Altro che stretta, Nordio estende le intercettazioni

 Valentina Stella Dubbio 8 agosto 2023

Nordio aveva promesso più volte una stretta sulle intercettazioni e invece ne ha ampliato il perimetro. Con il decreto legge approvato ieri nell'ultimo Cdm prima della pausa estiva si prevede, infatti, l’estensione ad una serie di ipotesi di reato di criminalità grave degli strumenti di investigazione disciplinati dalla legislazione in materia di criminalità organizzata (art. 13 dl 152/91) e specificamente si estende l’impiego delle intercettazioni anche ambientali. L' obiettivo, si legge in una nota di sintesi di Via arenula, è quello di «rendere più omogeneo il sistema e rafforzare i principali strumenti di contrasto a reati di particolare gravità, come quelli aggravati dal “metodo mafioso”, con finalità di terrorismo, reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e sequestro di persona a scopo di estorsione». Tale disposizione si applica anche nei procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del decreto: dunque salvi i processi che molti pm antimafia temevano andassero in fumo dopo la sentenza della Cassazione 34895/2022 alla quale dunque il Governo, come annunciato dalla premier qualche settimana fa su suggerimento del Sottosegretario Mantovano, ha «rimediato» nella parte in cui aveva stabilito che non è sufficiente l’aggravante di mafia per accedere al regime semplificato del dl 152/91, in sintesi per parlare di criminalità organizzata. Invece quell’articolo 13, riferendosi ai delitti di criminalità organizzata, permette, tra l’altro, di intercettare sulla base di elementi probatori molto minori rispetto a quelli previsti per gli altri reati ordinari, per cui bastano i sufficienti indizi anziché i gravi indizi di colpevolezza. Inoltre il termine per la prima intercettazione è di quaranta giorni e non quindici. In pratica prevede una serie di previsioni di vantaggio per gli inquirenti, ma di svantaggio sul piano delle garanzie. Adesso il Parlamento avrà sessanta giorni per convertirlo in legge, ma non mancano le polemiche. Dall’uso di un decreto legge per correggere una decisione della Cassazione, al fatto che, tolto il mese feriale di agosto, i parlamentari avranno pochissimo tempo per studiarlo ed eventualmente modificarlo. Per il giurista Giorgio Spangher «quando la giurisdizione dà delle interpretazioni di garanzia, come avvenuto nella sentenza Cavallo e in quella Tardio/Casa, c’è una parte della magistratura, quella soprattutto dell’Antimafia, che reagisce sostenendo che i principi stabiliti in esse non siano funzionali agli accertamenti. E la politica, in questi casi, si piega attuando correttivi addirittura a decisioni delle Sezioni Unite, come la Chioccini, o che recuperano in esse orientamenti delle SU (Petrarca, Donadio e Scurato, ndr). La politica invece resta inerme dinanzi invece a situazioni di minore tutela dei diritti previsti nel nostro codice di rito; per questi casi occorre attendere che la giurisdizione, nei limiti, si adegui alle decisioni di maggiore tutela delle garanzie della Corte Costituzionale, della Cedu, della Corte di Giustizia europea. Tutela e garanzie che sarebbero potute essere ottenute anche grazie ad una interpretazione della magistratura, ma così non è stato, o ad un intervento della politica che invece sta ferma in attesa di una decisione di una Corte superiore». Mentre per il deputato di Azione Enrico Costa, il Governo «non affronta un problema essenziale, visto ciò che accade di questi tempi: come garantire la genuinità delle intercettazioni, quando l’Intelligenza Artificiale può manipolare la voce originale per costruire dialoghi. Non è un tema marginale, e vale soprattutto per le intercettazioni “preventive”. Una “voce” può essere clonata, riprodotta, rielaborata, manipolata con strumenti di intelligenza artificiale. Una “manina” esperta che aggiunga o sostituisca una parola o una frase, può ribaltare le conclusioni di un’indagine. Si è visto in tante occasioni come errori di trascrizione, scoperti dopo anni, con perizie e riascolti dei dialoghi intercettati, abbiano portato innocenti a processo o in carcere. Ma eventuali manipolazioni attraverso programmi di IA sarebbero quasi impossibili da disvelare. Chiederò con un’interrogazione al Ministro Nordio ed al sottosegretario Mantovano». Il Dl interviene anche sul deposito delle intercettazioni, prevedendo l'istituzione di «infrastrutture digitali interdistrettuali»: dei server in grado di custodire la massa di intercettazioni compiute dai pm. I procuratori della Repubblica i cui uffici ricadono nell'area «interdistrettuale» restano i dominus. Si innalza inoltre la pena edittale minima prevista per l’ipotesi di incendio doloso: da quattro anni a sei anni di reclusione; per l’ipotesi di incendio colposo, da uno a due anni di reclusione. Da notare che, rispetto alle previsioni degli ultimi giorni, Nordio non ha portato in Cdm la terna del nuovo Collegio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. Probabilmente le polemiche sollecitate sui tre nomi, che non sarebbero all’altezza del compito, ha spinto il Ministro a prendersi qualche settimana in più per ripensarci e casomai sostituire uno dei tre uomini con una donna, all’insegna delle quote rosa, che potrebbe essere Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino. 

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