Si apre oggi a Milano processo per 11 agenti accusati di pestaggio

 di Valentina Stella Il Dubbio 15 gennaio 2021

Si apre oggi a Milano il processo a carico di undici persone, tra ispettori e agenti di polizia penitenziaria, per presunte intimidazioni e pestaggi, avvenuti tra il 2016 e il 2017, ai danni di un tunisino di 52 anni, Ismail Ltaief, detenuto allora per tentato omicidio nel carcere milanese di San Vittore. Le accuse verso gli agenti (non più in servizio nel carcere del capoluogo lombardo, ma in altri istituti) sono, a vario titolo, intralcio alla giustizia, lesioni, falso e sequestro di persona. Reato quest’ultimo contestato solo ad alcuni imputati, in quanto in uno dei due pestaggi, l'uomo 50enne  sarebbe stato ammanettato e trasferito in una stanza in uso ad uno degli agenti sotto inchiesta per poi essere picchiato con un tirapugni. Le aggressioni contro il recluso sarebbero state inflitte con l’obiettivo di punirlo perché nel 2011, quando era in cella a Velletri (Roma), aveva denunciato altri agenti per furti in mensa e percosse. Ismail Ltaief all’epoca dei fatti lavorava nelle cucine del carcere laziale. Quando si accorse che alcuni agenti di polizia penitenziaria sottraevano regolarmente cibo destinato ai detenuti per portarlo fuori dal carcere, li ha denunciati. Da quel momento per lui iniziò un incubo, fino al brutale pestaggio. E violenza chiamò violenza perché i pestaggi che avrebbe subito a San Vittore sarebbero avvenuti anche con lo scopo di impedirgli di testimoniare in aula in quell’altro processo. Il caso era stato sollevato dal Partito Radicale in una conferenza stampa tenuta alla Camera da Marco Pannella, Rita Bernardini, Irene Testa e l'avvocato Alessandro Gerardi che lo ha assistito per i fatti di Velletri. Per quella vicenda due agenti sono stati condannati in primo grado (il terzo è morto durante il processo), altri due assolti in appello. Adesso, come ci spiega il legale che segue Ismail a Milano, l’avvocato Matilde Sansalone « ci auguriamo che il processo proceda senza interruzioni, considerato che sarebbe dovuto iniziare a febbraio dello scorso anno. L'auspicio è che possa essere celebrato con la massima serenità tra le parti, nonostante il tema sia molto delicato e spinoso. Non vogliamo di certo criminalizzare tutta la categoria degli agenti di polizia penitenziaria». A corroborare la versione del detenuto ci sarebbe la relazione di un medico incaricato dal pm, insieme alle dichiarazioni di due testimoni oculari e di una volontaria del carcere. La novità è che il Ministero della Giustizia è stato citato, su richiesta dell'avvocato di Ismail, in qualità di responsabile civile perché i presunti pestaggi sono avvenuti mentre gli agenti erano in servizio. 


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