Riforme ferme alla Camera

 Angela Stella Unità 7 settembre 2023

“Da parte dell'Anm c’è una netta contrarietà ai disegni di legge sulla separazione delle carriere”: ha esordito così il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ieri in Commissione Affari Costituzionali della Camera durante la sua audizione in merito alle quattro proposte di legge – una di Iv, una di Azione, una di Forza Italia e una della Lega proprio sul tema. “Stiamo discutendo di separazione delle carriere a separazione già di fatto - e di diritto - esistente nel nostro sistema” perché “con la riforma Cartabia è consentito un solo passaggio da una carriera all’altra nel corso dell'intera vita professionale dei magistrati”, ha aggiunto Santalucia. Il Presidente poi ha fatto un duro passaggio sulla previsione di due Csm separati, uno per i giudicanti e uno per i pubblici ministeri: “Sotto il profilo degli organi di autogoverno non capisco il senso all'interno di un disegno di legge che mira alla separazione delle carriere, dell'aggressione, se così posso dire, virgolettando, all'attuale assetto costituzionale del Consiglio Superiore che in un caso o nell'altro sarà fortemente cambiato, sia per composizione numerica sia che per modalità”. E poi la solita preoccupazione che la figura del pm si avvicini troppo alla figura del poliziotto. Ma potrebbe essere una falsa preoccupazione perché il pubblico ministero può essere anche un poliziotto allo stato puro, tuttavia non potrebbe fare nulla se il giudice non fosse d’accordo nell’ arrestare, nel sequestrare, nell’ adottare misure di prevenzione patrimoniale, per fare alcuni esempi. Dopo l’Anm avrebbe dovuto parlare anche l’avvocatura - Ucpi, Ocf e Cnf – ma sono state rinviate alla prossima settimana. Ma di separazione delle carriere si parlerà probabilmente nel prossimo Comitato Direttivo Centrale dell’Anm che si riunirà questo fine settimana, anche se il tema non è ufficialmente nell’ordine del giorno. Sicuramente lunedì ci sarà un interessante e acceso dibattito organizzato sempre dall’Anm tra Gian Domenico Caiazza, leader dei penalisti, e Armando Spataro, magistrato ordinario in pensione, tra i circa cinquecento suoi ex colleghi pensionati che hanno firmato un documento per opporsi alla riforma della separazione delle carriere, che ha come spinta propulsiva proprio la proposta di legge di iniziativa popolare dell’Unione Camere penali. Intanto dopo giorni di silenzio, criticato anche dagli altri gruppi associativi, è uscita la posizione ufficiale della corrente Magistratura Indipendente, considerata troppo vicina al Governo: “MI esprime grande preoccupazione per i contenuti dei vari disegni di legge in discussione dinanzi al Parlamento, che riproducono la proposta elaborata dalle Camere Penali, e che, dietro l’ingannevole etichetta della separazione delle carriere dei giudici e dei pubblici ministeri, nascondono l’intenzione di assoggettare al potere politico tutti i magistrati, sia giudici che pubblici ministeri, eliminando le garanzie di indipendenza e di imparzialità previste dalle sagge menti che elaborarono la nostra Costituzione”.Nessun passo avanti invece sulla prescrizione. Sempre ieri in commissione Giustizia alla Camera la Lega ha comunicato di aver depositato un proprio testo in materia di prescrizione. Quindi la II di Montecitorio non ha adottato un testo base sul tema, che verrà presumibilmente definito nelle prossime settimane. Finora la commissione ha esaminato le proposte di legge presentate dal vicesegretario e deputato di Azione Enrico Costa, dal deputato di FI e vicepresidente della commissione Pietro Pittalis e dal presidente della II di Montecitorio e deputato di Fratelli d’Italia Ciro Maschio. Sempre ieri il Ministero della Giustizia ha reso noto che oggi si insedia la “Commissione per la riforma del processo penale”, istituita da Carlo Nordio. "Entro un anno, il gruppo di lavoro dovrà sottoporre al Guardasigilli proposte di intervento normativo, per recuperare lo spirito originario del codice del professore Giuliano Vassalli e realizzare a pieno il modello di processo accusatorio”. In realtà la Commissione era stata istituita già a maggio e comprendeva 27 membri, di cui ben 19 magistrati, 5 avvocati e 3 professori. Nel corso di questi mesi i membri sono stati portati a 41, di cui 29 magistrati e il resto penalisti e docenti. Insomma le riforme le continuano a fare i magistrati, come per la Commissione per i decreti attuativi per la riforma del Csm e dell’Ordinamento giudiziario, formata da 26 componenti: di questi solo tre sono avvocati, poi ci sono cinque professori universitari; il resto, quindi diciotto membri, sono tutti magistrati, di cui dieci fuori ruolo.


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