Dalla Corte costituzionale sempre più trasparenza ma nessun “Viaggio” tra i familiari delle vittime*
Quaderni Costituzionali 2 febbraio 2023
1. Bisogna solo dire grazie alla Corte Costituzionale, nel suo insieme di giudici e
responsabili della comunicazione, per aver profuso negli ultimi anni un grande
sforzo nella prassi delle agende, dei comunicati stampa, delle conferenze stampa.
La giornata tipo di un giornalista che si occupa di giustizia inizia esplorando, tra
l’altro, le convocazioni delle commissioni di interesse di Camera e Senato, l’ordine
del giorno del Consiglio Superiore della Magistratura, gli appuntamenti del
Guardasigilli, gli argomenti previsti dai Question time. Non c’è nulla di male se la
Consulta agevola il nostro lavoro ricordandoci le cause che verranno trattate.
Permette così innanzitutto di approfondire il tema con il dovuto anticipo e poi di
prevedere uno spazio in pagina per la decisione. Immaginate se una pronuncia
arriva alle 19: come riusciamo a capire in poco tempo se è di estrema rilevanza
pubblica? Il giornale è pronto a sconvolgere il timone? E il giornalista è abbastanza
preparato per rendere conto dettagliatamente della decisione? A ciò si lega
l’importanza del comunicato stampa che permette immediatamente, rispetto a
questioni estremamente complesse, di evidenziare i punti salienti della decisione.
Alcuni critici di queste modalità comunicative sostengono da un lato che la
valutazione circa quali comunicati diffondere difetti di imparzialità e addirittura
che «una banalizzazione del contenuto della decisione potrebbe nascondere, come
rilevato da Elena Malfatti, la volontà di attrarre l’opinione pubblica “per distrarla
poi (tanto più nell’età del tweet) dalle motivazioni della pronuncia che vengono ad
anticipare» (dalla relazione del professor Roberto Romboli). In merito alla prima
critica: la Corte si sta semplicemente adeguando – giustamente – ai criteri di
efficacia della stampa. È quasi banale dire che la decisione sul caso Cappato o
quella sull’ergastolo ostativo abbiano un impatto sociale e politico maggiore
rispetto ad altre decisioni. Si replicherà: meglio parlare solo con le sentenze che
essere tacciati di parzialità! Benissimo, è un legittimo punto di vista però poi non
ci si deve lamentare se le notizie non vengono date o vengono date male perché
dinanzi a noi c’è solo una lunga e complessa motivazione. Riguardo alla seconda
critica: si fa davvero fatica a pensare che qualcuno in Corte abbia strategicamente
deciso di inventare uno strumento di distrazione di massa in questo ambito. Infine
qualche parola sulle conferenze stampa. Siamo il Paese dei paradossi: qualcuno si
duole contemporaneamente sia del fatto che il nuovo Governo Meloni non dedichi
abbastanza tempo a rispondere alle domande dei giornalisti nelle conferenze
stampa sia del fatto che la Corte Costituzionale faccia il contrario. Voglio ricordare
che a noi giornalisti, sotto la conduzione di Donatella Stasio, in questi ultimi anni
è stata data la possibilità di rivolgere al Presidente anche trenta domande in
conferenze che sfioravano le due ore. Chi scrive ha criticato la decisione della
Consulta sui referendum relativi all’omicidio del consenziente, alla cannabis, e alla
giustizia e anche le motivazioni addotte dall’allora vertice della Consulta Giuliano
Amato. Ma, soprattutto a quest’ultimo, va dato atto dell’estrema disponibilità a
rispondere a ogni nostra questione.
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