Spangher: le carriere vanno separate

 Valentina Stella Dubbio 29 settembre 2023

Sono riprese ieri in Commissione Affari Costituzionali della Camera le audizioni sulle proposte di legge a favore della separazione delle carriere. Sono intervenuti  Giorgio Spangher, professore emerito di procedura penale presso l'Università La Sapienza di Roma, Giuseppe di Federico, professore emerito di ordinamento giudiziario presso l'Università degli Studi di Bologna e di Daniela Cavallini, professoressa associata di ordinamento giudiziario presso l'Università degli Studi di Bologna. Il primo, già membro laico del Csm, si è favorevole alla riforma: «con riferimento al paventato condizionamento della magistratura da parte dell’esecutivo, non si considera come invece sia la politica ad essere ostaggio della magistratura  - dove non tutti possono difendersi: Open arms - , come emerso dalle dimissioni di ministri e da crisi di governo (Mastella Ministro di Giustizia), ma più recentemente dalle modifiche normative richieste e ottenute come nel caso delle sezioni unite Cavallo, ma non più tardi di ieri di fronte al diktat della Procura Nazionale Antimafia in relazione a una singola decisione della Cassazione».  Per il professore «deve ritenersi che sia giunto il momento di fare la riforma. La politica farà le sue scelte: certamente non è più possibile che giudici e pubblici ministeri condividano la stessa casa, anche se non è detto che le due case siano necessariamente la fotocopia una dell’altra». Insomma dice Spangher « si faccia la riforma, anche affrontando il referendum. La stessa ANM ha detto che bisogna investire la società del problema prospettando pregiudizi per la democrazia che sarebbero insiti nella riforma. Spetterà alla società, al popolo -  ex art. 1 Cost. nel cui nome ai sensi dell’art. 101 Cost. e art. 546 c.p.p. nel cui nome sono emesse le sentenze -  decidere se è proprio così».


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