Disciplinari, Area attacca il Ministro: Intimidisce i magistrati

 Valentina Stella Dubbio 17 agosto 2023

«L’indifferenza rende le ingiustizie 'normali' e a poco a poco trasforma la nostra stessa percezione del giusto. Continuano ad arrivare segnali all’intera magistratura di non disturbare i potenti. Questo è il messaggio sottostante le ultime iniziative disciplinari mosse contro atti di semplice esercizio della giurisdizione nell'ambito dei procedimenti noti come 'Bigliettopoli' e 'Open'». Così il Coordinamento di AreaDG in una nota. «Nella vicenda della procura di Firenze - sottolinea l'associazione di magistrati - il Ministro, ancora una volta, strumentalizza il potere disciplinare per colpire gli autori di scelte giudiziarie sgradite. Ancora una volta il ministro confonde la sede disciplinare con i rimedi giurisdizionali che fondano le garanzie del nostro sistema giudiziario. Ancora una volta il ministro intimidisce i magistrati che si azzardano ad esercitare le proprie prerogative anche in indagini o in processi scomodi che riguardano condotte dei potenti. La vicenda di Torino e l’iniziativa disciplinare avviata nei confronti dei colleghi piemontesi presenta caratteri analoghi e segue il clamore sollevato dalla politica, dimostrando che questa deriva rischia di compromettere irreparabilmente l’indipendenza della magistratura, penetrando anche tra noi. Non abituiamoci, non rinunciamo alla indignazione». A replicare la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita: «I segnali che arrivano alla magistratura sono che le leggi valgono per tutti. Per i politici, per i potenti, per i magistrati, per i semplici cittadini. Area vuole il rispetto della legalità o la difesa dei suoi iscritti?». Le risponde il Segretario Eugenio Albamonte: «Mi sembra che le parole della senatrice siano una trasposizione di un atteggiamento che evidentemente è il proprio, ossia quello di parteggiare per gli amici e osteggiare i nemici. Noi facciamo un ragionamento più generale: il tutto è cominciato con la vicenda di Uss, adesso prosegue con queste altre due iniziative che a noi sembrano strumentali e finalizzate più a soddisfare le aspettative di alcuni gruppi politici che volta per volta pretendono lo scalpo di qualche magistrato piuttosto che esercitare correttamente l’azione disciplinare». In merito alla nota aggiunge: «Noi magistrati non ci possiamo assuefare a questo modo di esercitare l’azione disciplinare: è un modo sbagliato e del tutto inedito, a cui non abbiamo assistito neanche ai tempi dei Governi Berlusconi che erano molto più rispettosi delle prerogative della magistratura. Quest’ultima non si deve assuefare: a noi, come gruppo, sembra invece che ci sia all’interno dell’Anm, soprattutto nella magistratura più conservatrice, l’idea di non disturbare il manovratore, di non prendere posizione, di mantenere basso il livello della critica. Il nostro è un appello a tutti quanti a conservare senso critico rispetto alle iniziative che vengono assunte». 

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