Il Ministero cacci i dati sulla giustizia

 di Angela Stella Il Riformista 19 novembre 2021

Il Presidente dell'Unione Camere Penali Italiane, Gian Domenico Caiazza, lo aveva detto qualche tempo fa in una intervista a questo giornale: «i dati statistici giudiziari non sono di proprietà della magistratura, ma devono essere a disposizione di tutti i cittadini: tra questi, i dati più tenuti all'oscuro, che nessuno raccoglie, riguardano proprio le misure di richieste cautelari e la percentuale di accoglimento». E aveva fatto un appello al Presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia affinché appoggiasse l'idea dei penalisti di rendere trasparente i numeri della giustizia. La richiesta non è stata accolta. Ma a rivitalizzare la questione ci ha pensato il solito Enrico Costa, che ha presentato alla Camera una interrogazione parlamentare a risposta scritta indirizzata alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia per sapere: «quali siano i dati sulla modalità di definizione dei procedimenti suddivisi per tipologia di reati, in particolare per quello che riguarda i reati contro la pubblica amministrazione; la percentuale di sentenze di appello in riforma delle sentenze di I grado; il tasso di accoglimento e rigetto delle richieste dei pubblici ministeri ai giudici per le indagini preliminari suddivise per tipologie (richieste di intercettazioni, proroga indagini, applicazione misure cautelari); il numero di istanze di riparazione per ingiusta detenzione rigettate dalle corti di appello; il numero di avvisi di garanzia notificati ogni anno e quanti di questi si traducono in un rinvio a giudizio o in una citazione diretta a giudizio».  Si è arrivati all'interrogazione perché Costa non ha ricevuto alcuna risposta alla lettera datata 13 settembre 2021 indirizzata alla responsabile della direzione generale di statistica e analisi organizzativa, e per conoscenza al direttore generale del personale e dell'amministrazione del Ministero della giustizia e al suo capo di gabinetto, con cui chiedeva proprio quelle informazioni. Costa si è lamentato per questo anche su Twitter: « Mi chiedo a cosa serva la direzione statistica, se non forniscono dati basilari»; e gli ha risposto Guido Crosetto, ex forzista e tra i fondatori di Fratelli d'Italia: «Anche a cosa serva il Parlamento, se possono non rispondergli…». Comunque «sarebbe alquanto sorprendente  - leggiamo nell'atto di sindacato ispettivo - se il Ministero della giustizia non disponesse di questi dati fondamentali». Infatti non si capisce se questi dati il Ministero non li abbia o non li tiri fuori per timore delle conseguenze. Cerchiamo di capire perché sarebbe importante conoscere alcuni di questi dati. Primo, in merito alle sentenze di appello: c'è una certa fetta della magistratura che vorrebbe che l'appello penale beneficiasse di un regime di inammissibilità per manifesta infondatezza dei motivi di gravame simile a quello del ricorso per Cassazione. Se ciò accadesse significherebbe falcidiare uno strumento fondamentale del diritto di difesa. Eppure gli ultimi vecchi dati a disposizione dicevano che il 48% delle sentenze di appello erano di riformula parziale o totale di quelle di primo grado.  Secondo, il tasso di accoglimento delle richieste del pm da parte del gip: sapere questi numeri ci aiuterebbe a capire se l'autorizzazione del gip è solo un passaggio burocratico o c'è un filtro, soprattutto quando in gioco c'è la libertà personale dei cittadini, come hanno sottolineato le Camere Penali. Terzo, il numero di avvisi di garanzia notificati e quelli che arrivano a processo: questo è un punto molto importante perché metterebbe in luce quante indagini sbattute sui giornali poi veramente hanno una solidità che regge al vaglio del contraddittorio. Ed qui che si gioca anche un'altra importante partita, che vede Costa, penalisti e persino il Partito democratico uniti: le valutazioni professionali dei magistrati, positive al momento al 98%. Tutti infatti chiedono, all'interno del dibattito sulla riforma sull'ordinamento giudiziario, che per valutare i magistrati venga introdotto anche il parametro delle smentite processuali delle ipotesi accusatorie.  

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