«Il governo mantenga le promesse altrimenti riprenderemo la protesta»

 di Valentina Stella Il Dubbio 2 gennaio 2021


«Se entro il 7 gennaio non ci sarà un gesto concreto da parte delle istituzioni per sanare la situazione giuslavorista della magistratura onoraria riprenderò lo sciopero della fame» : a parlare così al Dubbio nel primo giorno del nuovo anno è la dottoressa Vincenza Gagliardotto, Got al Tribunale di Palermo, pronta dunque a riprendere l'iniziativa nonviolenta insieme alla sua collega Sabrina Argiolas. Le due già a dicembre avevano intrapreso un digiuno per quindici giorni, poi lo avevano interrotto grazie ad alcune interlocuzioni con contatti istituzionali che avevano aperto la strada alla decretazione d'urgenza, come ipotizzato dallo stesso sottosegretario Vittorio Ferraresi. «Non possiamo più aspettare - ci dice Gagliardotto -. Non chiediamo la luna,


ma un decreto legge che ci qualifichi come lavoratori subordinati. Mi auguro che chi ci ha fatto delle promesse le mantenga. Sono più di vent'anni che dialoghiamo con le istituzioni, non ricordo più le volte che ci hanno parlato di disegni di legge. Ora basta, l'unico atto normativo auspicabile è un decreto legge». Anche perché a metà gennaio c'è una scadenza importante: in vista dell'imminente entrata in vigore della riforma Orlando «il 17 gennaio dovremo comunicare ai Presidenti dei Tribunali la scelta tra le due opzioni, tenere tre o una udienza a settimana. Tale prospettiva è per noi insostenibile economicamente, anche perché tanti di noi non hanno un doppio lavoro. Abbiamo dedicato anni e anni ad amministrare la giustizia ma lo Stato ci volta sempre le spalle. Chiediamo al ministro Bonafede un intervento serio per porre fine a questa ingiustizia. Lo dicono le sentenze europee e italiane». A rivolgersi al Guardasigilli è stato due giorni fa con una lettera anche il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che ha chiesto di «intervenire per porre fine al contesto di incertezza in cui sono costretti a operare i magistrati onorari». È necessario che si approntino, ha


ribadito Musumeci, «adeguate misure economiche, previdenziali e sociali per consentire anche al popolo della magistratura onoraria di porre basi certe per la costruzione del proprio futuro». Da giorni si susseguono sull'isola le manifestazioni di protesta dei magistrati onorari in servizio che chiedono «in modo condivisibile - ha scritto Musumeci la regolamentazione del loro rapporto di lavoro e, conseguentemente, il riconoscimento di diritti ormai ineludibili». D’altronde, ha concluso il Presidente, «in Sicilia, come nel resto d’Italia, è noto il contributo che la magistratura onoraria offre al funzionamento del sistema giudiziario: si tratta di centinaia di giudici di pace, giudici onorari di tribunale e di vice procuratori onorari che quotidianamente svolgono il proprio servizio in una condizione di preoccupante precariato».

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