Ergastolo ostativo: Meloni contro la Consulta

 di Angela Stella Il Riformista 10 novembre 2021

La narrazione apocalittica ed irrazionale sull'ergastolo ostativo si è manifestata ieri durante la conferenza stampa di Fratelli d'Italia che ha presentato due proposte di legge (una di natura costituzionale e una di rango ordinario) per dare attuazione, in senso contrario, alla sentenza della Corte Costituzionale che ha stabilito che l'ergastolo ostativo è incompatibile con la Costituzione. Proprio la leader di Fd'I, Giorgia Meloni, si è lasciata andare a considerazioni che hanno solo il difetto di stimolare gli istinti manettari più bassi della popolazione: «si rischia che a maggio 2022 mafiosi conclamati e assassini, invece di rimanere in galera, come vorrebbe il carcere ostativo, possano tornare in libertà a fare i loro comodi perchè hanno avuto una buona condotta in carcere, che è una cosa indegna. A me, se hai avuto una buona condotta in carcere, non frega niente». E poi una lezione tragicomica sul 'garangiustizialismo': Fd'I «è da sempre un partito in prima fila nella lotta alla  criminalità organizzata, siamo un partito che si definisce  garantista nella fase dello svolgimento del processo e  giustizialista per l'applicazione della pena, quindi i cittadini secondo noi devono avere tutte le garanzie del caso ma una volta applicate le condanne bisogna rispettarle». E poi arrivano i Cinque Stelle a rivendicare di essere stati tra i primi a presentare un pdl per 'un nuovo ergastolo ostativo': «Ci siamo mossi con largo anticipo perché, in assenza di un intervento legislativo da parte del Parlamento, tra sei mesi potremmo rischiare di vedere alcuni boss ancora pericolosi, in quanto non hanno reciso i legami con la criminalità organizzata, usufruire di alcuni benefici e uscire dal carcere. Noi ci auguriamo che ci sia piena collaborazione tra le forze politiche perché non c'è più tempo da perdere». Su una cosa hanno ragione: non c'è tempo da perdere perché ci sono oltre 1000 detenuti ostativi che vorrebbero solo avere la possibilità di una legge che gli dia la speranza di abbandonare l'inferno delle nostri carceri. 

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