Intervista a Mauro Palma
Angela stella L'unità 28 settembre 2023
Tra pochi mesi il Collegio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale passerà la staffetta alla nuova terna. Ma oggi parliamo con l’attuale presidente Mauro Palma sulle ultime novità in tema di minori e migranti.
Il Dl
Caivano amplia in modo significativo la custodia cautelare e la facoltà di
adottare misure pre-cautelari, attraverso l’abbassamento dei parametri edittali
di riferimento e l’aggiunta di specifiche ipotesi di reato. Uno sbaglio secondo
lei?
Il Dl Caivano
prova a trovare un equilibrio tra la linea repressiva e quella di intervento
sociale. Il problema è che lo fa, a mio parere, abbastanza sbilanciato sulla
linea repressiva. Anche quello sociale, ad esempio nel caso dei genitori che
non mandano i figli a scuola, viene affrontato con un profilo repressivo (è
previsto il carcere, al posto della multa, ndr). Bisogna tener presente che
inevitabilmente l’ampliamento delle possibilità di ricorso alla misura
cautelare, così come l’innalzamento di alcune pene edittali, determinerà un
aumento della presenza negli Ipm che hanno 428 posti attualmente. L’aumento,
anche al di là di una valutazione politica che non mi compete, come si
realizzerà? Gli Ipm sono 17, il personale educativo e di sicurezza è
strutturato su quella misura, non leggo nel decreto un ampliamento della
capacità degli istituti, né maggiore personale o maggiore intervento educativo. Il rischio è di
focalizzare l’attenzione solo alla custodia.
Rispetto
ai suoi ultimi monitoraggi qual è il rispetto delle garanzie costituzionali nei
Cpr?
Non c’è il
controllo giurisdizionale sulla permanenza nei Cpr. Il giudice di pace controlla
soltanto se una persona possa essere o meno trattenuta nei Cpr. Non è poi
titolare della vigilanza di come questa persona è trattenuta, a differenza, per
esempio, del ruolo del magistrato di sorveglianza in carcere. L’unica vigilanza
è dei Garanti, ma un conto è una tutela di tipo amministrativo un conto è
quella di tipo giurisdizionale, che andrebbe estesa anche a come la restrizione
si attua.
Dal punto
di vista difensivo ha notato carenze?
Le carenze
sono su tutti i profili: quelle maggiori sono sul piano dell’informazione.
Spesso sono persone disorientate: non ho trovato l’impossibilità di parlare con
gli avvocati ma non trovo quelle sufficienti informazioni su tutte le proprie
possibilità: dove si è, perché si è lì, quali sono le prospettive. Inoltre,
abbiamo posto un problema di effettività della difesa d’ufficio.
Quali sono
le condizioni igienico-sanitarie?
Dal Ministero
degli Interni c’è sempre stato un grande sforzo di migliorare. Nonostante
questo, c’è una situazione molto critica. Perché il grave problema è che il
tempo lì dentro non viene riempito da alcuna attività né da alcuna prospettiva
sull’evoluzione della propria situazione soggettiva. Il vuoto determina
desiderio di distruzione e questa poi determina condizioni difficilissime e
anche ambienti degradati.
Esistono
episodi di violenza nei confronti dei migranti nei Cpr?
Tutte le
volte che abbiamo ricevuto segnalazioni le abbiamo trasmesse alla Procura. Non
è però una prassi, ci sono però sono delle situazioni di tensione che possono
generare violenza. Altra cosa è la fase di rimpatrio durante la quale ci sono
più tensioni, ad esempio quando le persone non sono preavvisate. Io ho fatto
frequentare a tutto lo staff dell’ufficio del Garante il corso per gli
scortisti proprio per mettere a confronto le varie culture. Certamente ci
vorrebbero norme più definite anche perché spesso gli operatori sono persone
giovani che a volte non sanno come fronteggiare la resistenza di una persona.
