«Errori medici, basta accanimento penale»

 Valentina Stella Dubbio 11 aprile 2023

“Depenalizzazione degli errori medici? Dai dati che abbiamo gran parte delle cause giudiziarie contro i medici finiscono in un nulla di fatto, nell'assoluzione. Per questo va depenalizzato il reato. E poi la medicina difensiva è un male. Porta i medici a prescrivere troppi esami, ingolfa le strutture, aumenta le liste di attesa. E le dico da medico: confonde anche il medico curante che da tanti, troppi, accertamenti deve trarre le conclusioni”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, in un'intervista al Messaggero, in merito alla proposta di depenalizzazione degli errori medici, ad esclusione del dolo, per limitare la cosiddetta medicina difensiva, ossia l’eccesso di prescrizione di esami o prestazioni proprio per timore di incorrere in contenziosi legali. La medicina difensiva, oltre a costringere i medici in trincea, incide sul Servizio Sanitario Nazionale per circa 10 miliardi l’anno, il che è pari allo 0,75% del Pil (dati aggiornati al 2014). Recentemente l’Eurispes ha pubblicato un rapporto dal titolo “La legge Gelli-Bianco e l’accertamento tecnico preventivo. Un primo bilancio sull’accertamento della responsabilità sanitaria nel Tribunale di Roma”. L’indagine sul campo è stata realizzata in collaborazione con la XIII Sezione del Tribunale di Roma, presieduta dal magistrato Alberto Cisterna, l’Enpam e lo Studio legale Di Maria Pinò. La XIII Sezione del Tribunale di Roma (ve ne è solo una analoga presso il Tribunale di Milano), è composta da sedici magistrati che si occupano in via esclusiva di responsabilità professionale. Il Tribunale di Roma è quello che tratta il maggior numero di cause di responsabilità medica e delle strutture sanitarie tra tutti i tribunali italiani (il 35% circa del totale), i risultati dell’indagine sono dunque ben rappresentativi del dato nazionale. La consultazione dell’archivio della XIII Sezione, partendo da circa 2.000 Accertamenti Tecnici Preventivi dal 1° aprile 2017 (data di entrata in vigore della “legge Gelli-Bianco”) al 31 dicembre 2021 ha permesso di repertare gli Accertamenti Tecnici Preventivi effettuati da 336 medici legali. Tra i risultati più interessanti c’è, secondo il segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scottiche, quello per cui “oltre il 70% delle cause in sede penale si conclude con l'assoluzione non comportando il coinvolgimento dei medici”. Inoltre come ha ricordato Pierino Di Silverio, segretario del maggiore sindacato dei medici ospedalieri, l’Anaao-Assomed, sempre al Sole 24 ore, accogliendo positivamente la proposta di Schillaci, “350.000 cause l’anno giacciono nei cassetti della magistratura, ed il 97% delle stesse si traduce in un niente di fatto”. A guardare questi dati non può non correre il paragone con il reato d’abuso di ufficio, caratterizzato invece dalla ‘paura della firma’ o come preferisce sostenere lo stesso Ministro della Giustizia Carlo Nordio dall’ ‘amministrazione difensiva’. Sulla base dei dati forniti dal Ministero della Giustizia, nell'anno 2021, su 5.418 procedimenti definiti dall’ufficio GIP/GUP, le archiviazioni sono state 4.613 (di cui 148 per prescrizione); quanto alle sentenze di condanna, ne sono state pronunciate 9, con 35 patteggiamenti, mentre sono stati 370 i decreti che hanno disposto il giudizio. All'esito del dibattimento, poi, su 513 procedimenti definiti le condanne sono state 18 (a fronte di 37 nel 2020 e di 54 nel 2019) e le assoluzioni 256. Insomma da un lato un medico che per non rischiare guai con la giustizia prescrive eccessivi controlli ai pazienti, dall’altro amministratori che per lo stesso motivo invece frenano le attività del loro mandato a discapito dei cittadini e dei territori.  A questo punto si attende, come dal Ministero della Salute, una spinta propulsiva alla modifica della norma dell’abuso di ufficio anche da Via Arenula. A dicembre Nordio aveva incontrato l’Anci e promesso un intervento legislativo a fine gennaio. Nulla di fatto: dovrebbe invece arrivare a breve. Bisogna trovare la quadra tra la linea di Nordio/Sisto favorevoli a radere al suolo il reato, e quella dei sottosegretari Delmastro delle Vedove (Fdi) e Andrea Ostellari (Lega) propensi ad un semplice restyling, data la natura di reato spia dell’abuso d’ufficio. Chi la spunterà? Come ipotizzato dall’onorevole di Azione Enrico Costa in un tweet: “Tra due settimane arriverà il ddl del Governo sull’abuso d’ufficio. Pare che il reato resterà, ci sarà solo un restringimento. Così non cambierà niente. Soliti esposti, iscrizioni nel registro indagati, titoloni, fango e poi, dopo anni, assoluzioni”. Tanto è vero che il responsabile giustizia di Azione ha presentato in Commissione giustizia la proposta che prevede l'abrogazione dell'articolo 323 del codice penale e l’introduzione dell'abuso d'ufficio come fattispecie punita con sanzione amministrativa pecuniaria e ha raccolto sul sito presuntoinnocento.com una serie di articoli di giornali riguardanti sindaci, indagati, infangati e poi assolti dall’abuso d’ufficio. “Peccato  - si legge nel blog - che molti di essi siano ormai ex sindaci, perché per il fango si sono dimessi o non si sono ripresentati, o hanno perso le elezioni sulla spinta dell’indagine”. Insieme a quella di Costa c’è un’altra proposta a prima firma del forzista Pietro Pittalis che prevede la cancellazione tout court del reato

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