Intervista ad Eugenio Albamonte

 di Valentina Stella Il Dubbio 11 novembre 2021


Dopo le parole dell'onorevole di Forza Italia Pierantonio Zanettin, che ieri ha criticato da questo giornale non solo la proposta di riforma elettorale del Csm elaborata dalla Commissione ministeriale presieduta dal professor Luciani, ma anche le argomentazioni con cui AreaDg la sostiene, arriva oggi la replica del dottor Eugenio Albamonte, Segretario di Area Democratica per la giustizia.

Dottor Albamonte qual è la prima considerazione che le viene da fare dopo aver letto l'intervista all'ex membro laico del Csm?

Non mi meraviglio che l'onorevole Zanettin si esprima a favore di un sistema basato sul sorteggio temperato perché l'orientamento culturale seguito da Forza Italia è sempre stato quello di ridimensionare fortemente il ruolo istituzionale del Csm;  in particolare quel ruolo che pure gli viene riconosciuto dalla Costituzione e dalla prassi di interloquire sulle riforme in materia di giustizia e di ordinamento giudiziario promosse dal Governo e dal Parlamento. È del tutto evidente che un Csm di sorteggiati -  ma questo varrebbe anche se con il sorteggio venissero scelti per esempio i componenti della Corte Costituzionale o quelli del Parlamento -  avrebbe uno scarsissimo prestigio istituzionale. E conseguentemente le sue eventuali prese di posizione verrebbero ovviamente ridimensionate nella loro portata. Basti pensare ai temi strettamente legati alla giustizia, che tanto disturbano in alcuni momenti la politica, soprattutto quando il Consiglio interviene a contraddire alcuni aspetti di alcune riforme. Tutti potrebbero dire 'ma che cosa vogliono questi sorteggiati, come si permettono di interagire con un Parlamento di eletti dal popolo o con un Governo nominato da un Parlamento, eletto dai cittadini?'

L'onorevole Zanettin ha criticato la proposta Luciani perché comunque darebbe vita a delle liste. Lei non è d'accordo?

L'analisi effettuata dall'onorevole mi sembra che non prenda in considerazione alcuni dati di fatto. In particolare non è vero che il sistema Luciani reintrodurrebbe di nuovo le liste perché proprio la sua caratteristica, che è quello che secondo noi garantisce l'imprevedibilità e la non condizionabilità del voto, è proprio il fatto che i voti assegnati dagli elettori sono svincolati da qualsiasi lista con l'effetto, per quanto mi riguarda sicuramente auspicabile, che l'elettore potrebbe esprimere le proprie tre o quattro preferenze scegliendo magistrati da lui stimati che pur appartengono ad orientamenti culturali del tutto differenti tra di loro. E questo facilmente avverrebbe in un sistema in cui si consente all'elettore di scegliere tra tanti candidati: un altro effetto del sistema Luciani è proprio quello della proliferazione delle candidature. Invece noi abbiamo assistito fino ad adesso ad un numero di candidati di poco superiore al numero degli eleggibili e addirittura, in un caso recente, pari agli eleggibili.

Dottor Albamonte mi aiuti a capire però una cosa. L'onorevole Zanettin sostiene che il voto in eccesso o passa da una lista ad un'altra o dal candidato con più preferenze al secondo, ma sempre all'interno di una lista. È così?

Chi andrà a prendere quei voti in eccesso dal più votato sarà il primo dei non eletti che non ce la fa con le sue sole preferenze ad essere eletto. Ma attenzione: i voti in eccesso del rappresentante di una corrente potranno facilmente andare ad un candidato di un'altra corrente.

Senta, ma il sistema Luciani scongiura la possibilità di cordate?

A mio giudizio sì. Scongiura le cordate perché essendo previsto che in ciascun collegio possano essere eletti fino a cinque consiglieri, le varie coalizioni cercheranno di presentare un numero ampio di candidati, affinché uno di loro possa godere dell'effetto del riporto di voti di eccedenza di qualche altro candidato. Ne consegue che, avendo ciascuno quattro o cinque candidati, il gruppo associativo dovrà impegnarsi a sostenere questi e non potrà stringere alleanze di comodo.

Quindi non è vero come sospetta MI che siete pronti a fare l'alleanza con Unicost per danneggiarli?

Come le ho già riferito alcune settimane fa non esiste alcuna alleanza, men che meno occulta. Ribadisco che non è nel nostro costume e non intendiamo in nessun modo perseguirla. Altra cosa è che due gruppi associativi che in questo momento sono molto impegnati per il rinnovamento etico, sia al loro interno sia all'interno dei luoghi dove viene esercitato l'autogoverno, convergano sulla valutazione positiva di una legge che, tra quelle di cui si discute, sembra allo stato la più adatta a scongiurare il predominio delle correnti sul Csm. Noi intendiamo puntare tutto sulla credibilità professionale e sulla integrità etica delle persone che in futuro candideremo e non temiamo che gli elettori possano avere un potere di scelta tra un numero ampio di candidati riferibili al nostro gruppo.

Le pongo la stessa considerazione che ho rivolto all'onorevole Zanettin: da un lato il vice presidente Ermini richiama la magistratura alla sobrietà e ad un passo avanti dal punto di vista etico, dall'altro assistiamo ad uno scontro aspro tra correnti sul nuovo sistema elettorale del Csm. Zanettin dice che sono due cose diverse perché il Csm è fondamentale per un magistrato.

Sono d'accordo con Zanettin che afferma -  e lo ringrazio di questo -  che il Consiglio è importante nella vita dei magistrati e per la funzione di giustizia che siamo chiamati ad esercitare. Rispetto al monito del vice presidente Ermini, le rispondo che avere un sussulto etico, che noi stiamo cercando di avere sia attraverso l'Anm che per quanto ci riguarda direttamente come gruppo di Area, non vuol dire però non poter esprimere le proprie opinioni anche quando sono legittimamente diverse, come quelle tra noi e MI.

A proposito di MI, perché contestate la loro proposta di sistema elettorale?

Il sistema elettorale che loro propongono a me sembra che riproduca in versione ridotta il sistema che già esiste. Fino ad adesso c'era il collegio unico nazionale, in prospettiva ci saranno più collegi territoriali. Ma comunque il sistema non potrà che spingere i vari gruppi associativi a candidare un unico loro rappresentante in ogni distretto. Questo farà sì che gli elettori avranno molta meno scelta. Non solo; potrebbe riprodursi l'effetto paradossale, come avvenuto per l'elezione di un pm nella scorsa consiliatura, che nel collegio in cui devono essere eletti quattro componenti del Consiglio alla fine se ne candidino uno per gruppo, quindi quattro candidati per quattro posti. E ipotizzare, come dice MI, un sistema che costringa a candidare di più vorrebbe dire tornare a Bonafede che diceva: "se non ci sono abbastanza candidati vengano sorteggiati tra i magistrati del distretto". Questa scelta sarebbe sbagliata perché se uno viene sorteggiato ma gli manca la giusta motivazione sarà un candidato di paglia che non porterà avanti la sua candidatura in modo da essere realmente competitivo lasciando campo libero agli altri concorrenti. 

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