Stiamo facendo molto per la formazione della polizia, attraverso diversi
protocolli, nella direzione di una descalation delle tensioni.
Nel
decreto attuativo Cutro si prevede una cauzione di quasi 5mila euro ai
richiedenti asilo che non vorranno essere trattenuti in un Cpr, almeno fino
all’esito dell’esame del suo ricorso contro il rigetto della domanda. Che ne
pensa?
Non
appartiene alla nostra cultura giuridica il sistema delle cauzioni. È un
sistema indotto dai film americani. Mi sembra una di quelle misure bandiera,
inattuabili e mi auguro che non si creino situazioni per procurare quelle
somme. È pericoloso mettere una persona debole in una situazione di barattare
la sua libertà con il denaro.
Nel nuovo
dl sui migranti si prevedono anche accertamenti radiografici per accertare la
presunta minore età? Le sembra eccessivo?
Fino al 2017
c’era solo l’elemento radiografico alla mano o altre giunture. C’è stato un
movimento contro questa previsione che era passibile di errore. Con la legge
Zampa è stato previsto un approccio multidisciplinare in cui c’è anche la
radiografia, ma non solo e c’è una supervisione giudiziaria. L’importante è che
non si ritorni alla sola radiografia.
Esiste
anche la previsione per cui se i posti sono esauriti i minori di età compresa
tra i 16 e i 18 anni potranno essere ospitati in centri per adulti per un
periodo di tre mesi.
Non è
possibile e va tutelata ogni misura che previene possibili anche temporanei
mescolamenti di minori con adulti. Non vipuò essere una sorta di semi-minorità.
Se non ci sono posti, lo Stato deve provvedere diversamente.
L'Italia
non diventi "il campo profughi d'Europa", ha assicurato la premier
Meloni all'Onu. Secondo lei sta andando nella giusta direzione?
Non mi sembra
che l’Italia abbia più profughi di altri Paesi europei.
Che
consiglio dà alla nuova terna del Garante?
Assicuro
tutto l’appoggio della terna uscente. Le istituzioni devo assicurare continuità
in nome dei destinatari della protezione. Due consigli: tener presente che la
privazione della libertà è un universo ampio, non solo detenuti, ma anche forme
spesso meno tutelate come quelle delle persone racchiuse nei Cpr. Il secondo:
devono essere sempre tenuti insieme tre punti di vista. L’assoluta tutela delle
persone che hanno la vulnerabilità specifica della privazione della libertà, a
prescindere da cosa abbiano fatto; la tutela dello Stato da possibili censure
internazionali, per cui il Garante ha pure l’obbligo di dire ad un ministro “se
fai questo ti poni contro un Trattato”; la tutela dei lavoratori che operano in
questi luoghi e devono essere supportati affinché i diritti di tutti siano
rispettati.
Quindi il
Garante deve essere indipendente dalla politica?
Assolutamente
sì e io credo che come Collegio ne abbiamo data piena dimostrazione.
L’indipendenza deve essere anche rispetto ai punti di vista delle associazioni,
insomma da ogni forma di pressione. Invece occorre essere necessariamente
dipendenti da tutti gli strumenti che accentuano la difesa dei diritti delle
persone, nel solco della Costituzione e delle Convenzioni internazionali.
Che
carceri lascia?
Lascio una
situazione che ha tre deficit principali: quello più noto del sovraffollamento;
quello di carceri diventate ricettacolo di altri fallimenti sociali, esterni al
carcere; quello di un carcere che ancora non ha trovato la capacità di una
propria direzione, nel senso di orientamento. Per esempio in carcere entrano
persone analfabete e escono da lì sempre analfabete: si tratta di un forte
fallimento.
La
soluzione del primo problema non sono certo le caserme dismesse, come vuole
Nordio.
Le soluzioni
sono tante. Quello che non è gusto è semplificare problemi complessi con
formule semplici Occorre verificare sempre la fattibilità.
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