Esame avvocato: replica e controreplica

 Il Dubbio 15 giugno 2021


Egregio Direttore, in relazione all'articolo giornalistico di Valentina Stella, pubblicato in data 12 giugno '21 sulla nota vicenda degli esami di abilitazione all'esercizio della professione forense del distretto di Brescia, in qualità di presidente della commissione di Lecce interessata, mi preme replicare brevemente agli interrogativi posti dalla giornalista nella parte finale dell'articolo. Ebbene, al quesito posto, relativo alla necessità che sia il componente magistrato a richiamare la commissione giudicatrice a valutazioni più rigorose, rispondo che è evidente che così non può essere, né lo è stato nel caso di specie, atteso che nella valutazione del singolo candidato la commissione, sulla base del rendimento dello stesso, ha deciso all'unanimità per la idoneità o non idoneità. Quanto al quesito posto dalla giornalista circa l'intenzione di mantenersi bassi prima di aver ascoltato il singolo candidato, giova sottolineare che così non è stato nel caso di specie, atteso che il colloquio indebitamente ascoltato all'esterno, in palese violazione della camera di consiglio, e senza che nessuno si fosse preoccupato di avvisare i commissari che il collegamento con la sede bresciana fosse ancora in atto, si è tenuto solo dopo aver esaminato il candidato (peraltro poi giudicato idoneo) e non prima della sua prova. Il componente esterno collegato non avrebbe potuto e dovuto spegnere il microfono, perché altrimenti non sarebbe riuscito a comunicare con gli altri due commissari. Nessun pregiudizio ha mosso e muoverà dunque l'operato della commissione. Peraltro, mi chiedo, al componente magistrato cosa mai può interessare di fissare un numero massimo o minimo di abilitati alla professione forense? È chiaro che allo stesso magistrato, come a tutta la commissione, che lavora con serenità, sta a cuore solo assicurare ed accertare la preparazione dei candidati. Sperando di essere stato utile alla corretta informazione di stampa, porgo distinti saluti. Avv. Dario Congedo.

Risposta

Gentile avvocato, grazie mille per questo suo utilissimo contributo ad una vicenda che ha destato non poche preoccupazioni. È sicuramente importante rasserenare i candidati, in un momento di incertezza e stress. Tuttavia è nella stessa relazione da Lei trasmessa al Ministero e resa pubblica dal sottosegretario Sisto che leggiamo che il commissario magistrato «in prima battuta chiedeva agli altri componenti notizie sugli esiti delle prime prove alle quali non era stato presente, invitando come sovente accade nelle discussioni interne ad una commissione giudicatrice a valutazioni più rigorose». Da qui la mia prima domanda volta a ribadire l'autorevolezza dell'avvocatura in tale circostanza. Riguardo al secondo mio quesito, la relazione dà una spiegazione solo sull'espressione «stiamo bassi», nulla su quella che la precedeva, ossia « non possiamo promuovere tutti». In ultimo, in merito al « colloquio indebitamente ascoltato all'esterno», l'on. Sisto ha chiarito: « deve ritenersi che gli accorgimenti tecnici per garantire la segretezza della camera di consiglio non siano stati adottati e che, in particolare, la discussione tra i commissari della IV sottocommissione di Lecce sia avvenuta, inavvertitamente, nella medesima stanza virtuale utilizzata per l’esame del candidato e il collegamento con il segretario presenti a Brescia».  (VS)

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue