Bonafede o un altro ci troverà qui a lottare

 di Angela Stella Il Riformista 27 gennaio 2021

«Memento: chiunque tu sarai, noi saremo qui ad aspettarti per il rispetto dei diritti umani dei detenuti»: queste sono le parole scritte su un grande post-it affisso ieri da Rita Bernardini e Sandro Veronesi sulla facciata del Ministero della Giustizia. Giunta oggi al suo terzo giorno di sciopero della fame, la Presidente di Nessuno tocchi Caino e membro del Consiglio Generale del Partito Radicale ieri ha camminato per circa un'ora sotto il Ministero a via Arenula proprio insieme al noto scrittore «per ricordare a Bonafede quali sono i suoi obblighi nei confronti dei detenuti. Giustizia e carceri sono stati i punti critici di questo Governo, soprattutto per la mancanza di volontà di dialogo. Finora mentre Conte ci ha ricevuto, da Bonafede non c'è stata nessuna volontà di dialogo». Quel messaggio sul post-it, dopo poco rimosso dagli agenti della polizia penitenziaria, vuole significare che a prescindere da chi sarà fra qualche giorno il Ministro della Giustizia - se ancora l'attuale o un altro  più illuminato in tema di esecuzione penale - lei sarà lì a vigilare, insieme a chiunque voglia sposare la battaglia radicale. L'iniziativa "Memento" era stata preannunciata insieme alla ripresa del digiuno nonviolento e proseguirà oggi con Luigi Manconi sempre a partire dalle ore 13, seguito nei prossimi giorni da Roberto Saviano e Giovanni Maria Flick, oltre ai garanti regionali dei detenuti, come Samuele Ciambriello della Campania, e alle centinaia di docenti di diritto penale e penitenziario guidati dai professori Giovanni Fiandaca e Massimo Donini autori dell'Appello "Per un carcere più umano". Pur nell'incertezza che sta vivendo il Governo in questi giorni, Bernardini annuncia al Riformista che comunque «proseguirò lo sciopero della fame perché durante la crisi politica purtroppo non si sospende la violazione dei diritti umani dei detenuti». Della sua passeggiata con lo scrittore due volte vincitore del premio Strega Sandro Veronesi, che si può rivedere su Radio Radicale, ci dice: «Sandro ha una conoscenza incredibile del carcere, ma soprattutto conosce i meccanismi della sofferenza della pena». Mentre parliamo con Bernardini, l'Ansa batte una notizia relativa ai braccialetti elettronici in cui si rende noto un comunicato di Fastweb che avrebbe «eseguito con diligenza e tempestività tutte le attività previste, attivando e disattivando i braccialetti secondo le indicazioni ricevute dalle Forze di Polizia e in nessun caso è stata disattesa da parte di Fastweb una richiesta di attivazione di braccialetto elettronico». Secondo Fastweb «il numero di braccialetti in uso dipende non da una carenza di dispositivi ma esclusivamente dalle attivazioni e disattivazioni disposte dalle Autorità competenti». A conferma della risposta tempestiva alle richieste delle autorità competenti, Fastweb cita le dichiarazioni fatte il 15 gennaio scorso dal Viceministro Crimi in risposta a una interpellanza dell'onorevole di Italia Viva Roberto Giachetti: «alla data odierna, non risultano richieste pendenti da parte dell'Autorità Giudiziaria, in quanto tutte le istanze presentate sono state gestite o programmate». Per Rita Bernardini «che Crimi dica che non ci sono stati problemi nella fornitura dei braccialetti mi sembra strano visto che più volte quando servivano non erano a disposizione per concedere le misure alternative. Mi pare che qui ci sia il solito rimpallo di responsabilità». Comunque secondo l'aggiornamento di ieri del Ministero della Giustizia, sono 615 i detenuti attualmente positivi al covid-19, 51 in meno rispetto alla settimana precedente; 592 invece gli agenti di polizia penitenziaria positivi, anche loro diminuiti di 20. Sul fronte dei vaccini Stefano Anastasia, Garante dei detenuti del Lazio, chiarisce: «siamo riusciti ad ottenere una dichiarazione pubblica del commissario per l'emergenza Domenico Arcuri per cui detenuti e personale carcerario possono completare la vaccinazione in un momento successivo a chi ha più di 80 anni, quindi prima dell'estate come inizialmente previsto. Però ora da un lato il ritardo della consegna generale dei vaccini inciderà ovviamente anche sul piano vaccinale della popolazione carceraria, dall'altro lato le Regioni stanno aspettando indicazioni scritte per provvedere fattivamente a quanto annunciato da Arcuri». Un altro passo importante è comunque essere riusciti a porre sulle stesso piano delle tempistiche vaccinali operatori, agenti e detenuti perché ad un certo punto si era pensato di lasciare indietro i reclusi: «qui parliamo di comunità fatte di chi vive e di chi lavora in carcere. È essenziale dunque vaccinare tutti senza discriminazioni. Comunque ricordiamo che si tratta di circa 100.000 persone  che su 50 milioni è una bassa percentuale». Un risultato importante è però stato raggiunto per le Rems nel Lazio: « è stato compiuto il secondo ciclo di vaccinazioni in tre Rems della regione, mentre è terminato il primo ciclo nelle altre due rimanenti», conclude Anastasia.  Purtroppo si deve registrare il suicidio di un Assistente Capo Coordinatore del Corpo di Polizia Penitenziaria, in servizio nel carcere di Rebibbia. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. L'uomo, 48 anni, si è impiccato in casa ieri  notte. Negli ultimi due anni, sostiene il Sappe, sono stati 15 i poliziotti penitenziari che si sono tolti la vita, questo è il primo caso del 2021.

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