Dossieraggio all'interno della Dna?

 Angela Stella Unità 4 agosto 2023

A Perugia c’è una indagine che potrebbe condurre a scenari allarmanti su ipotesi di dossieraggi nei confronti di personaggi più o meno famosi, esponenti delle istituzioni e non solo. Si prospetta l’esistenza di una sorta di enclave che operava nel cuore della Direzione nazionale antimafia e forse della Guardia di Finanza per produrre dossier da inviare direttamente ai giornali. Già nel corso del 2020 la pubblicazione su diversi quotidiani di ‘Segnalazioni di operazioni sospette’ (Sos) che riguardavano personaggi politici di primo livello (Matteo Renzi, Giuseppe Conte, Rocco Casalino, soltanto per fare alcuni nomi) avevano destato dei sospetti ma gli accertamenti interni non avevamo portato a nulla. Il sistema, infatti, prevede che la Banca d’Italia invii le Sos alla Finanza, alla Dna, in alcuni casi anche alla Dia (la Direzione investigativa antimafia) e ai Servizi, con lo scopo di lavorarle. Possibile che tra tanti professionisti nessuno si sia accorto di nulla? Ma veniamo all’inchiesta. A guidarla è il Procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone che ieri, dopo che tre giornali avevano dato la notizia nello stesso giorno, ha sentito la necessità di fare un comunicato stampa, ricorrendo le “ragioni di interesse pubblico”, per alcune precisazioni. Tutto ha inizio da una denuncia presentata dal Ministro Crosetto nel 2022 a Roma a seguito della pubblicazione su alcuni giornali di notizie riservate relative alla sua precedente attività professionale. Si tratta molto probabilmente di un articolo del Domani dal titolo “Così Crosetto ha incassato milioni di euro da Leonardo”. Come spiega la nota della Procura “le indagini svolte in un primo momento dalla Procura di Roma avevano portare ad identificare come autore di alcuni accessi a banche dati pubbliche da ritenersi presumibilmente non leciti un appartenente alla Guardia di Finanza” “distaccato ad operare presso un gruppo di lavoro che si occupava dello sviluppo di ‘Segnalazioni di operazioni sospette’ (Sos) presso la Procura Nazionale Antimafia”. L’uomo è stato iscritto nel registro degli indagati per accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (615 ter cp). Interrogato ha rivendicato la corretta del suo operato. Ha ammesso gli accessi dicendo che si trattava di una pratica abituale. Tuttavia, dai primi accertamenti, secondo quanto riportato dai quotidiani, è emerso che la sua attività non era motivata e supportata da richieste della magistratura. Considerato il possibile coinvolgimento, in qualsiasi veste, di magistrati in servizio a Roma, dove ha sede la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, il fascicolo è stato trasmesso a Perugia, che è competente sui colleghi romani. Il procuratore Raffaele Cantone ha fatto però sapere, con una nota, che le indagini della procura di Perugia, ancora in corso in piena sintonia con la Procura Nazionale Antimafia, si sono “estese rispetto all'ipotesi originaria di violazioni di notizie riservate ai danni del ministro Crosetto” e ha sottolineato che sono già state sentite numerose persone ed esaminate una rilevante quantità di documenti. Dietro a tutte le fughe di notizie degli ultimi anni c’è una sola persona o un gruppo che invece di lavorare, impiegava il tempo a dossierare le presunte malefatte dei politici? C’è un’altra domanda: come è possibile che tre giornali lo stesso giorno pubblichino la stessa notizia? Leggendo il contenuto degli articoli e guardando gli articoli del codice che regolano la pubblicazione degli atti di indagine si scopre che si potrebbe essere al limite, se non oltre, della trasgressione di legge in quanto ci sarebbero dettagli ancora non scoperti. Nostre fonti suppongono che la fuga sia partita più dagli uffici di Roma che da quelli di Perugia. Ma, come dicono i giuristi, il 114 cpp e il 329 ccp sono probabilmente gli articoli peggio scritti del codice, dietro i quali si cela una vera ipocrisia. Poche le reazioni politiche alla notizia. “Le banche, per legge, girano alla Banca d’Italia, segnalazioni di operazioni sospette, quasi sempre senza conseguenze. Ma sono atti delicatissimi (bonifici, estratti conto). Se escono da una SuperProcura e finiscono sui giornali, come la mettiamo con la storia del “bavaglio”? Per questa ragione presenterò un’interrogazione ai ministri dell’Economia e della Giustizia” ha scritto Enrico Costa, deputato di Azione. Matteo Renzi (Iv): “Lo so, lo so. Chi ha letto 'Il Mostro' non si scandalizza più di niente. Ma l'oscura vicenda che ruota attorno a una denuncia di Guido Crosetto è comunque allucinante. Chi utilizza segreti e dossier come forma di killeraggio politico contro avversari politici? Ne vedremo delle... brutte. Intanto solidarietà al Ministro Crosetto per questa #Killeropoli”. “Mentre assicuriamo di vigilare con la massima attenzione su questo tema, in quanto l'eventuale esistenza di una centrale di dossieraggio lede le libertà fondamentali di tutti i cittadini e condiziona l'esercizio democratico, desideriamo rivolgere, come rappresentanti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato di Fratelli d'Italia, la massima solidarietà al ministro Crosetto ed a tutte le altre persone coinvolte” hanno detto i capigruppo di Camera e Senato di Fratelli d'Italia, rispettivamente Tommaso Foti e Lucio Malan.

 

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