Intercettazioni: Costa (Az), appello a FI, non ritiri emendamenti

 Valentina Stella Dubbio online 16 settembre 2023

“Forza Italia non ritiri gli emendamenti”: è questo l’appello rivolto ai suoi ex compagni di partito dal responsabile giustizia di Azione Enrico Costa. Si riferisce a quelli presentati al decreto 105/2023 che estende la disciplina dell’uso delle intercettazioni per reati di criminalità organizzata anche ad altri tipi di delitti, come il traffico illecito di rifiuti e sequestro di persona a scopo di estorsione. Come raccontato in questi giorni su questo giornale Lega e Fratelli d’Italia avrebbe chiesto agli azzurri di ritirarli perché troppo garantisti: “Se il governo ha una linea, deve essere sostenuta da tutti”, è stato riferito al Dubbio. Da Fi le bocche sono cucite ma molto probabilmente martedì avranno un incontro con il Ministro Nordio proprio per discutere il da farsi. Ed è in questo scenario che si infila la richiesta del deputato Costa: “La prossima settimana alla Camera si voteranno gli emendamenti sulle intercettazioni – scrive in una nota - Non ritireremo certo i nostri”. Si riferisce ai seguenti sei: il Pm al termine delle indagini preliminari deve depositare agli atti un resoconto dettagliato delle spese effettuate per le intercettazioni; le testate giornalistiche che hanno pubblicato atti di indagine coperti dal segreto perdono, per l’anno in cui si è consumata la violazione, il diritto di ottenere contributi dallo Stato; le intercettazioni col trojan non potranno essere attivate quando l’apparecchio si trova in un luogo di privata dimora, salvo che si ritenga che il quel luogo si stia consumando il reato; il trojan può essere disposto esclusivamente per reati associativi. Nel caso in cui tale emendamento non fosse accolto si propone che il trojan venga autorizzato dal Tribunale in composizione collegiale. Il trojan si può utilizzare esclusivamente per registrare conversazioni e non per altre finalità, quali ad esempio acquisire screenshot, video, files. Infine stop alle intercettazioni a strascico. Costa auspica che “anche gli altri non si pieghino alle pressioni. Ci appelliamo alle forze realmente garantiste della maggioranza perché non si ripeta il copione - con i medesimi attori - del 2011, quando la riforma delle intercettazioni presentata da Berlusconi fu stoppata a pochi metri dal traguardo. Abbiamo presentato emendamenti che rappresentano il massimo equilibrio tra principi costituzionali, e lo abbiamo fatto ad un decreto nato per sanare intercettazioni autorizzate in violazione della legge”. Il riferimento è al fatto che la modifica sia nata come disse la Meloni per “porre rimedio” ad una sentenza della Cassazione di  un anno fa che non è piaciuta ai procuratori antimafia. “Il decreto  - prosegue Costa - è alla Camera ed è questa la sede naturale in cui affrontare l'argomento. Il Governo può esprimere pareri favorevoli o contrari, presentare proposte, ma non può stabilire (come è evidente stia accadendo) che sia un ramo del Parlamento - il Senato - ad occuparsi dei temi della Giustizia (dopo lo scippo dell'abuso d'ufficio), con la Camera a fare da spettatore. Queste ultime considerazioni dovrebbero essere fatte proprie dal Presidente della Commissione Giustizia della Camera”, Ciro Maschio di Fratelli d’Italia. 

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