Anm contro procuratrice

 Valentina Stella Dubbio 12 agosto 2023

Durissimo comunicato della Giunta dell’Anm del Trentino Alto Adige nei confronti della pm Viviana Del Tedesco, procuratrice reggente della Procura della Repubblica di Rovereto, che ha reso nei giorni scorsi diverse dichiarazioni in merito all'efferato delitto consumatosi lo scorso 5 agosto. Stiamo parlando dell'omicidio di Iris Setti, la 61enne uccisa da un nigeriano di 37 anni, Chukwuka Nweke, in un parco di Rovereto mentre si recava a far visita alla madre per prestarle assistenza. La magistrata in un’intervista a La Verità, avrebbe dichiarato, tra le altre cose, di apprezzare la prestanza fisica di Chukwuka Nweke: «è un uomo che fisicamente è spettacolare. Quello lì doveva andare a fare le Olimpiadi, a fare i mondiali di pugilato, non lo so…». In merito alla misura dell’obbligo di firma avrebbe sottolineato che il nigeriano «aveva una puntualità nel firmare che se gli studenti di oggi fossero così puntuali a scuola saremmo a cavallo», considerando non grave la violazione avvenuta in un’occasione («Era uscito a fare la spesa»). «Questa Giunta -  riporta una nota diffusa dalla presidente del Tribunale di Bolzano, Francesca Bortolotti - interviene per esprimere, in maniera pacata ma ferma, la propria presa di distanze dalle dichiarazioni rese dalla dottoressa Del Tedesco, che trova discutibili e inopportune sia nel contenuto sia nel tenore delle espressioni adoperate». Sarà forse la prima volta che l'Anm non si chiude in un corporativismo difensivo ma anzi stigmatizza profondamente l'operato della collega. «Ci auguriamo  - prosegue - che al più presto arrivi una smentita da parte della collega, sebbene la pluralità di dichiarazioni che gli organi di stampa le attribuiscono nelle interviste renda difficile pensare che esse siano state amplificate o, peggio, travisate». «Non sembra che, nelle dichiarazioni che le sono attribuite, la dottoressa Del Tedesco abbia fatto un uso accorto del potere di conferire con gli organi di stampa, se è vero che sono state riportate espressioni che palesemente esondano dagli argini che la pendenza di un procedimento penale, per giunta ancora in fase di indagini preliminari, imponeva di rispettare», conclude la giunta distrettuale, rilevando come «esprimere, con profluvio di affermazioni discutibili nel contenuto e stravaganti nello stile, la propria opinione sulla persona dell'indagato e sul contesto nel quale è maturato il delitto rischia di compromettere la serietà del lavoro degli inquirenti e dello stesso ufficio di Procura, oltre che fornire una rappresentazione della magistratura assolutamente non aderente alla realtà». Per l’ex procuratore Edmondo Bruti Liberati, che ha tenuto diverse relazioni sul tema della comunicazione tra magistratura e organi di stampa a Scandicci, «a prescindere dal caso specifico, se un magistrato accetta di entrare nel campo rischiosissimo della conversazione informale con un giornalista deve prevedere che il tutto venga registrato e poi pubblicato. A sua volta è dovere di correttezza per il giornalista avvertire se vi sia una registrazione. In generale un magistrato dovrebbe esprimersi sempre in maniera misurata e moderata, come insegniamo alla Scuola Superiore della Magistratura la quale ha messo in campo una iniziativa innovativa in materia che si concluderà a fine anno con la pubblicazione di una Guida sui profili di principio della comunicazione insieme a consigli pratici, come già fatto dalla Scuola della Magistratura francese».

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