Iter veloce per il ddl sui giudici onorari he però dicono: Testo deludente
di Valentina Stella Il Dubbio 14 gennaio 2021
Come bisogna leggere l'accelerazione data in Commissione
giusitizia del Senato alla riforma della magistratura onoraria? La domanda non
è scontata come vedremo a breve. Cosa è successo intanto: due giorni fa, su
proposta dell'opposizione, si è deciso all'unanimità che l'esame del testo procederà
in sede deliberante, senza cioè passare per la trattazione in Assemblea. Il
testo rappresenta la sintesi di vari provvedimenti: un disegno di legge
governativo presentato nel Conte I, e altri quattro di modifica di passati
decreti. Per le senatrici e i senatori M5S della commissione « è
indispensabile integrare la normativa Orlando del 2017 che si è rivelata insufficiente
a garantire dignità e maggiore sicurezza a tanti professionisti che portano avanti
una mole di lavoro enorme». Mentre per i senatori Balboni (FdI), Pillon (Lega) e Caliendo (Forza Italia) «ciò consentirà un
esame e un’approvazione più celere della riforma, segnale concreto di
sensibilità per le legittime richieste di tutela degli elementari diritti dei
magistrati onorari, a favore dei quali si sono espressi sia l’Anm sia numerose
pronunce della magistratura». Al Dubbio
il senatore dem Mirabelli precisa: «abbiamo anche noi sostenuto la necessità di
fare in fretta perché i temi che sono stati posti dalle sentenze e dalle
mobilitazioni di questi ultimi mesi richiedono risposte che non possono essere
date nei tempi dei tradizionali percorsi parlamentari. La sede deliberante è
una occasione per accelerare ma continuo a pensare che la nostra proposta di un
decreto sia l'unica che possa dare risposte in tempi più rapidi». Se
l'accelerazione e un testo di sintesi sono sicuramente segnali positivi c'è da
ravvisare comunque malcontento nella categoria: Vincenza Gagliardotto, Got al Tribunale di Palermo e da 8
giorni in sciopero della fame, «teme» che «in Commissione non stiano prendendo in considerazione le
istanze per cui stiamo lottando. Continuano a parlare di 'indennità' e non di
retribuzione. Ciò significa non volerci riconoscere come lavoratori subordinati.
Addirittura c'è la possibilità che potremmo arrivare ad un massimo di 1300 euro
e senza alcuna tutela sociale. Queste sarebbero le migliorie a cui stanno
lavorando? Spero che a fine mese il Ministro Bonafede incontri una nostra
delegazione perché la strada intrapresa fino ad ora è quella sbagliata». Stessa
critica arriva dall'Associazione Assogot: «una riforma che continui a prevedere solo indennità a
cottimo, legate a specifiche prestazioni o, in alternativa (a partire non si sa
bene da quando) ad imprecisati "impegni", rinviando ad un futuro più
che mai incerto tutto quanto attiene ai basilari diritti giuslavoristici, non è
certo la soluzione che ci aspettiamo dal Parlamento». Per Raimondo Orrù, Presidente di
Federmot, «è positivo che si abbrevino i tempi ma in realtà le proposte che
abbiamo letto fino ad ora non ci soddisfano. La soluzione migliore sarebbe un
decreto d'urgenza, come già prospettato dal sottosegretario Ferraresi, anche
perché con una crisi di Governo c'è il rischio che tutto si areni. Peggio di
questo testo c'è solo la proroga della riforma Orlando: gli uffici giudiziari
stanno cercando, anche tramite l'Anm, di fare pressione politica perché per i
togati un nostro impegno di soli 3 giorni a settimana significherebbe la
chiusura». Per Cristina Piazza, delegata della Consulta della Magistratura
Onoraria, «occorrerà capire quali modifiche si intendono far passare. Se i
Senatori vogliono modificare il testo in discussione con opportuni emendamenti,
saremmo ben felici di dare il nostro apporto alla stesura, perché al momento
sappiamo poco, stiamo vivendo un momento molto delicato. Certamente saremo
molto combattivi se il risultato finale che vogliono raggiungere è quello di
inquadrarci come liberi professionisti, con un tetto di 31.000 euro lordi
all'anno e con l'iscrizione alla sezione separata Inps totalmente a nostro
carico. Si tratterebbe di una Orlando camuffata che ci dipinge come equiparati agli
autonomi. Dopo le parole del Presidente della Consulta e i passi avanti fatti
anche in sede europea non possiamo pensare di tornare indietro rispetto ad una
sistemazione analoga a quella definita dalla legge 217/74». A dettare un forte
slancio in avanti a favore della tutela dei diritti della magistratura onoraria
sono state anche le parole del Consigliere del Quirinale per gli Affari
dell'amministrazione della giustizia Stefano Erbani rivolte alla Presidente del
direttivo AssoGot Valeria Pappalardo. Il Presidente Marratella «segue con
grande attenzione - scrive Erbani - i problemi della Magistratura onoraria,
nella consapevolezza del fondamentale contributo che la stessa apporta, con il
suo costante operato, alla funzionalità e all'efficienza della giustizia [..]Sarà
curata la tempestiva trasmissione delle richieste avanzate nell'interesse
dell'associazione al competente Ministro della Giustizia, sollecitandone
l'attenzione».
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