Intervista a Dario Nardella

 di Angela Stella Il Riformista 11 novembre 2021

Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino, lo ripete da anni: "Sollicciano è un carcere fuori dalla legalità". Ora anche il sindaco di Firenze Dario Nardella chiede alla ministra Cartabia di venirlo a visitare, perché ormai la situazione è insostenibile.

Sindaco ci vuole spiegare bene le ragioni di questo appello?

Sono anni che pongo il tema dello stato delle carceri italiane all'attenzione del dibattito pubblico e politico. La situazione ha raggiunto ormai un livello non più sopportabile, dal punto di vista sociale, giuridico ed economico. Un recente studio della Bocconi ha messo in evidenza come ogni detenuto costa alla comunità 154 euro al giorno, di cui solo sei per il mantenimento del detenuto, appena 35 centesimi per la sua rieducazione, prevista dalla Costituzione italiana. I soldi degli italiani che lo Stato spende non mirano all'attuazione di uno principio costituzionale. Non rieducare significa incrementare la recidiva che in Italia, come sottolinea lo stesso studio,  è del 68%, dato che scende al 19% quando si applicano misure alternative come la semilibertà e le forme di inserimento lavorativo. Recidiva poi significa utilizzo di soldi pubblici per contrastarla. Questo è un tema che riguarda i cittadini: se gli italiani fossero più informati e coinvolti, forse ci sarebbe più attenzione da parte della stampa e del Parlamento sul problema carcerario. Poi c'è l'altro aspetto, quello umano, che riguarda la vita dell'intera comunità penitenziaria.  È sconvolgente il dato  delle morti:  oggi si muore di carcere. Nel  2018 ci sono stati 67 suicidi, nel 2019 53, nel 2020 62, nel 2021 48 suicidi tra i detenuti. Ma  muoiono anche le persone che lavorano in carcere: dal 1998 143 agenti penitenziari si sono tolti la vita. Occorre una riforma del sistema carcerario, a partire dalle strutture. Il carcere di Sollicciano è una vergogna dell'architettura carceraria del nostro Paese, per tutto il  rispetto per chi l'ha disegnata. Quella struttura non è pensata per  aiutare il detenuto in un'ottica di rieducazione e di reinserimento. Dobbiamo ripensare tutto il modello e partire dall'obiettivo della rieducazione. Il carcere non è un problema marginale rispetto alle nostre città e vite di comunità. È un anello fondamentale di tutta la filiera della legalità, della sicurezza e della convivenza sociale e civile. Per tutto questo ho chiesto nuovamente alla ministra Cartabia di venire a visitare il carcere di Sollicciano,  sarebbe un grande gesto di attenzione e di vicinanza a tutto il mondo del carcere.

Sollicciano non è tra gli istituti che potranno beneficiare dei fondi del PNRR. Quali sono allora le strade che si possono percorrere a livello locale e nazionale per migliorare la situazione?

Mi dispiace molto che il Pnrr non possa essere impiegato per Sollicciano. Però il Pnrr permette anche di liberare risorse su altri capitoli. Certamente si possono trovare fondi aggiuntivi. Contemporaneamente all'aumento dei fondi pubblici occorre mettere in campo un modello nuovo, che preveda anche una progressiva ricostruzione di queste strutture. Devono essere pensate per vivere dentro il contesto sociale, per aumentare le possibilità di inserimento lavorativo dei detenuti, per offrire loro strumenti di educazione e formazione, con spazi più adeguati per chi vive e lavora all'interno.

Come dice Lei le carceri non assicurano il rispetto della dignità dei detenuti. Abbiamo raccontato su questo giornale di un padiglione di Sollicciano rimasto per settimane senza acqua e corrente. Ma non è l'unico caso. Allora in attesa di grandi riforme non sente l'urgenza di interventi immediati, ad esempio facendo uscire chi ha pene o residui di pena bassi da scontare?

L'obiettivo è quello di mettere i detenuti nelle condizioni di vivere il carcere in modo umano e con la possibilità di crescere come persone.  Quando si arriva a provvedimenti palliativi come lo svuota-carceri, lo Stato ha già perso. Se non si cambia prospettiva ci troveremmo sempre dinanzi alle solite polemiche in Parlamento tra chi preferisce misure urgenti e il partito dei forcaioli. Il sovraffollamento è solo una delle criticità ma va risolto alla radice.

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