Morisi verso l'archiviazione

 di Angela Stella Il Riformista 1 dicembre 2021

Probabilmente non subirà nessun processo Luca Morisi, l'ex responsabile della comunicazione di Matteo Salvini, che ad agosto era stato indagato per detenzione e cessione di stupefacenti dopo che i Carabinieri, su segnalazione di due giovani escort romeni con i quali aveva trascorso una notte a base di sesso e droga, avevano scoperto nella sua casa di Belfiore una piccola quantità di cocaina. Infatti, come ha riportato ieri  il Corriere della Sera, la Procura di Verona chiederà a breve l'archiviazione per «particolare tenuità del fatto». La richiesta sarebbe già pronta. Morisi ha sì confermato di aver acquistato la cocaina da consumare nel festino nella notte del 14 agosto. Tuttavia - come aveva spiegato il suo avvocato Fabio Pinelli - non c'era «stato accordo preventivo» con gli altri due per consumarla insieme. Il che ha permesso di accedere al beneficio della «tenue entità». Morisi, nell'interrogatorio fatto dinanzi ai pm circa un mese, aveva però negato di aver procurato la «droga dello stupro». Circostanza confermata anche dagli inquirenti per i quali sarebbe stata portata da uno degli altri due ragazzi, come emerso anche dalle chat che si sono scambiati i tre prima di incontrarsi. Ora spetterà al gip decidere se archiviare o meno.  Si dovrebbe chiudere così con un nulla di fatto la vicenda che aveva portato alla dimissioni di Morisi il 1 settembre. Parlò di «motivi personali» ma poi quando la notizia dell'inchiesta finì sui giornali il collegamento fu automatico.  Da quel momento iniziò una macchina del fango su di lui e la Lega, proprio a pochi giorni dalle amministrative. C'è infatti chi ipotizza che la vicenda sia una trappola. Quello che è stata loro rimproverato era l'incoerenza tra i messaggi veicolati dalla 'Bestia' spesso contro immigrati e drogati e quello che il guru di questa stessa comunicazione faceva privatamente. Insomma una doppia morale che è stato facilissimo prendere di mira. Dall'altra parte il leader della Lega ebbe un sussulto, durato pochissimo, di garantismo: «sono spiaciuto della schifezza mediatica che condanna le persone prima che sia un giudice, un tribunale a farlo. Luca è  una gran brava persona, un amico. Ci sono giornalisti che sbattono il mostro in prima pagina. Se poi la settimana prossima uscirà, come sono convinto, che il dottor Luca Morisi non ha commesso alcun reato, chi gli restituirà la dignità? Chi gli chiederà scusa?». Non aveva torto, perché su diverse testate iniziarono ricostruzioni anche bislacche di quella notte: spuntavano testimoni come funghi e venivano fatti interrogatori e contro interrogatori ai due romeni, in parallelo al lavoro della Procura. La polemica si inasprì a tal punto che la procuratrice fu costretta a precisare che la notizia dell'inchiesta non era uscita dalla loro Procura: « mi rendo conto che ormai lo sport nazionale è quello di sparare accuse contro i magistrati e le procure. E soprattutto di alimentare le polemiche. E voglio dirlo con chiarezza: è uno sport che non pratichiamo. Noi non abbiamo avuto alcun ruolo nella gestione di questa notizia». Nel momento in cui scriviamo sono quasi nulle le reazioni politiche alla notizia della richiesta di archiviazione. Marco Di Maio, vice-presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera, ha scritto su twitter:  «Massacrato per giorni, come del resto lui stesso ha fatto con gli avversari della Lega in questi anni (spesso contro persone neppure indagate). Ma siamo diversi e diciamo che celebrare i processi sui media è  indegno di uno stato democratico, anche se la vittima è Luca Morisi, l'ideatore della ''Bestia'' di Salvini. Bisogna mettere fine a questa pratica, è una questione che riguarda tutti. Nessuno escluso».


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