Separare le carriere è una scelta di civiltà

 di Valentina Stella Il Dubbio 25 giugno 2021


La manifestazione « ha rappresentato un risultato straordinario, con la presenza di tante forze politiche a sostegno della battaglia della separazione delle carriere, un dato che dovrebbe far riflettere»: sono queste le prime considerazioni del Presidente dell'Unione delle Camere Penali Gian Domenico Caiazza a margine della manifestazione organizzata ieri a Roma per chiedere alle forze politiche di accelerare l'iter parlamentare di discussione sulla proposta di legge di iniziativa popolare per separare le carriere di magistratura requirente e giudicante. A rispondere all'appello Matteo Salvini: «Insisterò affinché il Parlamento riprenda l'esame di una proposta sacrosanta che è arrivata da migliaia di cittadini. Noi alimenteremo questa fiammella per la separazione delle carriere che è una scelta di civiltà. E se arrivano un milione di firme per i referendum promossi con il Partito Radicale questo aiuterà il Parlamento che deve fare le riforme».  E ha concluso con una stoccata a Conte: «Quando parlai del tema con l'ex presidente del Consiglio, un avvocato come voi, mi disse 'lavoriamo su tutto ma non su quello perché chi tocca la separazione delle carriere si fa male'. Io sono a processo il 15 settembre con assoluto orgoglio». Caiazza ha poi reso il favore: «abbiamo 131 camere penali in tutta Italia. Mi auguro che, ferma l'idea centrale della riforma costituzionale della separazione delle carriere, i penalisti italiani sappiano dare il loro contributo per raggiungere l'obiettivo delle firme necessarie per votare poi i quesiti referendari. Non si deve e non si può fallire questo obiettivo, a maggior ragione dopo la presa di posizione dell'Anm». E ha evidenziato: «siamo in una fase di straordinaria delicatezza del quadro politico ed istituzionale.  È il momento di accelerare sulla separazione delle carriere. Per questo chiediamo alla politica di affrontare con coraggio questo tema, di riprendere il percorso di discussione della nostra proposta di legge di iniziativa popolare». E in riferimento alla contrarietà della magistratura associata, Caiazza ha ribadito: «Non saltiamo al collo, come ha detto il presidente dell’Anm, di una magistratura agonizzante, vogliamo una magistratura forte. La magistratura è forte quando è credibile. La credibilità è il solo tema importante agli occhi dei cittadini. Ai cittadini interessa solo che il giudice sia indipendente dalla politica, dalle forze economiche e sociali e soprattutto dagli uffici di procura». A sostenere l'iniziativa il sottosegretario alla Giustizia e deputato di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto: «un penalista militante anche se diventa sottosegretario non cambia idea. Rimane un penalista legato ai valori del diritto di difesa. Si è aperta una nuova stagione che deriva da un cambiamento radicale di prospettiva: oggi al Ministero della Giustizia si respira un'aria intrisa di costituzione. Ho avuto l'onore di essere il relatore della pdl che aveva la caratteristica di chiarire che chi accusa non può essere colui che giudica. Nella riforma dell'ordinamento vi è un passaggio che è viatico per la separazione: la riduzione delle ipotesi dei passaggi di funzioni. È vero: bisogna riattivare il percorso di discussione della pdl ma spetta al Parlamento». Incalzato dal past president dell'Ucpi, Beniamino Migliucci sulle sorti dell'appello, Sisto ha chiarito: «non scherziamo sull'appello. Nessuno pensi di poter fare una limatura delle unghie del diritto di difesa scambiando l'appello con la settima sezione della cassazione. Voglio essere chiaro: in me troverete chi si opporrà strenuamente a qualsiasi forma di attacco al diritto di difesa. Non possono privarci di un secondo grado di giudizio di merito. Io non sono pessimista».  Presente anche Maria Elena Boschi, deputato di IV: « Italia viva è accanto ai penalisti, perché non solo condividiamo la battaglia per la separazione delle carriere, ma pensiamo che sia urgente una riforma complessiva della giustizia». Il deputato di Azione Enrico Costa: «Oggi (ieri, ndr) in piazza a Roma per la separazione delle carriere c'eravamo tutti, maggioranza e opposizione, senza distinzioni di casacca politica. Mancavano solo M5s e Pd. Ormai inseparabili nella conservazione di un sistema che fa acqua da tutte le parti». Per Fratelli d'Italia è intervenuto il senatore Alberto Balboni: «siamo qui perché la separazione delle carriere è la riforma fondamentale per garantire il compimento dell'articolo 111 della Costituzione, non ci può essere un giusto processo senza una parità assoluta tra accusa e difesa». Ha preso la parola anche il presidente del Coa di Roma, Antonino Galletti che ha partecipato «la piena adesione alle ragioni della manifestazione». L’affaire Verbania che, come ha detto il presidente della Camera Penale di Roma Vincenzo Comi,  «insieme a tutte le vicende che hanno caratterizzato la magistratura in quest’ultimo anno dimostra che è improcrastinabile una riforma della magistratura che restituisca credibilità alla giustizia davanti ai cittadini» è stato invece al centro dell'intervento di Gabriele Pipicelli, presidente della Camera Penale di Verbania, che sui fatti eclatanti relativi al procedimento del Mottarone tolto alla gip Banci Buonamici ha fatto una precisa richiesta: «si metta a disposizione di tutti, si renda pubblica la email scritta dal procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, "per avere informazioni in ordine all’esistenza, alla portata e allo ‘spessore’ delle asserite minacce o intimidazioni che sarebbero state rivolte alla dottoressa Banci Bonamici". È davvero solo questo il contenuto di quella email?E inoltre sarebbe importante sapere cosa è accaduto nel Consiglio giudiziario di qualche giorno fa. Cosa ha detto la Banci? Cosa è stato trasmesso al Csm?».

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