Intervista al segretario confcommercio Milano

 di Valentina Stella Il Dubbio 6 novembre 2021

Oggi a Milano ci sarà il sedicesimo corteo dei No-green pass. Per Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, così si mette in ginocchio l'economia di una città. E replicando al presidente degli avvocati di Milano, Vinicio Nardo, dice: " la libertà  di manifestare è un diritto costituzionalmente garantito ma in uno Stato democratico deve avvenire nel rispetto delle regole senza ledere la libertà altrui".

Fino a fine anno Piazza Unità d’Italia a Trieste e piazza del Popolo a Roma saranno vietate ai manifestanti. Il Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Milano, Vinicio Nardo, ha detto «Negare il diritto alla protesta e classificare chi protesta automaticamente come un pazzo è da regime autoritario». Che ne pensa?

Quello che penso, e che stiamo dicendo da tre settimane, è che la libertà  di manifestare è un diritto costituzionalmente garantito ma che in uno Stato democratico deve avvenire nel rispetto delle regole senza ledere la libertà altrui. A Milano invece sta avvenendo il contrario da quindici sabati o oggi sarà la sedicesima volta.

Come conciliare dunque diritto alla libertà di manifestare, diritto alla salute e diritto al lavoro?

Basta che ognuno eserciti il proprio diritto nel rispetto delle regole. Il diritto alla salute è un diritto sacrosanto. La scienza e i medici ci dicono che lo si tutela con una serie di provvedimenti: l'anno scorso con le chiusure e il distanziamento, ora con i dispositivi di protezione e il vaccino. Inoltre ci sono degli strumenti che permettono di esercitare il proprio lavoro in sicurezza -  chiamasi green pass -  e di consentire ai cittadini e alle imprese di  questo Paese  di tornare ad una normalità di vita. I diritti quindi si tutelano quando ognuno li esercita in modo corretto. Il diritto è anche un dovere, ossia il rispetto dei diritti altrui.

Confcommercio Milano ha lanciato una petizione su Change.org contro le manifestazioni in centro di sabato. Qual è la vostra proposta per risolvere la situazione?

Con la nostra petizione vogliamo evidenziare che esiste un popolo silenzioso fatto di cittadini e imprenditori che dopo un anno e mezzo di pandemia e di disperazione sta vedendo la luce in fondo al tunnel, sta tornando alla normalità.

Suggerite di fare le manifestazioni lontano dal centro dello shopping?

Non spetta a noi decidere il luogo e le modalità delle manifestazioni. Ci sono gli organi preposti, ossia il Questore, che in base alla legge dello Stato italiano deve stabilire se un corteo si può tenere in un determinato luogo. Noi diciamo che i commercianti, le imprese e i cittadini milanesi hanno diritto il sabato di lavorare, di passeggiare per la propria città, di andare al cinema, al museo, al bar a prendere un caffè o in un negozio senza che la città sia blindata dalla polizia perché ci sono dei soggetti che vogliono manifestare e che se ne fregano delle regole.

Quali sono le perdite stimate?

Tenendo conto che  il sabato incide sul fatturato settimanale con una percentuale del 27.4%,  solo per l’area del centro e corso Buenos Aires il costo delle manifestazioni “No Green pass” è stato di 10,2 milioni di euro negli ultimi tre sabati, ovvero una perdita del 27% del  fatturato di negozi, bar e ristoranti. La stima è dell’Ufficio Studi di Confcommercio Milano effettuata in base a un sondaggio condotto su 613 imprese. È un bilancio che potrebbe essere ben più pesante se dovesse perdurare questa situazione di caos con un impatto significativo sull’attrattività della città. Chi sarebbe infatti invogliato a recarsi in città sapendo di trovare confusione e disagi per cortei più o meno autorizzati? Il danno economico rischia seriamente di aggravarsi con l’avvicinarsi del periodo natalizio.

Voi avete provato a dialogare con i manifestanti?

Il ruolo dei corpi intermedi è sempre quello del dialogo e del confronto. Per poter dialogare bisogna essere in due ma poi bisogna scegliere l'interlocutore corretto. Confcommercio non ha mai rifiutato il dialogo con nessuno ma non crediamo di essere noi gli interlocutori con cui discutere se il green pass serva oppure no. Probabilmente questi manifestanti farebbero meglio a dialogare con i parlamentari della repubblica italiana per cercare di convincerli ad emendare un dl che secondo loro non va bene.

 Sia il sindaco Sala che il governatore Fontana sono con voi.

Da quando abbiamo lanciato la petizione abbiamo ricevuto un'ampia solidarietà trasversale dal mondo politico e istituzionale. Vuol dire forse che quello che chiediamo rappresenta un punto di equilibrio non solo per le imprese ma per l'intera città di Milano.

La sento molto irritato per la situazione.

Abbiamo visto imprese che per un anno e mezzo hanno sofferto drammaticamente e abbiamo seppellito migliaia di persone per la pandemia. Ora  l'Italia ha fatto una scelta lungimirante, considerato come gli altri Stati stanno vivendo la quarta ondata. Nonostante questo  ci facciamo da soli del male: questo mi sconforta e mi fa arrabbiare allo stesso tempo. A me piacerebbe chiedere a questi manifestanti: tra un green pass che ci permette di tornare ad una vita normale e un dicembre come quello del 2020, quale situazione preferite?

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