Forse il serial killer è un gene mutato

 Valentina Stella Dubbio 28 aprile 2023

È un caso giudiziario che farà storia a livello mondiale: quella che è stata definita la “peggior serial killer donna d’Australia”, Kathleen Folbigg, potrebbe essere innocente e aver scontato inutilmente venti anni di carcere. L’elemento straordinario è che il serial killer sarebbe un altro, ossia una rara mutazione sul gene denominato CALM2 scoperto nel Dna della mamma (portatrice sana) e in quello delle figlie Laura e Sarah. Ma facciamo un passo indietro. La donna è stata condannata a 30 anni di carcere nel 2003 dopo essere stata giudicata colpevole dell’omicidio colposo del suo primogenito Caleb e dell’omicidio dei suoi tre altri figli, Patrick, Sarah e Laura. Fu il marito a denunciare Folbigg alla polizia, dopo aver letto nel suo diario che Sarah era morta “con un po’ di aiuto”: lei gli aveva replicato che l’“aiuto” che intendeva era quello di Dio. “Li ha soffocati tutti” decretò il tribunale. “È un mostro” fu il verdetto dell’opinione pubblica. Probabilmente si sbagliavano tutti. Tra il 2018 e 2019 ci fu una prima riapertura parziale del caso, ma in quell’occasione il giudice non era riuscito a superare lo scoglio del principio secondo cui “quattro morti improvvise nella stessa famiglia sono prova di omicidio”. Poi nel 2021 con una petizione firmata da 150 scienziati e genetisti (tra cui anche nove premi Nobel) si chiese la grazia e il rilascio immediato della donna. Secondo gli scienziati infatti a provocare la morte dei bambini era stato un difetto genetico congenito. Il vero responsabile delle morti premature sarebbe appunto una rara mutazione sul gene denominato CALM2. Queste mutazioni sono associate a patologie che provocano aritmie cardiache e che, nei bambini, possono causare un arresto cardiaco o la morte improvvisa. La malattia genetica causata dal gene CALM2 è chiamata calmodulinopatia ed è molto rara. Tra i consulenti dei magistrati australiani spicca anche il nome di Peter Schwartz, Direttore del Centro per lo Studio e la Cura delle Aritmie Cardiache di Origine Genetica e del Laboratorio di Genetica Cardiovascolare di Auxologico di Milano. Spiega Schwartz: “L’importanza della Calmodulina, una proteina che controlla la concentrazione di calcio nelle cellule, è dimostrata dal fatto eccezionale che l’uomo ha ben tre geni che la codificano in modo identico. Le mutazioni sui geni della Calmodulina causano la calmodulinopatia, una malattia genetica estremamente rara. Le mutazioni sul gene CALM2 influiscono sulla trasmissione del segnale elettrico nel cuore: nel 2013 abbiamo scoperto e pubblicato che mutazioni su questo gene possono provocare morte improvvisa nei bambini, soprattutto in quelli molto piccoli, spesso con una presentazione clinica simile a quella della Sindrome del QT Lungo”. Quando la ricercatrice australiana Carola Viñuesa – si legge in una nota dell’Auxologico -  scoprì nelle due bambine Folbigg e nella madre la mutazione sul gene CALM2 chiese aiuto a Schwartz proprio per la sua esperienza unica al mondo nella sindrome del QT lungo. Sulla base di quanto è poi seguito il giudice australiano ha nominato Schwartz come esperto alla riapertura del processo. Esiste altresì una possibile spiegazione anche per la morte dei due maschietti. Studi e test hanno evidenziato che Caleb e Patrick avevano due diverse varianti molto rare del gene BSN, collegato a problemi neurologici e attacchi epilettici letali. A Patrick era poi stata diagnosticata l’epilessia prima della nascita. Folbigg, che oggi ha 55 anni, ha sempre insistito sul fatto che la loro morte è avvenuta per cause naturali e ha presentato una petizione per ottenere la grazia dalle sue condanne. Le condanne sono attualmente oggetto di un'inchiesta: le nuove prove scientifiche, secondo i pubblici ministeri, potrebbero avvalorare la sua tesi secondo cui i decessi sarebbero dovuti a cause naturali. Mercoledì scorso, la direttrice della pubblica accusa del Nuovo Galles del Sud, Sally Dowling, ha presentato una memoria scritta in cui afferma che è possibile che vi sia un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza. Anche l'avvocato incaricato di assistere il presidente dell'inchiesta ha dichiarato di aver concluso che, sulla base delle prove raccolte da novembre, Folbigg non è colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio. Se il capo dell'inchiesta troverà un ragionevole dubbio sulla colpevolezza della Folbigg, potrebbe raccomandare al governatore dello Stato di concederle la grazia.

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