Cosentino va in carcere

 Angela Stella Riformista 28 aprile 2023

È diventata ieri definitiva la condanna a dieci anni di reclusione per l’ex sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino. I giudici della sesta sezione penale della Cassazione, accogliendo la richiesta della procura generale, hanno rigettato il ricorso della difesa di Cosentino accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Nella requisitoria, il sostituto procuratore generale della Cassazione Silvia Salvadori aveva chiesto il rigetto del ricorso presentato dalla difesa dell’ex sottosegretario del governo Berlusconi contro la sentenza del 21 luglio 2021 con la quale i giudici della quarta sezione della Corte d'Appello di Napoli avevano condannato Cosentino a dieci anni nell’ambito del processo “Eco4”, nel quale l’ex coordinatore campano di Fi era accusato di essere stato il referente politico nazionale del clan dei Casalesi, con il quale avrebbe siglato un patto per ottenerne l’appoggio elettorale in cambio di un contributo ai camorristi. L’accusa faceva riferimento ai presunti favori relativi all’appalto vinto nel 1999 dai fratelli Orsi, imprenditori ritenuti vicini al clan Bidognetti. La gara sarebbe stata quella indetta dal Ce4, consorzio di 20 Comuni del casertano che si occupava del ciclo dei rifiuti. Secondo i pm, fu proprio Cosentino a permettere ai fratelli Orsi di associarsi al consorzio creando la società mista Eco4 che ottenne poi affidamenti diretti. In primo grado Cosentino, assistito dagli avvocati Stefano Montone, Agostino De Caro ed Elena Lepre, è stato riconosciuto come il “referente nazionale del clan dei Casalesi" almeno fino al 2004. La condanna fu a 9 anni di carcere (i pm avevano chiesto sedici anni) e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione camorristica, con sentenza pronunciata dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere il 17 novembre 2016, dopo oltre 140 udienze. Tuttavia, la Dda di Napoli aveva presentato appello sostenendo che l'appoggio dell’ex sottosegretario ai Casalesi fosse andato avanti almeno fino al 2007-2008. Da qui la richiesta di una pena maggiore di quella decisa in primo grado. Un processo, quello a Cosentino, basato anche sulle parole dei collaboratori di giustizia, e che lo ha visto, stando alle accuse, come il dominus del Ce4, all’interno del quale l’ex sottosegretario avrebbe fatto assumere molta gente nei periodi pre-elettorali, così ‘controllando’ il risultato di varie elezioni, soprattutto nei Comuni rientranti nel bacino del consorzio. Il tutto, sempre stando ai pm, con la consapevolezza che i fratelli Orsi fossero vicini ai clan. Argomentazioni, quelle della pubblica accusa, che gli avvocati difensori di Cosentino hanno tentato di smontare convinti che non esistessero segni della prestazione di un contributo di Cosentino al clan in 25 anni di attività politica. Come ricorda l’Adnkronos il cursus giudiziario di Nicola Cosentino, alias Nick ’o mericano’, è stato finora lungo e travagliato. Sulla fine politica dell’ex sottosegretario hanno inciso anche le accuse nei processi “Il Principe e la scheda ballerina”, un presunto tentativo di reimpiego di capitali illeciti, con l'aggravante mafiosa, e “Carburanti”, che ha visto Cosentino sul banco degli imputati insieme ai fratelli accusati a vario titolo di estorsione e concorrenza illecita aggravati dalle modalità mafiose. E nemmeno le due assoluzioni definitive in entrambi i processi, a causa della spada di Damocle rappresentata dal processo “Eco4”, ora definita, sono state in grado di rimettere Cosentino al centro della scena politica campana e nazionale. Per Cosentino adesso si apriranno le porte del carcere.

 


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