La Consulta dà ragione a Cospito

 Valentina Stella Dubbio 19 aprile 2023

La Corte costituzionale apre la via per uno sconto di pena a Alfredo Cospito, facendo cadere la norma che avrebbe vincolato la Corte d'assise d'appello di Torino a condannarlo necessariamente all'ergastolo per l'attentato alla Scuola allievi carabinieri di Fossano. Il 2 giugno 2006 Alfredo Cospito e Anna Beniamino piazzarono due ordigni nei pressi dell'ingresso della Scuola. Le esplosioni avvennero in orario notturno, e come sottolineato dalla difesa “non fu utilizzato materiale esplosivo ad alto potenziale” e il gesto “non solo non ha causato alcun morto, ma neppure alcun ferito”. La Consulta ieri ha dichiarato illegittimo il quarto comma dell'articolo 69 del codice penale “nella parte in cui  - si legge in una nota - vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva di cui all’art. 99, quarto comma, cod. pen., nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo”.  Secondo la Corte, “il carattere fisso della pena dell’ergastolo esige che il giudice possa operare l’ordinario bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti previsto dai primi tre commi dello stesso art. 69”. Conseguentemente, “il giudice dovrà valutare, caso per caso, se applicare la pena dell’ergastolo oppure, laddove reputi prevalenti le attenuanti, una diversa pena detentiva”. Dunque i giudici hanno dato ragione alla difesa di Alfredo Cospito, rappresentata dall’avvocato Flavio Rossi Albertini che ieri, durante l’udienza pubblica, aveva sottolineato come “in precedenti sentenze di questa Corte la pena fissa è stata dichiarata indiziata di incostituzionalità perché non consente di parametrare la sanzione all'offesa concretamente commessa”. Cospito sta già scontando i 20 anni di reclusione che gli sono stati inflitti per quella vicenda, ma la pena deve essere rideterminata dalla Corte d'assise d'appello di Torino dopo che la Cassazione ha riqualificato il reato contestato, aggravandolo, come strage politica. Sono stati proprio i giudici di Torino, sollecitati dalla difesa dell’anarchico, a investire la Consulta, chiamata ieri a decidere se fosse conforme ai principi della Costituzione l'articolo 69 del codice penale che, per il reato di strage politica, impedisce sconti di pena nei casi, come quello di Cospito, di recidiva aggravata. Dunque dopo le decisioni avverse ricevute dal Ministro Nordio e dalla Cassazione, arriva finalmente per Cospito una sentenza a suo favore. Con un parere contrario si era espressa l’Avvocatura dello Stato: Il riconoscimento di attenuanti per lieve entità del fatto in relazione al reato di strage per fini politici come contestato ad Alfredo Cospito porterebbe a un vulnus perché potrebbe aprire la strada al riconoscimento della lieve entità anche per altri reati di pericolo astratto, come l’associazione mafiosa, ha affermato l'avvocato dello Stato, Paola Zerman, che con il collega Ettore Figliolia ha rappresentato la presidenza del Consiglio dei Ministri all’udienza. Bocciate le loro tesi. Intanto oggi Flavio Albertini vedrà Cospito, che è nel reparto ospedaliero del carcere di Opera: le sue condizioni di salute restano critiche. Non si alimenta con pasta, pesce e carne, da 180 giorni. Non avremmo mai pensato che sarebbe giunto vivo al 18 aprile – ha dichiarato il legale - Ma ha perso la capacità di deambulare, non muove più un piede e ha perso 50 chili di peso. Sulla decisione della Corte ha aggiunto: “Apprendiamo finalmente una notizia incoraggiante per tutti e tutte coloro che quotidianamente sono chiamati ad applicare il diritto o a subirne l'applicazione. La decisione di quest'oggi (ieri, ndr) della Corte costituzionale restituisce finalmente dignità alle questioni giuridiche sottese alle vicende umane, non ultima quella di Alfredo Cospito. Rifuggendo dai tentativi di politicizzare le singole vicende giudiziarie il Giudice delle leggi ha riconosciuto l'incostituzionalità dell'art. 69 comma IV nella parte in cui non prevede la possibilità della prevalenza delle attenuanti sulla recidiva reiterata per i reati per i quali è prevista la pena fissa dell'ergastolo. Come avevamo sempre affermato fin dall'udienza del 5 dicembre scorso e ribadito quest'oggi (ieri, ndr) la pena fissa dell'ergastolo è ex se indiziata di incostituzionalità e il divieto di bilanciamento acuisce questo giudizio, impedendo al Giudice della cognizione di individualizzare la pena per il fatto commesso dall'imputato. La Corte ha condiviso il ragionamento della difesa. Un grande successo per il diritto e per la vicenda giudiziaria involgente Alfredo Cospito”. 

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