Inchiesta su Casarini: il Pd interroga il Governo

 Angela Stella 14 febbraio 2024

 

L’inchiesta della Procura di Ragusa che vede indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione di alcune norme del codice di navigazione Luca Casarini e altri cinque fra membri dell’equipaggio e attivisti dell'associazione Mediterranea saving humans, in merito ad un soccorso prestato nei confronti dei 27 naufraghi abbandonati per 38 giorni a bordo della petroliera Maersk Etienne tra l'agosto e il settembre 2020, è finita al centro di un'interpellanza e di una interrogazione parlamentare presentate dai deputati del Partito Democratico Piero Fassino, Debora Serracchiani, Chiara Braga, Matteo Mauri,  Matteo Orfini, Andrea Orlando e dall’onorevole di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni al Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Oggi ci sarà l’udienza preliminare e proprio ieri c’è stato uno scontro tra il Pd e il rappresentante del Governo, il sottosegretario alla Giustizia della Lega Andrea Ostellari, chiamato a rispondere agli atti di sindacato ispettivo. Come spiegato dalla deputata Serracchiani “da settimane due testate giornalistiche, La Verità e Panorama, pubblicano brogliacci e intercettazioni inerenti agli atti dell'indagine”; tuttavia esse “non hanno alcuna attinenza con i fatti per cui è istruito l'iter processuale, quindi dovrebbero, per elezione, essere custodite nell'archivio riservato”. Questo in base alla legge dell’ex Ministro Orlando del 2017, entrata definitivamente in vigore nel 2019, che prevede che “le intercettazioni che sono ritenute dal giudice, anche in contraddittorio con le parti, irrilevanti siano conservate in un apposito archivio telematico, sotto la sorveglianza del pubblico ministero - che ne è, quindi, responsabile - e non possano essere trascritte né, tanto meno, essere inserite nel fascicolo di indagine, assicurando così un controllo giudiziale del materiale. Inoltre, prima della loro distruzione, sono addirittura coperte da segreto e, dunque, non sono pubblicabili”. Inoltre ogni accesso a questo archivio a parte, separato, può avvenire soltanto previa registrazione, con annotazione in un apposito registro recante l'indicazione della data e dell'ora dell'accesso a questi atti secretati. Eppure, ha ricordato la dem, le due testate hanno pubblicato quelle irrilevanti, insieme a “stralci di corrispondenza che riguardano un parlamentare, per il quale, come è noto, ai sensi dell'articolo 68 Cost., deve essere fatta una richiesta preventiva, sia per poter fare le intercettazioni rispetto ad un parlamentare, sia per poterle utilizzare qualora siano state acquisite”. Il riferimento, in particolare, è all’ex parlamentare Erasmo Palazzotto. Ebbene, ha concluso la responsabile giustizia di via del Nazareno, “non ci risulta che per queste intercettazioni ci sia stata una richiesta di autorizzazione. Quindi, anche in questo caso, siamo di fronte a brogliacci e a pubblicazioni illegali, che non solo prevedono la responsabilità in capo al pm, non solo prevedono sanzioni importanti e proporzionate, non solo prevedono la distruzione del materiale non rilevante, ma - e vengo, quindi, alla richiesta oggetto dell'interpellanza - prevedono anche che il Ministro debba esercitare, possa valutare se esercitare il proprio potere ispettivo presso la procura di Ragusa, per verificare se, attraverso questo suo sindacato ispettivo, siano state rispettate oppure no - e noi riteniamo, ovviamente, con questa interpellanza che ciò non sia - le norme che prevedono la pubblicabilità delle intercettazioni”. Ostellari ha risposto che gli Organi inquirenti hanno chiarito che “non risulta essere stata svolta in via diretta o indiretta alcuna attività di intercettazione telefonica/ambientale/telematica nei confronti di parlamentari; risulta altresì che, in ossequio alla direttiva in materia di intercettazioni emanata dal Procuratore della Repubblica, la polizia giudiziaria nella redazione dei brogliacci di ascolto ha provveduto ad omettere ogni indicazione relativa al contenuto nei casi di conversazioni ritenute irrilevanti ai fini dell’indagine, aggiungendo: nei casi di conversazioni con parlamentari o alte cariche dello Stato la locuzione conversazione con alta carica dello Stato ovvero conversazione con parlamentare”. In più si era in presenza della “piena conoscenza del contenuto dell’attività di intercettazione ad opera di tutte le parti e dei rispettivi difensori, in conseguenza della già avvenuta discovery degli atti processuali attuata secondo le modalità e i tempi previsti dal cpp”. Dunque per il Ministero della Giustizia “non emergono profili di rilievo disciplinare a carico dei magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa e del Tribunale di Ragusa”. Poi la polemica politica col Pd: “va rimarcato che sin dal primo momento della illustrazione del piano per la riforma della giustizia da parte di questo Ministero si è posto in rilievo la fondamentale necessità di rivedere completamente la disciplina della segretezza degli atti istruttori e, in particolare, delle intercettazioni”, a partire dal Ddl Nordio “volto, tra l’altro, a introdurre innovazioni normative tese a rafforzare la tutela del terzo estraneo al procedimento rispetto alla circolazione delle comunicazioni intercettate”. “Sotto questo profilo – ha concluso Ostellari - quindi, assai distoniche appaiono le questioni di pregiudizialità costituzionale sollevate rispetto al ddl da alcuni Senatori di opposizione persino in merito agli ‘interventi in materia di intercettazioni a tutela della riservatezza del terzo estraneo al procedimenti’”. Nel definirsi non soddisfatta della risposta la Serracchiani ha replicato: “delle due l'una: se fossero state irrilevanti non sarebbero finite nel fascicolo di indagine e, quindi, non avremmo mai potuto vederle pubblicate su La Verità e su Panorama, perché semplicemente non sarebbero esistite agli atti del fascicolo; se si fosse trattata di un'estrazione per copia forense, come lei ricordava, determinata dal sequestro del cellulare di un indagato, allora, a quel punto l'estrazione avrebbe dovuto fermarsi, poiché si trattava, come lei ha ricordato, di conversazioni che riguardavano appunto dei parlamentari. Quindi, Sottosegretario, per noi è inaccettabile che ci dica che non ci sono ragioni per procedere a un'ispezione”. Sul piano politico ha concluso: “non metta in bocca a noi né ai senatori del Partito Democratico nessuna contrarietà rispetto alle intercettazioni. Noi siamo favorevoli alle intercettazioni. Quello che chiediamo che sia fatto è che si rispetti la legge già in vigore, perché non è necessario modificarla”. 


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