Presunzione di innocenza: monitoraggio a rilento

 Valentina Stella Dubbio 15 settembre 2023

È caccia ai quattro magistrati sotto procedimento disciplinare per una eventuale violazione della norma sulla presunzione di innocenza. La notizia è stata resa nota due giorni fa dal Ministro Nordio che, rispondendo ad una interrogazione del deputato di Azione Enrico Costa, ha detto: « Sono state già iniziate alcune azioni disciplinari: una su segnalazione del nostro Ispettorato e tre su esercizio della procura generale della Corte di Cassazione, per violazione di quest'ultima norma». Ma i soggetti o le procure responsabili restano ignoti: bocche cucite sia da Via Arenula che dal Csm. Evidentemente dopo il caso Donzelli/Delmastro l’attenzione alla riservatezza è ancora più alta. Ma comunque, anche quei magistrati hanno diritto alla presunzione di innocenza quindi non spetterebbe a questo giornale farne i nomi visto che ancora non c’è una sentenza definitiva nei loro confronti in sede disciplinare. Certo sarebbe stato interessante capire quale parte della norma sia stata violata, però anche su questo non si riesce a sapere nulla. Costa, sarcasticamente, sapendo che il Csm aveva appena nominato Nicola Gratteri nuovo Procuratore capo a Napoli, ha esordito così in Aula: «Parliamo di presunzione di innocenza nel giorno in cui al Csm si celebra il funerale della presunzione di innocenza». Proprio Gratteri, quando era stato audito dalla V Commissione del Csm, a chi gli chiese quali fossero i suoi rapporti con la stampa, rispose ironicamente: «Faccio le conferenze stampa per dire “Buongiorno, abbiamo arrestato 200 presunti innocenti”. Lo dico apposta perché io non condivido quest'ultima riforma fatta dall'ex Ministra Cartabia». Tornando all’interrogazione parlamentare il responsabile giustizia di Azione aveva rilevato che sarebbero in atto diverse violazioni: dal mancato rispetto del divieto di assegnare ai procedimenti penali denominazioni lesive della presunzione di innocenza alla violazione della norma che impone al procuratore della Repubblica di mantenere i rapporti con gli organi di informazione esclusivamente tramite comunicati ufficiali oppure, nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti, tramite conferenze stampa, alla norma che stabilisce che la determinazione di procedere a conferenze stampa sia assunta con atto motivato in ordine alle specifiche ragioni di pubblico interesse che la giustificano; «enormi violazioni si sono palesate, inoltre, in merito alla diffusione di informazioni sui procedimenti penali da parte delle forze di polizia». Quindi ha chiesto al Guardasigilli “quale sia lo stato di attuazione della normativa”, “se sia stato effettuato il monitoraggio” e se “siano state avviate azioni disciplinari nonché se, anche sulla base degli esiti del monitoraggio, intenda avvalersi della facoltà di adottare, entro il 14 dicembre 2023, un decreto legislativo recante correttivi e integrazioni al decreto legislativo” prevedendo persino il divieto di pubblicazione dell'ordinanza di custodia cautelare. La risposta del Guardasigilli non è stata altrettanto dettagliata perché il monitoraggio è iniziato da poco. Non ha fatto alcun accenno riguardo ai correttivi al divieto di pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare: “È un discorso un po’ difficile da fare dal punto di vista tecnico, però vorrei ricordare che ancora oggi il nostro codice di procedura penale è estremamente ambiguo sul fatto che alcune comunicazioni perdano la loro segretezza, ma ciononostante non siano pubblicabili. In realtà la giurisprudenza, come sapete, ha interpretato questa norma nel senso che una volta che un atto non ha più segreto anche se non è pubblicabile, quantomeno può essere divulgato». Nordio ha ammesso che «ci sono state effettivamente delle violazioni di questa norma a suo tempo e non sono state esercitate azioni disciplinari, in questo momento noi stiamo monitorando con grande attenzione queste eventuali violazioni così come stiamo predisponendo eventuali correttivi per correggere le ambiguità di questa normativa, e ci riserviamo di dare dei dati ulteriori e più specifici magari durante il prossimo colloquio”. Costa ha replicato: «Avremmo voluto una puntuale affermazione in ordine all'inserimento e all'introduzione, in questo decreto correttivo, di una modifica dell'articolo 114 del cpp, nel senso che non si può pubblicare testualmente l'ordinanza di custodia cautelare. Perché succede che, da un lato, la legge sulla presunzione di innocenza impedisce al procuratore della Repubblica di parlare dell'indagine, salvo che ci siano questioni di interesse pubblico. Cosa fanno il procuratore della Repubblica o il PM? Nella propria richiesta cautelare infilano tutto quello che vorrebbero dire, ma non possono dire. Poi, l'ordinanza di custodia cautelare viene emanata e viene pubblicata su tutti i giornali: quello che è uscito dalla porta rientra dalla finestra».

 

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