Le commissioni di inchiesta in Parlamento

 Valentina Stella Dubbio 1 agosto 2023

«Iniziative di inchieste con cui si intende sovrapporre attività del Parlamento ai giudizi della Magistratura si collocano al di fuori del recinto della Costituzione e non possono essere praticate. Non esiste un contropotere giudiziario del Parlamento, usato parallelamente o, peggio, in conflitto con l’azione della Magistratura», aveva avvertito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia del Ventaglio a proposito delle Commissioni di inchiesta parlamentari. Sembra che le sue parole abbiano sortito i primi effetti. Ma di quali stiamo parlando? Abbiamo fatto un riassunto soprattutto di quelle della XVIII e quelle della XIX Legislatura che si intrecciano con le inchieste giudiziarie. Sicuramente quella di cui si sta discutendo di più negli ultimi giorni è la Commissione bicamerale sul Covid (adesso, dopo quello della Camera, dovrà ricevere anche il voto favorevole del Senato) che paradossalmente esclude l’operato delle Regioni il cui ruolo è stato assolutamente centrale nella gestione della pandemia. Il dito è puntato contro l’ex premier Giuseppe Conte e contro l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza, prosciolti, nelle scorse settimane, nei procedimenti penali aperti dalla Procura di Brescia prima e dal tribunale dei ministri di Roma poi. Se dal centrodestra annunciano un passaggio indietro dopo le parole di Mattarella – «riteniamo giusto procedere a precisare il punto al Senato e licenziare così il testo per un limitato riesame della Camera», ha annunciato il deputato Galeazzo Bignami - chi tiene il punto è il leader di Italia Viva Matteo Renzi: «Sul Covid è necessario fare chiarezza non per sostituirsi ai PM ma per ragioni strettamente parlamentari: cosa si è fatto bene, cosa non si è fatto bene. Fare chiarezza serve a evitare di ripetere errori. A meno che qualcuno non pensi che durante il Covid sia stato fatto tutto bene, dai banchi a rotelle fino alle mascherine, dall’esercito russo in Italia fino ai ventilatori cinesi, dalla didattica online fino ai ristori. Davvero qualcuno pensa che sia andato tutto bene, Giuseppe Conte e Rocco Casalino a parte?». Un’altra commissione che potrebbe doversi rimodulare è quella sui casi riguardanti la scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori e l'omicidio di Simonetta Cesaroni, della quale è primo firmatario il dem Roberto Morassut. Anch’essa passata alla Camera, attende il vaglio di Palazzo Madama. «Gli approfondimenti parlamentari non interferiranno sulle indagini degli uffici giudiziari», ha assicurato un parlamentare del Pd interpellato dall’Ansa. «Verrà stabilito un perimetro rigorosamente conforme alla separazione dei poteri delineata dalla Costituzione». Un’altra annunciata, per voce del presidente dei deputati di Fratelli d’Italia Tommaso Foti, è quella sulla gestione del reddito di cittadinanza, «limitando la responsabilità – ha detto il parlamentare -  a Pasquale Tridico proprio per non avere consapevolmente attivato i controlli» su chi non avrebbe dovuto ricevere il sussidio. A marzo di quest’anno è arrivato poi il via libera all'unanimità dell'Aula della Camera alla proposta di legge che istituisce una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, il capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena trovato morto 10 anni fa sotto una finestra del suo ufficio, a Siena. Essa acquisirà integralmente i materiali e la documentazione raccolti o formati dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, istituita dalla Camera dei deputati nella XVIII legislatura, compresi i resoconti delle audizioni, comprensivi delle parti secretate, e la relazione finale. A dicembre 2021 fu approvata la relazione finale della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni la quale stabilì come «la responsabilità del sequestro, della tortura e dell'uccisione» dello studente «grava direttamente sugli apparati di sicurezza della Repubblica araba d'Egitto, e in particolare su ufficiali della National Security Agency (NSA), come minuziosamente ricostruito dalle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Roma». Una nuova commissione d’inchiesta sulla strage del Moby Prince, disastro navale del 1991 a Livorno, potrebbe nascere nuovamente alla Camera dei Deputati. Dopo l’esperienza breve della precedente, terminata anzitempo a nove mesi dall’inizio dei lavori per la caduta del governo Draghi, una nuova proposta istitutiva è già all’attenzione della commissione Trasporti di Montecitorio. Una delle Commissioni bicamerali più longeve è quella di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. Istituita per la prima volta con legge del 20 dicembre 1962, da allora è stata promossa con legge all'inizio di ogni legislatura, tranne nella VII. Tra i suoi compiti ci sono: la verifica dell'attuazione della legge 13 settembre 1982, n. 646 che ha, tra l'altro, introdotto nel codice penale l'articolo 416-bis; l'indagine sul rapporto tra mafia e politica, sia riguardo alla sua articolazione nel territorio, negli organi amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive; la verifica dell'adeguatezza delle norme sulla confisca dei beni e sul loro uso sociale e produttivo e la proposta di misure al fine di renderle più efficaci. Infine, si è costituita qualche giorno fa, con l'elezione della presidente (Martina Semenzato di Noi moderati), delle vicepresidenti ( la dem Cecilia D'Elia e Laura Ravetto della Lega) e delle segretarie (la deputata di Avs Luana Zanella e la senatrice di Fdi Elena Leonardi), la commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere che per la prima volta è bicamerale. «La Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio nella passata legislatura ha avviato un percorso, indagando su tante delle cause e delle dinamiche del femminicidio e della violenza di genere, abbiamo scelto di farlo sempre all’unanimità, lasciando molte indicazioni che mi auguro possano essere raccolte», ha detto la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della commissione nel corso della scorsa legislatura e prima firmataria del ddl per istituire la prima Bicamerale sul tema. 

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