Ok al parere su test psicologici alle toghe

 Valentina Stella Dubbio 29 febbraio 2024

 

Archiviato a dicembre, dopo settimane di polemiche, lo scontro tra politica e magistratura a seguito delle dichiarazioni del Ministro della Difesa Guido Crosetto sulla presunta esistenza di correnti che avrebbero spinto per assumere un ruolo di opposizione giudiziaria al governo e alla maggioranza, si rischia di assistere nuovamente ad un duro contrasto tra toghe e maggioranza. Innanzitutto qualche giorno fa, dopo l’indiscrezione secondo cui l’Esecutivo voglia bandire un concorso straordinario in magistratura riservato agli avvocati con almeno dieci anni di esperienza, l’Anm ha replicato ipotizzando addirittura uno sciopero. Ieri poi la Commissione Giustizia del Senato ha approvato il parere messo a punto dal relatore Pierantonio Zanettin (Forza Italia) con il quale si invita il Governo a valutare l'introduzione del test psicoattitudinali per i candidati in ingresso nei ruoli della magistratura. Insieme alla maggioranza ha votato anche Ivan Scalfarotto di Italia Viva, benchè abbia precisato che concordava con il senatore dem Alfredo Bazoli, per il quale «per materie complesse come quella affrontata nello schema di decreto in esame, sarebbero davvero state necessarie audizioni, che invece non si sono svolte e che avrebbero consentito un confronto più approfondito anche sulla questione dei test psicoattitudinali e sulle modalità più rispettose per la funzione giurisdizionale». Il parere, ricordiamo non vincolante, rappresenta molto probabilmente un provvedimento nato per rispondere anche agli equilibri interni della maggioranza: se quasi sicuramente non ci sarà il taglio dei magistrati fuori ruolo, come invece voluto fortemente da Forza Italia al contrario delle altre due forze di maggioranza (vedasi altro servizio sul giornale, ndr), dall’altra parte si è dovuto inserire questa previsione immaginata da Silvio Berlusconi già decenni fa.  Non si è lasciata appunto attendere la ferma reazione dell’Associazione Nazionale Magistrati, tramite la vice presidente Alessandra Maddalena: «Il Governo mostra di non avere le idee chiare in merito alle misure da adottare per ovviare ai vuoti di organico. Non si comprende in cosa consisterebbe esattamente questo meccanismo di verifica psicoattitudinale dei candidati in ingresso in magistratura, che peraltro – risolvendosi in una specie di screening di massa - avrebbe il solo effetto di rallentare l’iter di riempimento delle piante organiche. Credo che il miglior modo per valutare l'equilibrio di un magistrato sia quello di verificarne il lavoro concreto negli uffici giudiziari, attraverso le periodiche valutazioni di professionalità». Peraltro, ha proseguito Maddalena, «i magistrati svolgono anche un periodo di tirocinio prima di assumere le funzioni. Esistono all'interno tutti gli strumenti per valutare la idoneità dei magistrati. Oltre tutto la legge Cartabia non contiene una delega per l'introduzione di una simile previsione». Su questo punto anche alcuni giuristi e fonti parlamentari da noi interpellati temono che la previsione dei test psicoattitudinali possa ritenersi un eccesso di delega. Sta di fatto che la rappresentante del ‘sindacato’ delle toghe ha auspicato che «non si voglia riaccendere un clima conflittuale con la magistratura. La magistratura certamente non lo vuole». Ma ci si attende che dall’Anm arrivino dichiarazioni ancora più dure sabato: era previsto il consueto Comitato direttivo centrale che avrebbe comunque affrontato le riforme in atto, ma ieri è stata data comunicazione che alle 11 il presidente Giuseppe Santalucia terrà una conferenza stampa al termine della sua relazione. Segno che si vogliano lanciare messaggi ben precisi a Governo e maggioranza, perché il pericolo sotteso a tale provvedimento è che si desideri una magistratura subordinata alle maggioranze di turno, al guinzaglio della politica. A distanza ha replicato il Capogruppo al Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri: « L'introduzione dei test psicoattitudinali proposti dal senatore Zanettin per la magistratura sono indispensabili. Ne parliamo da anni e credo che si debba estendere a questa categoria una verifica che si rivela utile anche in tanti altri settori. Quelli che protestano ovviamente parlano a vuoto». Di parere contrario la vice presidente del Senato del Partito democratico, Anna Rossomando: «Invece di valorizzare le misure che avevamo approvato nella riforma del Csm, tra cui quelle di contrasto alla degenerazioni del correntismo, come ad esempio sulle nomine degli apicali in ordine cronologico, sull' articolazione delle valutazioni di professionalità e di apertura sui consigli giudiziari, la destra si è concentrata su una misura volutamente punitiva e allusiva, che neanche 30 anni fa era stata portata a termine». Ancora più tranchant il dem Walter Verini: « Dopo i  manganelli e gli attacchi all'informazione, arriverà il TSO ai magistrati che contrastano corruzione e malaffare?». Critici anche dal Movimento Cinque Stelle: «non ci stupisce affatto il parere della maggioranza che invita il governo a introdurre test psicoattitudinali per gli aspiranti magistrati, riproponendo uno dei punti qualificanti del piano di rinascita democratica di Licio Gelli, messo a punto per assoggettare una magistratura ritenuta pericolosa perché indagava sui mandanti occulti delle stragi e sugli affari sporchi dei potenti», hanno affermato i rappresentanti pentastellati in commissione Giustizia al Senato Anna Bilotti, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato.  Sul tema si è espresso anche il presidente dell’Unione Camere Penali, Francesco Petrelli: «Non siamo contrari in linea di principio all’introduzione di test psicoattitudinali da somministrare ai candidati al concorso per accedere alla magistratura come avviene per altri concorsi pubblici, ma va detto che vi sono altri aspetti su cui intervenire, che sarebbero ben più importanti per garantire una corretta selezione. In primo luogo la modifica del concorso, che è inadeguato a individuare i più meritevoli, posto che come ha rilevato il Prof. Di Federico in un suo studio, oltre il 50% dei candidati che superano gli scritti, ma devono affrontare un nuovo concorso perché non sono ancora noti gli esiti, vengono ritenuti inidonei al secondo tentativo, dimostrando così che i risultati sono affidati più al caso che alla competenza». Nello stesso parere di Zanettin è introdotta la possibilità di allegare nel fascicolo del magistrato tutti i provvedimenti che emette per valutarne eventuali anomalie; per il coordinamento nazionale di AreaDg, l'associazione che riunisce le toghe progressiste, «ogni magistrato adotta centinaia e centinaia di provvedimenti all'anno, che vengono poi valutati nelle fasi successive del giudizio, per almeno un'altra volta. Chi ancora li deve leggere e valutare? In quali tempi? Con quali criteri? Senza dare queste risposte si tratta di mera propaganda o peggio del tentativo di intimidire i magistrati italiani». Stamattina in Senato invece è atteso il parere (Relatore Rastrelli di Fratelli d’Italia) sull’altro schema di decreto riguardante i fuori ruolo, che dovrebbe rinviare il taglio a fine 2025. 

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