vanno nella giusta direzione. Il presidente Conte nella sua replica al Senato ha detto che i magistrati italiani hanno una media di produttività tra le migliori in Europa. Ma questi risultati sono possibili anche grazie al lavoro di 5.000 magistrati onorari, non bisogna scordarlo».

Solidarietà bipartisan è giunta a Gagliardotto: Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama, ha invitato Bonafede ad ascoltare «il grido di donne e uomini volenterosi, che contribuiscono alla tenuta del sistema giustizia». Mentre per il vicepresidente dei senatori pd Franco Mirabelli questo episodio «conferma la necessità

di dare al più presto risposte alle loro istanze». La soluzione immediata, secondo la Consulta della magistratura onoraria, è un decreto: «Chiediamo e chiederemo senza retrocedere di un passo la decretazione d’urgenza che, in pochissime e chiare lettere, riconosca ai magistrati precari in servizio le tutele giuslavoristiche loro spettanti di diritto. Rifiuteremo ogni ipotesi di normazione emergenziale che non includa l’immediato riconoscimento di tutele economiche e lavoristiche adeguate, che persista nell’indecoroso solco tracciato dalla riforma Orlando, così come ogni escamotage per perdere tempo».

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