Carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola

 Angela Stella Unità 7 settembre 2023

Sono 14 gli articoli che compongono la bozza del decreto legge 'Recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile' che il Governo approverà oggi in Consiglio dei Ministri. Al testo – sintetizzato come dl Caivano -  hanno lavorato negli scorsi giorni,  in via Arenula e in Piazza del Viminale, i tecnici degli uffici legislativi della Giustizia e dell’Interno coi contributi di altri dicasteri e col coordinamento di Palazzo Chigi.  Il vice premier Salvini ieri a Rtl 102.5 ha auspicato che si arrivi ad “abbassare l'età per essere imputabili”: “è utile perché il 14enne che gira con un coltello o con una pistola, è capace di intendere e volere e se sbaglia, se uccide, se rapina, se spaccia deve pagare come paga un 50enne”. In realtà il codice penale già prevede quanto richiesto dal leader del Carroccio: mentre l’art. 97 del codice penale indica che il minore infraquattordicenne non è mai imputabile, l’art. 98 cp indica che “è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, aveva compiuto 14 anni ma non ancora i 18, se aveva capacità di intendere e di volere; ma la pena è diminuita”. Proprio su questo, alla vigilia del Cdm di oggi, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha scritto una nota al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in cui tra l’altro si dice“Il primo punto fermo è che abbassare l’età imputabile non serve. Già oggi il minorenne che ha meno di 14 anni e commette reato può essere convocato davanti a un giudice. Inoltre, ove ne ricorrano le condizioni, può essere destinatario di interventi di sostegno che includano anche la sua famiglia. Nei casi più gravi anche il minore di 14 anni può essere destinatario di misure di sicurezza basate sulla sua pericolosità sociale. Le misure di sicurezza possono essere eseguite nella forma del collocamento in comunità, della permanenza in casa o di prescrizioni specifiche da parte del magistrato, che ad esempio possono consistere anche nel divieto di frequentare alcuni luoghi. Tra l’altro, nei paesi nei quali l’età imputabile è più bassa non mi risulta che le cose vadano meglio”.  Fatta questa premessa le novità più significative sarebbero: daspo urbano (ordine di allontanamento) e avviso orale del questore anche per i minorenni ritenuti socialmente pericolosi che abbiano compiuto 14 anni. “L'avviso orale può essere rivolto anche ai soggetti minori di diciotto anni che hanno compiuto il quattordicesimo anno di età - si legge all’articolo 4 (Disposizioni in materia di prevenzione della violenza giovanile) della bozza -. Ai fini dell'avviso orale, il questore convoca il minore, unitamente ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilità genitoriale. Gli effetti dell'avviso orale di cui al presente comma cessano comunque al compimento della maggiore età”. Inoltre fino a quando non è proposta querela o non è presentata denuncia per taluno dei reati di cui agli articoli 581 (percosse), 582 (lesione personale), 610 (violenza privata), 612 (minaccia) e 635 (danneggiamento) del codice penale, “commessi da minorenni di età superiore agli anni quattordici nei confronti di altro minorenne, è applicabile la procedura di ammonimento”. A ciò si aggiunge che “qualora il fatto commesso da un minore di età compresa fra i dodici e i quattordici anni sia previsto dalla legge come delitto punito con la reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni, è applicabile la procedura di ammonimento”. Infine il provvedimento aggiungerebbe un nuovo articolo che punisce fino a due anni di carcere “chiunque, rivestito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore, omette, senza giusto motivo, d'impartirgli o di fargli impartire l'istruzione obbligatoria”. Nulla invece al momento, come voluto dalla Ministra Roccella, per proteggere i minori dai contenuti pornografici online. L’aggancio con l’attualità era stato fornito all’esecutivo appunto dal duplice stupro di Caivano e dall’appello di don Patriciello: “Oscurare i porno ai più giovani”. Così commenta all’Unità il Garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia: “Ancora una volta risposte emergenziali a problemi strutturali si risolvono in misure penali o amministrative-penali, con l’illusione che possano cambiare il degrado delle periferie, la povertà dei legami sociali, una cultura violenta e predatoria della sessualità diffusa anche tra le più giovani generazioni. Salvo qualche investimento benemerito, non credo che queste misure cambieranno la realtà che vorrebbero affrontare, mentre aggraveranno il sovraffollamento penitenziario e la marginalità sociale di una parte della cittadinanza, giovanile e non”.


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