Le dat di Cospito

 Valentina Stella il Dubbio 1 febbraio 2023


“Non do la sua morte come imminente, ma se il digiuno non viene interrotto è fatale che sia così” ha raccontato la dottoressa Angelica Milia, medico di fiducia dell’anarchico Alfredo Cospito, a Luigi Manconi su Repubblica. L’uomo ha superato i cento giorni di sciopero della fame ed è stato trasferito dal carcere di Sassari a quello milanese di Opera per una assistenza sanitaria maggiore. Ma lo Stato può forzare Cospito a nutrirsi per evitare un suo possibile decesso? Secondo la Legge 219/2017, il paziente capace di agire ha il diritto di rifiutare qualsiasi accertamento, indicato dal medico per la sua patologia, nonché il diritto di revocare in qualsiasi momento il consenso prestato, anche qualora la revoca comporti l’interruzione della cura. Rientrano in questo ambito, spiega l’Associazione Luca Coscioni, come da indicazione dell’Organizzazione Mondiale di Sanità e delle società scientifiche italiane, la nutrizione e l’idratazione artificiale, in quanto somministrazione di nutrienti su disposizione medica e attraverso dispositivi medici. Ma qual è la situazione nel caso di Cospito? Ce la spiega il suo legale di fiducia, l’avvocato Flavio Rossi Albertini: “l’uomo ha scritto in carcere due documenti, che io ho inoltrato al Dap, al Provveditorato regionale quando era ancora recluso in Sardegna e al Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. In essi Alfredo ha espressamente dichiarato di voler rifiutare l’alimentazione forzata. Essendo un trattamento di natura sanitaria, qualunque soggetto può decidere se riceverlo o meno. A parer mio il diniego è insuperabile”, spiega il legale che poi precisa: “Diverso il caso in cui avesse un arresto cardiaco: in quel caso immagino ci sia un obbligo giuridico dei medici di intervenire per salvargli la vita”. Chiediamo a Rossi Albertini se il diniego permanga anche nel caso in cui Cospito non possa più esprimere le sue volontà: “secondo me anche in caso di incoscienza non può essere alimentato forzatamente. Io conservo questo suo documento in cassaforte qui a studio. Immagini quanto mi peserà far rispettare da un punto di vista etico e morale una volontà del genere del mio assistito. Spero veramente che non ci si debba arrivare”. A Rai Radio 1 l’avvocato ha aggiunto: “oggi (ieri, ndr) Cospito è stato visto da una sostituta processuale che ho nominato, che lo ha trovato provato e ha appreso che ha deciso di interrompere gli integratori. Questa decisione mi inquieta, spero di farlo recedere”. Sul dibattito che si è creato tra politica e magistratura: “Stiamo passando dalla questione giuridica alla fantapolitica – ha detto Rossi Albertini - . Pensare che un personaggio come Cospito possa fare intelligenza con la criminalità organizzata per compiere qualcosa, mi sembra una affermazione che va al di là di ogni ragionevolezza”. Sulla possibilità di sottoporre Cospito a un trattamento d’emergenza, sono molto chiare le dichiarazioni rese dal presidente emerito della Consulta Giovanni Maria Flick ieri a Sky Tg24: «Finché è cosciente, non è assolutamente legittimo sottoporre forzatamente il detenuto a nutrizione». Ma soprattutto, interpellato dal Dubbio, Flick conferma che una Dat come quella di cui vi abbiamo dato notizia impedisce un intervento “salvavita” di nutrizione persino nel caso in cui l’anarchico perdesse conoscenza. Si tratta insomma di un quadro molto pesante anche rispetto alle responsabilità del governo e del guardasigilli Nordio:  davvero contribuisce alla “causa” del 41 bis il fatto che una persona si lasci morire mentre è, in quanto reclusa, nelle mani dello Stato?

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