Contrada sia risarcito

 Angela Stella Il Riformista 18 febbraio 2023

Una storia giuridica infinita quella di Bruno Contrada. L’ultima novità è stata resa nota ieri dal suo legale: "La corte d'appello di Palermo, sezione prima, ribaltando decisione in precedenza assunta dalla Corte d'appello, sezione seconda di Palermo, pronunciandosi a seguito di rinvio della Cassazione, ha accolto la domanda di riparazione per ingiusta detenzione formulata da Bruno Contrada, assistito dall'avvocato Stefano Giordano, riducendo però l'entità dell'indennizzo a 285.342 euro". Vediamo le precedenti tappe della vicenda. Nel 2015 la Cedu condannò l’Italia per violazione dell’art. 7 CEDU, in quanto riconobbe che la condanna subita da Bruno Contrada riguardava un reato che, al tempo delle condotte a lui ascritte, non era sufficientemente chiaro e prevedibile. Nel 2017 la prima sezione della Cassazione dichiarò “ineseguibile e improduttiva di effetti penali la sentenza emessa nei confronti di Contrada Bruno dalla Corte di appello di Palermo in data 25/02/2006, irrevocabile in data 10/05/2007”. Nell’aprile 2020, la Corte d’Appello di Palermo liquidò a favore di Contrada la somma di Euro 667.000,00 a titolo di riparazione per l’ingiusta detenzione. L’uomo aveva scontato circa 4 anni in carcere e oltre 4 anni ai domiciliari. La pronuncia della Corte d’Appello veniva impugnata in Cassazione dalla Procura generale del capoluogo siciliano. La Cassazione annullava con rinvio la decisione della Corte palermitana che poi negò il risarcimento. Nuova tappa in Cassazione che il 24 giugno, accogliendo il ricorso dell’avvocato Giordano, rimanda gli atti ad altra sezione della Corte di Appello che ieri ha riconosciuto l’indennizzo.  Scrissero gli ermellini che i giudici di appello avevano sbagliato "nel ritenere sussistente il dolo e colpa grave in rapporto al diverso, e mai contestato, delitto di partecipazione nel reato associativo di stampo mafioso, considerato che il ricorrente è stato processato e condannato per il diverso reato di concorso esterno nel reato associativo, la cui configurabilità è stata, tuttavia, esclusa dalla Corte Edu per incertezza descrittiva e imprevedibilità di configurazione giuridica all'epoca dei fatti. [...] Qui si annida l'errore di diritto in cui è incorsa la Corte territoriale”. “Dedico questa vittoria al mio papà, che mi ha seguito in questi anni. Io sono soddisfatto, a prescindere dalla quantificazione della riparazione per ingiusta detenzione, perché alla fine sia la Cassazione che la Corte d'Appello ci hanno dato ragione – ha detto l’avvocato Giordano durante una conferenza stampa -. Contrada è stato condannato ingiustamente. Adesso aspettiamo che la partita termini definitivamente, per potere dire che giustizia è stata fatta". Infatti l’ordinanza potrebbe essere oggetto di impugnazione da parte della Procura e dell’avvocatura dello Stato. L’avvocato ha ricordato che “dal 2017 la Procura di Palermo e anche quella di Reggio Calabria hanno messo in atto una persecuzione verso Contrada, ad esempio, con continue perquisizioni, oggetto di un ricorso per cui chiederemo i danni allo Stato italiano. Gli inquirenti invece di chiedere scusa hanno perseverato con i loro errori”.


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