Sisto: dopo l'estate ddl su separazione delle carriere

 Valentina Stella Dubbio news 22 aprile 2023

“Ho parlato con il Ministro Nordio e posso dirvi che il ministero presenterà un disegno di legge governativo sulla separazione delle carriere nella seconda parte del 2023, probabilmente dopo l'estate”: questo l’annuncio, forse più importante, fatto ieri dal vice ministro Sisto alla manifestazione dell’Unione delle Camere Penali al termine di una tre giorni di astensione. L’iniziativa è stata organizzata, come ha ricordato il presidente della Camera Penale di Roma, Gaetano Scalise, “per essere accanto a Nordio e non contro di lui. Abbiamo bisogno di evidenze che dimostrino che la stagione delle riforme liberali non è finita con le sue parole”. I numerosi penalisti concedono un bis dell’applauso quando lo stesso Sisto mette sul tavolo la questione relativa al nuovo 581 cpp, commi 1 ter e 1 quater, in tema di esercizio del diritto di impugnazione, “gravemente pregiudicato – sostengono gli avvocati in un documento della Giunta-  dalla ingiustificata pretesa, a pena di inammissibilità della impugnazione, di un nuovo mandato ad hoc e di una nuova elezione di domicilio”: “ho promosso l’incontro del 4 aprile al Ministero con voi e l’Anm – ha ricordato Sisto - . Le riforme hanno bisogno di sinergie e non di divisioni. Posso dirvi, e qui ho l’assicurazione del Ministro, che dopo le note depositate dalle Camere Penali e quelle di replica dell’Anm, il Ministro mi ha detto che noi interverremo per modificare il 581 in linea con quello che sostengono Camere Penali. Ovviamente le soluzioni concrete saranno oggetto di valutazione”. Il vice ministro ha poi delineato un cronoprogramma delle riforme: “riportare la prescrizione nel suo alveo naturale, ossia quella sostanziale, sarà uno degli obiettivi principali del 2023”. Non solo, secondo Sisto “ci saranno anche proposte sui temi dell'obbligatorietà dell'azione penale e sul Csm”. Quanto alla riforma dell'abuso d'ufficio, Sisto ha spiegato che “si sta discutendo se ridimensionare questa fattispecie o intervenire in modo più netto. A mio parere, se non ci fosse almeno una parte abrogativa rischieremmo un intervento inefficace ad evitare processi inutili e, spesso, dannosi”. “Un’altra misura da realizzare - ha proseguito - riguarda poi il traffico di influenze. La norma sarà certamente revisionata per trovare una soluzione che sia più pragmatica e precisa, evitando la genericità deleteria dell'attuale formulazione”. In una fase successiva il Governo si impegnerà anche “sul tema delle intercettazioni, dell’appello alle sentenze di assoluzione, degli organi collegiali per le misure cautelari”. Le sue parole hanno ridato speranza ai penalisti. Come ha detto il Presidente Caiazza, “il percorso del ministro della giustizia ha provocato tra i penalisti preoccupazione e delusione, con una contrapposizione tra le riforme annunciate, con la solennità degli impegni presi in Parlamento, e una realtà di segno radicalmente opposto”. Ma dopo aver ascoltato Sisto, il leader dei penalisti ha replicato: “il vice ministro ci ha detto cose importanti non solo sulla tempistica delle riforme; poi si tratterà di misurarsi sul merito. Noi intanto apprezziamo enormemente la scelta delle priorità”. “Questi tre giorni e questa manifestazione nazionale hanno prodotto un risultato politico concreto” ha concluso il presidente. Prima di lui era intervenuto il deputato di Azione Enrico Costa che aveva messo in fila tutte le contraddizioni tra il programma del Guardasigilli e le cose fatte fino ad ora, con una premessa: “credo che Nordio non pensasse di diventare ministro; quando lo è diventato si è costruito una squadra di collaboratori messa insieme all’ultimo momento e su cui dovrebbe fare un tagliando. Ha infarcito il Ministero di magistrati fuori ruolo e questi lo stanno portando fuori strada”. Il parlamentare, tra le varie evidenze a supporto della contraddittorietà del Ministro, ha sostenuto che “è paradossale che la prima azione disciplinare di Nordio venga avviata su un provvedimento che aveva sostituito la custodia cautelare in carcere con i domiciliari (caso Uss, ndr). Anche perché così il rischio è che i magistrati non concedano più i domiciliari per paura di subire azioni”. In apertura dei lavori è intervenuto anche il coordinatore dell’Ocf Mario Scialla: “La politica deve capire che tutta l’avvocatura è coesa nel chiedere le stesse cose. Ribadiamo il nostro sì a una riforma liberale della giustizia così come delineata dal Ministro Carlo Nordio, ma lamentiamo ancora una volta l’immobilismo nell’attuazione delle riforme della giustizia penale”. Sarebbe dovuto essere presente anche il Presidente del Cnf Francesco Greco che aveva aderito all’iniziativa ma un improvviso impegno istituzionale gli ha impedito di intervenire. È arrivata direttamente da Milano Tatiana Biagioni, Presidente dell’Agi: “credo fortemente nell’unione dell’avvocatura. Sono qui per esprimere solidarietà rispetto a tutta una serie di riforme che negli ultimi anni sono state sempre improntate all’emergenza, quando invece c’era bisogno di riflessioni strutturali”. Ha mandato un saluto scritto  il presidente dell’Aiga Francesco Paolo Perchinunno: “La Giovane Avvocatura condivide i valori che hanno ispirato la proclamazione dell’astensione indetta dall’UCPI e si augura che questa manifestazione possa stimolare una nuova e necessaria riforma della giustizia penale ispirata ai valori liberali e del garantismo, rendendosi disponibile a d un dialogo finalizzato al raggiungimento di soluzioni condivise”.

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